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Festival del Cinema di Roma, recensione “The Monk and the Gun”

di Giulia Lorusso Caputi |

The Monk and the Gun, scritto diretto e co-prodotto da Pawo Choyning Dorji, è uno dei protagonisti nel panorama dei film stranieri di quest’anno alla Festa del cinema di Roma.

The Monk and the Gun, scritto diretto e co-prodotto da Pawo Choyning Dorji, è uno dei protagonisti nel panorama dei film stranieri di quest’anno alla Festa del cinema di Roma.

Il film è ambientato nel 2006 ad Ura, nel Bhutan. In quello stesso anno il re decide di abdicare in favore della democrazia. Le elezioni e l’arrivo di un’ideale progressista, creeranno forti dissapori nel villaggio che, da luogo felice e pacifico, si riempirà di invidia e competizione.

Un Lama, maestro di Dharma, è in ritiro spirituale. Mentre ascolta la radio, apprende la notizia dell’arrivo delle elezioni ad Ura. Ordina allora ad un monaco, di procurargli due pistole entro l’arrivo della luna piena.

Un’impresa che, si rivelerà fin da subito, non facile. Molti dei cittadini, infatti, non avevano nemmeno mai visto una pistola in vita loro.

Nel frattempo, un americano, coinvolto nel traffico d’armi, atterra in Bhutan, con l’obiettivo di comprare un fucile pregiato.

Ad Ura, il presidio elettorale, con non poche difficoltà, insegnerà ad i cittadini come votare.

Nel corso della storia viene sottolineato un concetto fondamentale: nonostante il progresso sia simbolo di libertà, questo non significa che crei anche un paese felice.

La definizione di progresso, infatti, è: l’acquisizione da parte dell’umanità di forme di vita migliori e più complesse, in quanto associate all’ampliamento del sapere, delle libertà politiche e civili, del benessere economico e delle conoscenze tecniche.

Ma è davvero così? Questa definizione può valere per tutti i popoli?

In Bhutan la pace regna sovrana. I cittadini non conoscono l’odio e, con poco, vivono sereni. Guardando a paesi come L’America invece, le armi costituiscono una delle basi dei rapporti umani.

Eppure, nell’immaginario di tutti, l’America è considerato un paese libero e avanzato.

Attraverso dei tempi comici perfetti e delle situazioni tra il paradossale e il grottesco, il regista riesce a descrivere uno shock culturale molto recente e che forse, continuiamo, senza accorgercene, a vivere. 

Abbiamo tutti molto da imparare da questo film: cosa è davvero importante, cosa è necessario, cosa ci serve per essere felici davvero? Ma soprattutto: siamo sicuri sia una cosa?