L'attacco

FIGC-Intralot, Dona e Vinciguerra attaccano l’accordo: ‘Inaccettabile e rischioso’

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Una società di scommesse può sponsorizzare la Nazionale di calcio? L’accordo FIGC-Intralot sotto il fuoco incrociato dei media.

L’accordo tra Federazione italiana Gioco Calcio e la società di scommesse Intralot ha acceso un forte dibattito nazionale.

In tanti sono scesi in campo per attaccare questa intesa, definita dai più ‘pericolosa’ per le dipendenze da gioco d’azzardo che, ahinoi, sono in forte crescita in Italia.

A sferrare un duro colpo, a ragion veduta, è stato da subito il Presidente dell’Aiart (l’Associazione che tutela e educa gli utenti dei media) Massimiliano Padula, secondo il quale questa intesa è “l’ennesima prepotenza istituzionale dal rischio sociale altissimo”.

Preoccupati anche Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, e Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap (Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico), autori del libro “Gioco d’azzardo. Difendersi si può” (Minerva edizioni).

Parlando con Key4biz, Dona ha definito questo accordo tra FIGC e Intralot “assolutamente inaccettabile” mentre Vinciguerra pone la domanda che forse qualcun altro si sarebbe dovuto fare a monte: “Quali associazioni mentali può mettere in atto un adolescente che vede indossare al proprio giocatore preferito uno sponsor mondiale di scommesse sportive?”.

 

La situazione è rischiosa.

Dona ricorda a Key4biz che già in passato “è accaduto che sportivi amati dal pubblico, che hanno il dovere di dare il buon esempio, abbiano per denaro accettato in passato sponsorizzazioni inopportune. Ricordiamo la lunga battaglia contro le marche di sigarette. Ma che a fare questo sia addirittura una federazione sportiva, per di più dello sport più amato e seguito dagli italiani, è assolutamente inaccettabile, per non dire vergognoso! Speravamo che quel capitolo fosse chiuso, ma evidentemente ci sbagliavamo”.

In conclusione, il Segretario generale dell’UNC, osserva: “Quanto all’impegno in attività sociali, previsto nell’accordo, sbandierato dal presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, si tratta di una foglia di fico di cui avremmo fatto francamente a meno”.

 

Paola Vinciguerra commenta a Key4biz che “La reperibilità dei giochi d’azzardo è in costante incremento, da quelli più noti e datati, a quelli più tecnologici allettanti e accessibili anche online.  Se per molti giocatori si tratta di forme di passatempo e divertimento, alcuni finiscono invece per sviluppare forme problematiche o patologiche di gioco”.

Riferendosi poi alla notizia dell’accordo tra la nazionale italiana di calcio e Intralot, affinché diventi uno degli sponsor della maglia azzurra, Vinciguerra si domanda: “Quali associazioni mentali può mettere in atto un adolescente che vede indossare al proprio giocatore preferito uno sponsor mondiale di scommesse sportive? Proprio lui, minorenne, che per legge, non può farlo? Potrebbe sentirsi giustificato e di conseguenza sviluppare una forma di ludopatia? E cosa susciterebbe in un uomo di mezza età, magari marito e padre?”

“Nella psiche di molte persone – sottolinea la psicoterapeuta – potrebbe essere percepito come un “via libera alle scommesse sportive” che potrebbe portare ad una crescita della dipendenza da gioco d’azzardo su larga scala, poiché quando si gioca si ha meno la percezione del rischio reale che si sta correndo. Infatti, l’accezione positiva che può derivare dal collegamento Intralot – Nazionale Italiana, potrebbe comportare una legittimazione della scommessa. Di conseguenza, i soggetti coinvolti, sia direttamente che indirettamente, possono mettere in atto una serie di pensieri distorti che conducono ad errori cognitivi; ad esempio la convinzione che l’investimento di risorse, anche dal punto di vista economico, possa essere direttamente proporzionale alla probabilità di vincita e alla riscossione di una somma di denaro notevole”.

“Queste distorsioni cognitive, in alcuni individui, possono avere una risonanza emotiva elevata”, conclude Vinciguerra.

Per il Presidente dell’Aiart, Massimiliano Padula, “Questo accordo mescola pericolosamente due idee incompatibili di gioco: una sana e autentica come lo sport e una sconsigliabile e potenzialmente nociva come l’azzardo. I dati sulla ludopatia, le derive sociali e culturali legati al betting, sono campanelli d’allarme che non vanno sottovalutati”.

“Per questo motivo – aggiunge Padula – è inopportuno che quello che dovrebbe essere un riferimento valoriale autentico come il mondo di calcio leghi il suo nome, le sue azioni e la sua identità, ad aziende che hanno come unico interesso quello del consumo di denaro da parte dei cittadini”.

L’Aiart – conclude il Presidente – chiede alla Federazione un passo indietro e, nello stesso tempo, continua la sua opera educativa e formativa relativa alla presa di coscienza sui rischi e le conseguenze che pratiche discutibili (anche mediali come il gioco online) possono causare”.