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Fibra ottica, al via il piano Enel con Vodafone e Wind. Renzi: ‘Pronti a dare una mano ad altri’

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Vodafone e Wind porteranno 5 milioni di clienti sulla rete Enel. Aldo Bisio (Vodafone Italia): 'L'accordo con Enel porta l'Italia da società dei Megabit a società dei Gigabit'

“E’ arrivato il futuro. E’ arrivato anche in Italia”.

Con queste parole, in chiusura del suo intervento alla conferenza stampa di oggi a Palazzo Chigi, il premier Matteo Renzi ha presentato il piano Enel per portare la fibra ottica in 224 città italiane in tre anni.

Con l’endorsement del premier – che ha comunque manifestato l’intenzione di fare lo stesso anche con altri soggetti che “daranno una mano al Paese” – l’ad della società elettrica Francesco Starace ha messo fine alla lunga attesa.

Il progetto Enel partirà subito da 5 città (Catania, Cagliari, Perugia, Bari e Venezia) con Perugia a fare da apripista: i primi abbonamenti dovrebbero essere disponibili già a maggio.

In altre cinque città (Firenze, Genova, Napoli, Palermo e Padova) i lavori prenderanno il via dall’autunno. La roadmap prevede l’inizio lavori in autunno per altre 40 città, mentre per le altre si prevede di partire entro dicembre. Altre ancora – come ad esempio Roma – al momento escluse dal piano perché non raggiunte dalla rete Enel, potrebbero essere annesse in corso d’opera attraverso accordi con altre utilities.

Esborso previsto da Enel: 2,5 miliardi.

Per finanziare il piano, Enel sta ancora cercando il giusto partner per la sua newco Enel Open Fiber. La selezione partirà dopo l’estate, ed è quindi ancora presto per dire se la CDP sarà della partita.

Starace, dal canto suo, ha tenuto a precisare che Enel non è una neofita in fatto di fibra: “Non è la prima volta che Enel si occupa di fibra. All’epoca di Franco Tatò vennero collegate in fibra tutte le sottostazioni elettriche”.

Da allora, tuttavia, le esigenze di connettività sono decisamente cambiate – il premier ad esempio, ha parlato dell’enorme uso dello streaming tra i volani dell’ultrabroadband – ma quel che è certo, secondo Starace, è che i risparmi saranno notevoli (anche se non sono stati quantificati), grazie alla capillarità della rete elettrica che ha, inoltre, “una sua struttura fisica e una sua vicinanza alle case di gran lunga superiore a quella di una rete telefonica”.

In una precedente audizione in Senato, l’ad Enel aveva ricordato che la rete Enel arriva a 32 milioni di clienti finali – contro i 21 milioni della rete tlc – e che, utilizzando il sistema di rete di distribuzione dell’energia elettrica i costi di cablaggio sono del 30 o 40% inferiori.

Pertanto, ha aggiunto stamani, “l’utilizzo di questa infrastruttura per portare i cavi della fibra dà e darà grande benefici in termini di costo e permetterà una velocissima diffusione” della tecnologia in modalità FTTH.

Obiettivo: portare la banda ultralarga “nelle case degli italiani, nelle fabbriche, nelle aziende” ma senza assolutamente volersi trasformare in operatore telefonico. Enel, dunque, farà la rete e ne gestirà la manutenzione mettendo questa capacità a disposizione degli operatori, senza i quali “tutto questo sarebbe impossibile”.

“Nessuno ci paga per fare gli scavi. Non c’è una remunerazione. Una volta fatti gli investimenti venderemo questa capacità di collegamento agli operatori che vorranno utilizzarla. E’ su questa base soltanto che ci ripagheremo per quello che abbiamo speso” ha aggiunto.

Vodafone e Wind partner tecnologici

Di certo, ad acquistare capacità ci saranno Vodafone e Wind ma non, al momento, Telecom Italia.

Vodafone e Wind hanno infatti siglato un accordo ‘tecnologico’ (così lo ha definito Starace) oltre che commerciale con Enel, ma i dettagli non sono stati resi noti.

