Key4Biz. Cosa pensa della recente delibera Agcom sull’analisi dei mercati di accesso alla rete fissa?
Elisa Giomi. L’approccio di Agcom presenta delle criticità già a partire dalla gestione dei pareri ricevuti dall’AGCM e dalla Commissione europea. È singolare che l’Autorità abbia ignorato di esprimere valutazioni sul parere ricevuto dalla Commissione europea riguardo l’identificazione di FiberCop come operatore wholesale only, parere citato nei visti della delibera stessa. L’attribuzione dello status di operatore wholesale only è stata nel recente passato molto criticata non solo da me, ma da gran parte del mercato. Ora trattandosi di una consultazione pubblica che chiama tutti a esprimere osservazioni sulle valutazioni di Agcom, se talune di queste mancano, come il parere della Commissione, è un problema.
Key4Biz. Quindi la Commissione europea ha reso il parere all’Agcom sullo status di operatore wholesale only?
Elisa Giomi. Sì, la Commissione Europea, dopo uno scambio di informazioni con Agcom, ha chiarito che senza l’individuazione di mercati rilevanti e di una posizione dominante (SMP) non può considerare la notifica di Agcom come un progetto di misura ai sensi dell’articolo 32 del CECE. Di conseguenza, la Commissione ha dichiarato di non poter esprimere una posizione formale sulla proposta di decisione presentata da Agcom. Colpisce poi il trattamento riservato al parere dell’AGCM, etichettato come positivo da Agcom, senza considerare che l’Autorità Antitrust non ha competenza diretta a valutare il rispetto delle condizioni del codice delle comunicazioni elettroniche. Di conseguenza, il parere AGCM è inevitabilmente distante dal tema dello status di wholesale only, ma non invece dalla questione centrale sulle relazioni contrattuali esistenti tra TIM e FiberCop su cui ha evidenziato forti criticità.
Key4Biz. Non era prevedibile uno stop dalla Commissione per mancanza dei requisiti essenziali?
Elisa Giomi. Se la Commissione avesse adottato lo stesso criterio di valutazione anche per il ben più rilevante provvedimento ponte di giugno 2023, quando Agcom intervenne sui prezzi di TIM, avrebbe potuto chiarire che, in assenza dell’individuazione dei mercati rilevanti e delle posizioni dominanti, non era possibile modificare il quadro dei rimedi regolatori. Questo avrebbe consentito ai concorrenti di accedere alla rete a prezzi più bassi per un periodo più lungo, nel rispetto dei principi di prevedibilità e certezza della regolazione settoriale. Ma così non è stato.
Key4Biz. Quali saranno le conseguenze del parere della Commissione europea sulla qualifica di operatore wholesale only?
Elisa Giomi. Lo vedremo dal responso della seconda consultazione pubblica e chissà forse dai contenziosi che ne potrebbero scaturire. Ma un effetto la delibera lo ha già prodotto: tempo e risorse sprecate non solo da parte di Agcom, ma anche degli operatori che sono stati chiamati a contribuire a una valutazione prematura e logicamente errata. E infine non mi stancherò mai di dirlo: dall’inizio di questa consiliatura che risale al 2020 il settore delle comunicazioni elettroniche è privo di un quadro di rimedi regolatori, stabili, certi e prevedibili, come invece accade in tutti i settori di pubblica utilità.
Key4Biz. Quali sono gli aspetti che la preoccupano maggiormente?
Elisa Giomi. Preoccupa soprattutto la mancanza di una reale analisi di impatto della regolazione che dovrebbe essere costruita con il contributo di tutti gli operatori interessati. Se non valutiamo gli effetti concreti che la regolazione potrà produrre sugli operatori e sui consumatori, si rischiano risultati indesiderati o peggio dannosi. Non dimentichiamo che le regole che Agcom disegnerà dovranno rimanere in vigore per 5 anni. Preoccupa anche una regolazione fatta di un numero elevato di micro-norme la cui applicazione è inutilmente complessa e onerosa. Invero, l’Autorità avrebbe tra i suoi obiettivi strategici la semplificazione della regolazione, ma in questo caso c’è ancora molto da lavorare per raggiungere standard minimi accettabili.
Key4Biz. In che modo Agcom avrebbe dovuto agire diversamente, secondo lei?
Elisa Giomi. L’Autorità dovrebbe prendere coscienza che una micro-regolazione, pervasiva come quella attuale, rischia di essere dannosa per il mercato. Agcom avrebbe dovuto individuare chiaramente i singoli problemi concorrenziali e associare ad essi specifici obblighi regolatori, rispettando così il principio di proporzionalità previsto dal codice. Attualmente, invece, la delibera impone obblighi a pacchetto, presi in blocco dal codice, senza valutare come minimizzare gli oneri per FiberCop e massimizzare i benefici per il mercato. La regolazione dovrebbe scattare solo quando si verificano concreti fallimenti di mercato, altrimenti bisognerebbe lasciare spazio alla negoziazione commerciale tra gli operatori.
Key4Biz. Ritiene quindi possibile una negoziazione libera tra operatori?
Elisa Giomi. Certamente. Oggi operatori di rete come FiberCop e Open Fiber e gli operatori richiedenti l’accesso alla rete sono in grado di negoziare condizioni tecniche ed economiche che convergono verso un punto di equilibrio di mercato migliore di quello imposto da un regolatore. È vero che il potere negoziale è sbilanciato a favore degli operatori di rete, ma Agcom potrebbe creare una cornice che fissi limiti contrattuali (tra cui durata, sconti, clausole di miglior favore) e incentivi a negoziare in buona fede. Solo qualora le trattative fallissero, Agcom sarebbe chiamata a intervenire fissando condizioni economiche e tecniche favorevoli per chi ha negoziato in buona fede, aumentando eventualmente la pressione regolatoria sugli operatori con significativo potere di mercato per sterilizzare criticità verticali, come nel rapporto tra FiberCop e TIM.
Key4Biz. Quali obblighi regolatori ritiene ormai superati?
Elisa Giomi. In particolare, considero ormai arcaici obblighi come l’approvazione preventiva delle offerte di riferimento e la permanenza dell’organo di vigilanza, che oggi costituiscono solo oneri burocratici privi di benefici reali per il mercato. Serve una semplificazione dell’azione amministrativa in particolare da un’Autorità indipendente: quando per esempio un’offerta di riferimento non è conforme al quadro normativo devono scattare le sanzioni.
Key4Biz continuerà a tenere acceso il confronto sul tema, dando voce ai diversi punti di vista.
Per approfondire:
Operatore wholesale only, perché la Ue sta meditando di abolirlo?
AIIP contro l’ok Agcom a FiberCop operatore ‘wholesale only’: ‘La commistione con Tim resta, mancano i presupposti’