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Fibra ottica: prosegue il balletto degli annunci, ma ancora è tutto in stallo

Ultrabroadband

La via italiana verso la fibra ottica continua ad affollarsi di annunci.

Tramontata l’idea, cavalcata per un lunghissimo periodo di tempo, di fare di Metroweb il veicolo attraverso cui realizzare una rete in fibra ottica convogliando gli sforzi di tutti gli operatori, ora questo ruolo sembra essere stato assunto da Enel.

Sono di stamani le ultime dichiarazioni dell’ad Francesco Starace davanti alle Commissioni riunite Lavori pubblici e industria del Senato. Il numero uno della società elettrica ha dichiarato che l’accordo con Vodafone e Wind per il cablaggio di 250 città nelle aree più redditizie del paese è “allo stadio finale” e sarà portato in cda il 22 marzo.

Starace ha ricordato che si tratta di accordi ‘commerciali’ – non è dunque previsto l’ingresso di altri operatori nel capitale di Enel Open Fiber – e di carattere non esclusivo. Porte aperte, insomma, anche a Telecom Italia e Metroweb, le quali, tuttavia, hanno in cantiere un progetto analogo, che prevede la cablatura di 250 città (per un investimento di 2,5 miliardi) ed è attualmente al vaglio dell’Agcom. Così come anche Vodafone e Wind hanno ancora sul tavolo una lettera d’intenti con Metroweb firmata a maggio dello scorso anno e rinnovata più volte.

Un intreccio, insomma, ancora tutto da dipanare anche perché nessuno degli operatori coinvolti ha ancora assunto una posizione ufficiale: se ne saprà di più dopo il cda di Enel, che comunque – stando sempre a dichiarazioni precedenti dell’ad – è pronta ad avviare i lavori già a maggio.

La sensazione, tuttavia, è che al momento si resti nella fase di pre-tattica, in attesa che si sblocchi anche l’impasse sul destino prossimo dell’operatore storico. E in questo senso maggio sarà un mese cruciale, quindi, perché il 25 maggio si terrà anche l’assemblea di Telecom Italia, che potrebbe riservare non poche sorprese per quanto riguarda la governance dopo la salita di Vivendi al 24,9% del capitale e viste le voci sempre più insistenti di un cambio ai vertici della compagnia telefonica.

L’ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, si è detto ‘allineato’ alle strategie del governo sulla fibra ottica e la società ha recentemente presentato un piano di investimenti da 12 miliardi in tre anni di cui 3,6 destinati alle infrastrutture in fibra ottica con l’obiettivo di portare la copertura all’84% della popolazione.

Un piano ambizioso, dunque, come ambizioso è anche quello di Enel, con l’ad Starace che stamani in Senato ha ricordato che la rete Enel arriva a 32 milioni di clienti finali – contro i 21 milioni della rete tlc e che, utilizzando il sistema di rete di distribuzione dell’energia elettrica i costi di cablaggio sono del 30 o 40% inferiori.

Previsioni a parte, i dati sono impietosi: la copertura delle reti a banda larga veloce (NGA almeno 30 Mbps) nel 2015 è passata dal 36% delle abitazioni al 44%, ma i progressi sono ancora troppo lenti (siamo al 27esimo posto nella Ue), ostacolando anche la sottoscrizione di abbonamenti a banda larga veloce, pari ad appena il 5,4% del totale, che è limitato al 53% delle famiglie.

Il piano del Governo, che alla fine – visto l’alto tasso di litigiosità degli operatori – ha optato per l’intervento diretto nei cluster C e D è ancora in attesa del via libera di Bruxelles, essenziale per poter realizzare i bandi di gara.

Domani ci sarà in Italia il Commissario Ue alla Digital economy Gunther Oettinger: una visita che sarà occasione per fare il punto sui temi caldi del settore digitale, compresa, presumibilmente, la richiesta dell’Italia di rimandare al 2022 la migrazione dei 700 Mhz alla banda larga mobile.

Continuiamo, insomma a procrastinare per preservare uno status quo che ci tiene incollati ai fondi delle classifiche europee e mondiali. Cui prodest?

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