Festival del Cinema di Venezia 1965. Claudia Cardinale: bella, sensuale, indipendente

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Festival del Cinema di Venezia 1965: Claudia Cardinale: bella, sensuale, indipendente

Che dire di Claudia Cardinale?

Di sicuro che è stata una delle attrici italiane più importanti del cinema italiano del Novecento, assieme a Sophia Loren e Gina Lollobrigida, le altre due colonne della generazione delle attrici degli anni Cinquanta.

Ma Claudia Cardinale incantava.

La sua «bellezza in pari tempo solare e notturna, delicata e incisiva, enigmatica e inquietante» è stata utilizzata e valorizzata dai maggiori autori dell’epoca d’oro del cinema italiano.

La stampa internazionale l’ha spesso definita come la donna più bella del mondo durante gli anni Settanta, ponendo spesso la Cardinale, indicata come CC, in competizione con Brigitte Bardot (BB)

L’esordio è con Antonio Pietrangeli e Ugo Tognazzi nel film Il magnifico cornuto (1964), nel quale appare al culmine della propria sensualità.

Arriva ben presto il grande salto a Hollywood.

Lavora poi con Rock Hudson in L’affare Blindfold (1965) e con Anthony Quinn in Né onore né gloria (1966).

Hudson si dimostra molto protettivo nei suoi confronti, comprendendo il suo disagio di europea in un mondo diverso. Frequenta assiduamente anche Barbra Streisand ed Elliott Gould, diventa amica di Steve McQueen, ma continua a sentirsi inevitabilmente estranea a quel mondo.

Ma torna presto in Italia a lavorare con Luchino Visconti in Vaghe stelle dell’Orsa (1965), vincitore di un Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, ma anche insuccesso commerciale, nel quale ha modo di esprimere al massimo le proprie capacità drammatiche.

Vanno ricordate le sue interpretazioni per Visconti (Il Gattopardo, Vaghe stelle dell’Orsa), Fellini (), Bolognini (Il bell’Antonio, La viaccia, Senilità), Zurlini (La ragazza con la valigia), Comencini (La ragazza di Bube), Sergio Leone (C’era una volta il West), Luigi Zampa (Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata), Luigi Magni (Nell’anno del Signore) e Damiano Damiani (Il giorno della civetta).

Nel 1984 vince il Premio Pasinetti alla miglior attrice alla 42ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per Claretta. Ha inoltre vinto il Leone d’oro alla carriera, l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, 5 David di Donatello e 5 Nastri d’argento.

Come le altre attrici della sua generazione, ha incarnato un nuovo modello femminile, una donna volitiva e battagliera, che vuole essere libera e indipendente, afferma la proprietà di se stessa ed aspira ad un ruolo paritario nei rapporti affettivi e professionali.