la dura posizione

Fibercop, Giomi (Agcom): “La decisione dell’Autorità non in linea con i criteri europei del coinvestimento”

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La commissaria Agcom Elisa Giomi spiega perché ha espresso voto contrario, rispetto alla maggioranza del Consiglio dell’Autorità, all’offerta di coinvestimento di TIM per la realizzazione delle reti in FTTH attraverso Fibercop: “La rete sarà sempre di proprietà esclusiva del monopolista TIM”. E poi critica il metodo non trasparente usato dall’Autorità per dare il primo ok.

La commissaria Agcom Elisa Giomi è contraria “per ragioni di merito e per ragioni di metodo” al primo via libera della stessa Autorità all’offerta di coinvestimento di Tim per realizzare reti in fibra ottica ad altissima capacità (VHC) per oltre 16 milioni di unità immobiliari nelle aree grigie e nere attraverso Fibercop, la newco partecipata da TimKkr e Fastweb.

Di seguito la dura nota di Giomi.

“Ho espresso voto contrario per ragioni di merito e per ragioni di metodo, che ritengo importante rendere pubbliche per promuovere una riflessione nell’interesse dell’istituzione, della sua indipendenza ed efficacia“, ha dichiarato.

“Nutro infatti”, ha spiegato, “seri dubbi sul fatto che l’offerta di TIM possa essere nella sostanza annoverata tra le forme di coinvestimento previste dall’art. 76 del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche. L’articolo”, spiega la commissaria, “mira da un lato a favorire, in un ambiente di concorrenza infrastrutturale, gli investimenti in reti ad altissima capacità e, dall’altro, prevede una limitazione delle misure correttive a carico dell’operatore monopolista”. 

Ma Giomi osserva:

Il coinvestimento di TIM, però, consiste in una sorta di affitto di lungo periodo di grandi quantità di linee agli operatori coinvestitori, che al termine del periodo di coinvestimento non risulteranno proprietari neppure di una linea. La rete, realizzata anche grazie al loro contributo, resterà proprietà esclusiva del monopolista TIM”.

“Realizzare una rete tecnologicamente neutra e aperta. E l’offerta di TIM non va in questa direzione”

Secondo la commissaria Giomi, inoltre, la deregolamentazione del monopolista a fronte di un’offerta di coinvestimento capace di attrarre investimenti in rete da parte di altri operatori è un meccanismo di incentivazione che punta anche ad assicurare l’interesse pubblico e a questo proposito afferma: “Tale interesse qui consiste nella realizzazione di una rete tecnologicamente neutra e aperta, distribuita in modo capillare su tutto il territorio nazionale. E invece l’offerta di coinvestimento di TIM non va in questa direzione, non contribuisce alla copertura delle aree grigie, né allo sviluppo delle reti di 5G, certamente obiettivi strategici per il Paese”.

Le critiche al metodo dell’Agcom per il primo ok

Nel metodo le deliberazioni più importanti sul coinvestimento, rivela ancora Giomi, “sono state prese dal Consiglio sulla base di una documentazione parziale e tuttavia spesso pari a centinaia di pagine, rese disponibili solo pochi giorni prima della riunione consiliare“. 
“I rinvii che ho dunque richiesto”, precisa la commissaria, “per poter esaminare tutta la documentazione istruttoria in tempi congrui e avanzare proposte migliorative dell’offerta di coinvestimento non sono, nella sostanza, mai stati concessi e le proposte sono state respinte senza motivazioni nel merito, come avvenuto nella riunione del 3 gennaio scorso”.

“Dall’avvio dell’istruttoria del 31 marzo 2021 ad ora”, racconta Giomi, “agli operatori non è mai stato reso noto l’iter procedimentale né è stato consentito di esprimersi sulle proposte di modifica di Agcom alle condizioni di coinvestimento di TIM. La stessa consultazione pubblica appena avviata sottopone al mercato un solo quesito generico in luogo di domande incentrate sulle tematiche di maggior rilevanza, quali condizioni e forme di accesso al coinvestimento da parte di operatori con un grado di infrastrutturazione differenziato. Eppure, sono proprio queste tematiche ad influire maggiormente sulla copertura delle aree grigie, sullo sviluppo delle reti 5G e sui relativi finanziamenti pubblici. L’avvio della consultazione pubblica, peraltro, è avvenuto, senza che il Consiglio fosse stato informato della richiesta di parere provenuta da AGCM (Antitrust) in merito agli impegni presentati dalla stessa TIM nell’ambito del procedimento per intesa restrittiva della concorrenza (impegni fortemente sovrapposti al dossier in esame presso AGCOM)”. 

“Il Consiglio”, ha fatto sapere la commissaria, “ha appreso solo il 3 gennaio della recente determina con cui gli Uffici hanno approvato l’offerta di servizi sulla tratta primaria della rete ottica di accesso, di cui TIM è quasi monopolista, e che ha quindi un impatto potenzialmente rilevante sul coinvestimento”.

Non è chiaro quale versione consolidata dell’offerta di coinvestimento di TIM sia stata oggetto di approvazione da parte dell’Autorità il 3 gennaio scorso”

“Ulteriore elemento del comunicato stampa dell’Autorità del 3 gennaio scorso che merita approfondimento è l’affermazione che le valutazioni dell’offerta di coinvestimento hanno riguardato la versione trasmessa da TIM il 22 dicembre 2021. In realtà, rende noto Giomi, “il Consiglio dell’Autorità nella riunione del 3 gennaio ha avuto a disposizione una versione di testo consolidata da TIM datata 3 dicembre 2021, che sembrerebbe essere stata integralmente sostituita da un’ultima versione inviata da TIM il 10 dicembre 2021 sebbene quest’ultima versione non riporti tale data. Non è chiaro quindi quale versione consolidata dell’offerta di coinvestimento di TIM sia stata oggetto di approvazione da parte dell’Autorità il 3 gennaio scorso”. 

“Auspico”, ha concluso la commissaria Agcom Elisa Giomi, “che la consultazione pubblica possa essere occasione per ripensare in modo costruttivo l’offerta di coinvestimento di TIM nell’interesse del mercato, dell’utenza e del bene pubblico”.