Quel che si sa è che l’accordo con Vodafone Italia prevede “la migrazione dei nostri 2 milioni di clienti di rete fissa sulla nuova rete in fibra”, ha  detto l’ad Aldo Bisio, sottolineando che “…la partnership con Enel va oltre un accordo commerciale e porta l’Italia all’avanguardia nello sviluppo dei servizi in Fibra”.

“Nella futura era digitale la “M” di Megabit sta per Medioevale, mentre la “G” di Gigabit sta per Growth, crescita. Un segno di forte discontinuità rispetto al passato, fortemente collegato alla competitività che riesce a esprimere il Paese”, ha aggiunto.

L’ad Wind, Maximo Ibarra ha dichiarato che il progetto di Enel per la fibra ottica “è di grande rilievo per il nostro Paese. Costituisce infatti una grande opportunità per i cittadini e i consumatori italiani, quella di avere un servizio a banda ultra larga ‘a prova di futuro’, grazie alla tecnologia fiber to the home che porterà la fibra ottica fin dentro le case degli italiani”.

Non ha chiarito, Ibarra, se anche Wind migrerà i suoi 3 milioni di clienti di rete fissa sulla nuova rete, ma presumibilmente sarà così e Telecom Italia perderebbe dunque a caldo 5 milioni di clienti wholesale, come sottolineava ieri l’agenzia Bloomberg anticipando che Telecom potrebbe tagliare 15 mila posti di lavoro per via del piano Telecom.

Possibilità, quella degli esuberi, che è stata ridimensionata da Vivendi, che ha precisato in una nota che “è in Italia per sviluppare e investire nel lungo periodo e non per ridurre gli organici”. Precisazione data per buona dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ha affermato di aver ‘letto’ degli esuberi paventati da Telecom ma di “stare alla smentita”.

Matteo Renzi: ‘Entro il 2020 copertura totale a 30 mbps’

Il tema della conferenza stampa di oggi è stato la “banda larga ovunque”, perché “quando porti la banda larga cambia tutto: le aziende non chiedono più quanto è distante il casello autostradale, ma come è la connessione”, ha detto il premier alla presenza, oltre che di Starace, anche dei sindaci delle 5 città che per prima usufruiranno del progetto: Bari, Perugia, Cagliari, Venezia e Catania.

“La scommessa vera è riuscire a farne un’occasione non solo per pochi addetti ai lavori ma per le persone. Perché la vera banda larga cambia la vita delle persone, porta un totale sconvolgimento e capovolgimento del fronte nel rapporto tra cittadini e amministrazione e informazione”.

L’obiettivo dichiarato, quindi, è coprire  il 100%” del territorio italiano con una connessione a 30 Mbps e il 50% a 100 Mbps entro il 2020 e per la prima volta, ha affermato Renzi, “c’è un percorso strategico”, con un “fondo dello Stato da 4,9 miliardi di risorse previste dalle delibere Cipe di cui 3,5 già stanziati e 2,2 già andati alle aree bianche”.

Il premier, quindi, si è detto anche sicuro che i bandi per portare la fibra ottica nei cluster C e D – quelle a fallimento di mercato – “usciranno il 29 aprile per festeggiare i 30 di Internet: tutti gli operatori faranno una gara e vinca il migliore”.

È da dire, però, che su questo fronte si attende ancora il via libera di Bruxelles, che presumibilmente non arriverà prima dei primi di maggio.

Sergio Boccadutri: progetto Enel ‘pezzo fondamentale del Piano BUL’

Quello di Enel è un piano ‘epocale’ per Sergio Boccadutri, coordinatore Area Innovazione del Pd, secondo cui il progetto è paragonabile all’arrivo della rete elettrica.

“L’annuncio dell’avvio del progetto Banda ultralarga Enel a Perugia, Cagliari, Venezia, Bari, Catania e contemporaneamente l’annuncio di una disponibilità di Enel a procedere ad accordi con le utilities locali, come Acea nel caso di Roma, può davvero consentire alla connettività nel nostro Paese quel balzo in avanti che aspettiamo da tanto”, ha affermato Boccadutri.

“Si tratta – ha aggiunto – di un enorme investimento privato in circa 250 città che avrà effetti diretti e indiretti nella crescita dell Paese con cantieri che partiranno già prima dell’estate. È un pezzo fondamentale del Piano BUL che va a completare l’investimento pubblico nelle aree a fallimento di mercato”.