Rating iniziale con margini di miglioramento
Fitch Ratings ha assegnato per la prima volta a FiberCop S.p.A. un rating “BB” con outlook stabile, un giudizio che segnala una discreta solidità, ma con vulnerabilità da monitorare, soprattutto legate alla leva finanziaria (il rapporto tra i debiti netti e l’EBITDA). In parallelo, è stato confermato il rating “BB+” sul debito senior di Optics Bidco, la holding ora fusa in FiberCop. (Vedi qui il comunicato integrale di Fitch Ratings).
Punti di forza: posizione sul mercato e visibilità dei ricavi
FiberCop si distingue come principale operatore wholesale della rete fissa italiana, con 71% di quota di mercato e 14,5 milioni di clienti. La sua rete copre l’88% delle famiglie italiane (FTTC) e il 60% di quelle previste su FTTH. La collaborazione strutturata con TIM, grazie a un accordo pluriennale, garantisce visibilità e stabilità dei ricavi, sostenuta da un mercato con ancora ampi margini di crescita nella penetrazione della banda larga.
Il rovescio della medaglia: debito elevato e cash flow negativo
Nonostante i ricavi in crescita e un EBITDA 2024 superiore alle attese (1,824 miliardi di euro contro 1,603), FiberCop presenta una leva finanziaria (EBITDA net leverage) in crescita, destinata a superare il livello critico di 6,8x nel 2026-2027, per poi rientrare entro il 2028. Il motivo? Un massiccio piano di investimenti per accelerare la diffusione della fibra, che limita il cash flow e aumenta i rischi di esecuzione. Fitch prevede un FCF negativo per almeno quattro anni, con investimenti annui oltre i 2 miliardi di euro.
Outlook stabile: fiducia nel medio-lungo termine
Il rating resta stabile perché Fitch considera il profilo di FiberCop come “mission-critical” per l’infrastruttura digitale italiana, con prospettive di forte crescita dell’EBITDA margin (dal 47% al 57% nel 2028). I risparmi attesi dalla dismissione del rame e dall’efficientamento energetico rafforzano la fiducia sul medio termine.
Promozione con riserva: non è una bocciatura, ma neanche un “buon risultato” pieno
Fitch non boccia FiberCop, anzi riconosce la sua centralità infrastrutturale e i margini di crescita, ma mantiene un profilo di rischio significativo legato all’indebitamento e alla sostenibilità degli investimenti. Il giudizio è positivo sul lungo termine, ma la situazione finanziaria resta fragile nel breve.
Posizione di mercato e confronto con Open Fiber
FiberCop è il principale operatore wholesale di rete fissa in Italia, con una quota di mercato del 71% e circa 14,5 milioni di linee servite. La sua rete, considerata infrastruttura digitale strategica a livello nazionale, raggiunge 27 milioni di unità immobiliari (pari all’88% del territorio) con tecnologia FTTC e punta a coprire 20 milioni di case con la fibra FTTH, di cui il 60% era già raggiunto a fine 2024.
Nel mercato italiano degli accessi wholesale, FiberCop si confronta principalmente con Open Fiber, unico altro operatore FTTH con copertura nazionale. La concorrenza si concentra soprattutto nelle aree ad alta e media densità (le cosiddette aree nere e grigie 1), mentre nelle zone rurali (grigie 2 e bianche) Open Fiber opera in regime di concessione pubblica. Fitch prevede che FiberCop perderà gradualmente parte del mercato in queste aree, ma manterrà la leadership complessiva grazie alla maggiore capillarità della rete e al presidio consolidato delle aree urbane. Inoltre, la presenza della rete FTTC fornisce un cuscinetto contro la perdita di clienti in attesa di una diffusione completa dell’FTTH.
La visibilità sui ricavi resta elevata grazie all’accordo pluriennale siglato con TIM, che garantisce stabilità contrattuale su gran parte del fatturato. Fitch sottolinea anche che la penetrazione della banda larga in Italia (72%) è ancora bassa rispetto alla media europea, il che lascia margini di crescita futuri.
Prospettive industriali e confronto con altri operatori
L’EBITDA margin di FiberCop, attualmente al 47%, è atteso in crescita fino al 57% entro il 2028, trainato da risparmi legati alla dismissione della rete in rame e a minori costi energetici. Fitch avverte tuttavia che questi benefici potrebbero materializzarsi più lentamente del previsto, vista la complessità del piano.
Nel confronto internazionale, FiberCop mostra un profilo operativo più debole rispetto a NBN Co (Australia), che gode di uno status monopolistico e di supporto governativo. Anche rispetto ad altri operatori come CETIN o TDC NET, FiberCop ha margini di manovra più ristretti, a causa della maggiore concorrenza e della permanenza della tecnologia FTTC. Gli operatori integrati (es. BT o KPN) risultano più esposti a rischi retail, mentre le tower company INWIT e Cellnex vantano una stabilità finanziaria superiore grazie a contratti di lungo termine e ritorni più prevedibili sugli investimenti.