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FCA e il dopo Marchionne, per il nuovo ad Manley subito la sfida delle auto elettriche ed autonome

L’annuncio straordinario del Consiglio di Amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles (FCA), riunitosi d’urgenza il 21 luglio, delle inevitabili dimissioni di Sergio Marchionne da amministratore delegato del Gruppo FCA, a seguito del rapido aggravarsi del suo stato di salute, ha di certo colto di sorpresa un po’tutti, aprendo interrogativi sul futuro del piano industriale Fiat.

Da qualche tempo, si legge in una nota dell’azienda, era iniziato il processo di transizione per la carica a Chief Executive Officer di Mike Manley, già amministratore delegato di Jeep, ma, a seguito del peggioramento delle condizioni di salute di Marchionne, sembra che Manley abbia già ricevuto dal Consiglio le deleghe ad operare immediatamente da esecutivo, assumendo su di sé anche la guida dell’Area Nafta.

Sarà con ogni probabilità Manley, il prossimo 25 luglio, a presentare i risultati finanziari per il secondo trimestre del 2018.

Una nota FCA ha precisato che “Manley e la squadra di management lavoreranno alla realizzazione del piano di sviluppo 2018-2022 presentato a Balocco il 1° giugno scorso, che assicurerà a Fiat Chrysler Automobiles un futuro sempre più forte e indipendente”.

Un Piano che prevede 45 miliardi di euro di investimenti per far entrare il Gruppo nell’automotive del futuro, cioè quello digitale, connesso, automatizzato ed elettrico.

Come ha spiegato a giugno il direttore finanziario FCA, Richard Palmer, il 30% delle risorse sarà destinato a nuovi modelli e il 20% all’auto elettrica.

Un percorso obbligato per Manley, che comunque aveva di fronte a sé le stesse sfide già alla guida del marchio Jeep, posta al centro dell’evoluzione FCA, con una variante elettrica prevista dal Piano e 5 modelli a guida autonoma di livello 3.

Al termine dei tre anni, inoltre, era previsto che tutta la gamma di Jeep divenisse completamente elettrificata, grazie a modelli soprattutto ibridi, pensati in particolar modo per mercati in espansione come la Cina.

Ulteriori passi cruciali per la realizzazione del Piano, sono l’addio al diesel entro il 2021 e il lancio della già citata guida autonoma a livello 3, secondo cui in tratti autostradali o su superstrade l’auto può accelerare, frenare, sterzare e monitorare l’ambiente circostante in maniera autonoma con l’automobilista che deve essere sempre pronto a riprendere il controllo su richiesta del sistema.

A fine giugno, inoltre, il Gruppo aveva sottoscritto un nuovo finanziamento con la Banca europea per gli Investimenti (BEI), di durata quadriennale, di 420 milioni di euro destinato ai progetti di ricerca e sviluppo (R&S) da portare avanti durante il periodo 2018-2020.

Diversi gli obiettivi chiave da raggiungere, tra cui soluzioni tecnologiche per veicoli ibridi o elettrici e lo sviluppo della guida autonoma.

Attività di R&S destinate anche all’applicazione delle tecnologie di connettività per offrire servizi telematici sulla linea di prodotti FCA, con maggiore attenzione ai progetti dedicati allo sviluppo di tecnologie digitali da applicarsi ai processi di produzione.

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