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Fibra ottica: le incursioni francesi in Telecom Italia spingono l’asse Vodafone-Enel?

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Il Governo, per la fibra ottica, sta ormai guardando in un’altra direzione rispetto a quella di Telecom Italia?

Fonti vicine al premier hanno glissato sulla domanda riguardante la possibilità che la cautela nella risposta alle incursioni francesi in Telecom Italia potesse celare il fatto che il Governo, per la fibra ottica, stia ormai guardando in un’altra direzione. Ma sembra sempre più verosimile che l’esecutivo si stia muovendo per incoraggiare un asse tra Enel e Vodafone per accelerare l’arrivo della fibra nelle aree a fallimento di mercato.

Aree, lo ricordiamo, per le quali il Cipe ha sbloccato fondi pubblici per 2,2 miliardi ai quali si aggiungono altri 2 miliardi messi a disposizione dalle Regioni.

Enel ha appena effettuato un’analisi in 26 città per comprendere quale potrebbe essere la portata del suo contributo alla Strategia del Governo, ma il suo progetto non è quello di ‘diventare operatore’, non avendo il know how per farlo. Approfittando del progetto per il rinnovo di 33 milioni di contatori, vuole portare la fibra nelle case abbattendo i costi e mettendo poi il tutto a disposizione degli operatori. Non avrebbe, quindi, avviato colloqui con l’esecutivo con l’obiettivo di porsi come competitor di Telecom perché di mestiere fa altro. Ma qualcosa si saranno detti, anche a proposito di banda larga e dintorni, l’ad del gruppo Francesco Starace e il premier Matteo Renzi nella loro trasferta in Sudamerica.

E non è certo un caso che, qualche giorno prima del viaggio, il premier avesse incontrato i vertici di Vodafone e poco tempo dopo, l’ad della compagnia telefonica, Aldo Bisio, avesse rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per dire che un asse con la società elettrica “è un’occasione unica e irripetibile per vincere la partita della digitalizzazione del Paese”, sottolineando che Vodafone sarebbe pronta “…a partecipare ad un piano di respiro nazionale con Enel come punto di riferimento”.

La cooperazione tra i settori dell’energia e delle telecomunicazioni, del resto, non è nuova: in Irlanda, ad esempio,  Vodafone ha siglato un accordo con la società elettrica pubblica ESB per portare la fibra ottica in 50 citta (500 mila unità abitative) entro il 2018. Altre collaborazioni tra imprese elettriche e compagnie telefoniche sono portate avanti in Svizzera, Lussemburgo e Danimarca.

In Italia, Vodafone offre servizi in fibra in oltre 100 città, con Milano e Bologna capofila delle connessioni FTTH a 300Mbps. In 50 città la società ha installato 5.500 cabinet FTTC, con l’obiettivo di arrivare a breve a quota 150. La società, insieme a Wind ha siglato una lettera d’intenti non vincolante con Metroweb che è stata rinnovata fino a fine anno, ma non è ancora stato definito un piano industriale.

Telecom – che sembrava sul punto di riaprire le trattative per un possibile accordo con Metroweb e dopodomani analizzerà i conti trimestrali- ha messo sul piatto 10 miliardi di euro in tre anni con l’obiettivo di portare la rete di nuova generazione in fibra NGN al 75% della popolazione nel 2017 (contro il 32% di marzo 2015). “In nove mesi abbiamo posato 1,2 milioni di chilometri di fibra, 3 al minuto. Insomma, stiamo lavorando a 180 chilometri all’ora”, detto il presidente Recchi in un’intervista.

Secondo fonti vicine all’azienda,  i benefici di una collaborazione con Enel si limiterebbero però a un edificio su 10.

Ma ora, alle prese con le ‘incursioni francesi’ nell’azionariato la situazione è quanto mai fluida e proprio per questo si fanno sempre più insistenti le voci della ‘benedizione’ di Palazzo Chigi all’ingresso di Enel in partita.