Key4biz

Fatturazione elettronica, per fare chiarezza il provvedimento delle Entrate (previsto tra il 2 e 3 maggio)

Tra pochi giorni le imprese private e i liberi professionisti avranno meno dubbi e preoccupazioni sulla fatturazione elettronica che dovranno emettere, obbligatoriamente, dal primo gennaio 2019. Infatti l’Agenzia dell’Entrate, tra il 2 e il 3 maggio (termine di scadenza previsto dall’ultima legge di Bilancio, che stabilito il debutto dell’e-fattura tra privati dal prossimo anno e dal primo luglio 2018 per i carburanti, lubrificanti e subappalti con la Pa), pubblicherà il provvedimento attuativo per fissare tempi e modalità di compilazione della fattura in formato elettronico.

Regole di rifiuto e accettazione, ruolo degli intermediari, autenticità del documento e anche le questioni più strettamente connesse alla conservazione della fattura elettronica. Su tutto questa farà chiarezza il provvedimento dell’Entrate, che insieme al suo partner tecnologico Sogei, vuole semplificare ai soggetti interessati l’adempimento del nuovo obbligo tributario.

Ad esempio se non si è in possesso del corretto codice di avviamento postale del cessionario/committente l’erronea indicazione dell’informazione non costituisce errore bloccante, ma al contrario l’e-fattura proseguirà il suo viaggio digitale nel Sistema di interscambio (Sdi). Non solo. Tra le soluzioni in via di adozione anche la possibilità per ogni utente di censire una modalità di consegna standard che prevarrà su quanto indicato in fattura. Sarà messo a disposizione un servizio web sul sito delle Entrate per consentire di effettuare la scelta, indicando un codice destinatario (Id Sdi) ovvero un indirizzo di posta certificato da abbinare alla partita Iva.

La conservazione del documento elettronico rappresenta una delle grandi novità dell’e-fattura: la sua memorizzazione nel Sistema di interscambio (Sdi), oltre ad avere valore fiscale, potrà essere fatta valere sia in sede civile sia in sede penale. Inoltre, sul fronte conservazione Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha chiesto di poter prevedere che sia la stessa Agenzia, su richiesta dei contribuenti, a conservare le fatture elettroniche.

L’obiettivo di eliminare di fatto errori bloccanti ha spinto l’amministrazione a prevedere anche la possibilità di mettere in “bozza” temporaneamente i documenti elettronici che presentano codici o dati errati, per poi intervenire in un secondo momento per digitare solo il dato o l’informazione corretta.

Ai fini della validità del documento elettronico viene previsto che l’autenticità e l’integrità della fattura elettronica inviata allo Sdi sarà garantita, certamente dalla firma digitale riscontrabile dallo Sdi, ma allo stesso tempo il sistema di interscambio accetterà anche l’e-fatture non firmate digitalmente e creerà sempre un hash (della fattura) che andrà nelle notifiche e nel file metadati (l’hash fa fede ai fini dell’integrità della fattura elettronica).

Le Entrate, nelle scorse settimane, sono già intervenute con un primo provvedimento per precisare che i pagamenti di rifornimento daranno diritto alla deduzione dei costi e alla detrazione Iva se avverranno con tutti gli strumenti tracciabili diversi dal contante.

L’Agenzia delle Entrate ha confermato che in caso di omissione dell’indicazione “scissione dei pagamenti” o “split payment” sulla fattura, il fornitore è punito con la sanzione amministrativa da € 1.000 a € 8.000

 

La fatturazione elettronica quando è nata

 

La fatturazione elettronica è una modalità che arriva dall’adozione e recepimento di della Direttiva europea del 2014, relativa agli appalti pubblici: mira a incrementare l’efficienza dei controlli per ridurre l’evasione fiscale, a dematerializzare i processi delle imprese e far evolvere il Paese verso il digitale.

In Italia ha debuttato in due step, prima nel giugno 2014 e poi dal 31 marzo 2015 per tutti gli enti pubblici comprese le amministrazioni locali. Rivoluzione proseguita nel 2016 e 2017, con l’introduzione della fatturazione elettronica verso imprese e privati.

Dal 2019 tutte le imprese private saranno obbligate all’emissione di fatture elettroniche, ma l’obbligo è anticipato al 1^ luglio per chi fornisce carburanti e lubrificanti e per tutti gli operatori della filiera che partecipano ai contratti di appalto di lavori, servizi o forniture stipulati con l’Amministrazione pubblica.

Questa nuova forma di fatturazione consentirà anche di automatizzare e integrare i processi tra le imprese: si ottimizzano i costi e si riduce il rischio di fatture false, o di duplicazioni, migliorando i tempi medi di pagamento.

La fatturazione elettronica all’estero, la scelta graduale della Francia

Ora anche gli altri Paesi comunitari stanno facendo passi in avanti per adeguarsi alla direttiva 2014/55/Ue che impone l’adeguamento entro il 2018 a tutte le Pa dei Paesi membri di ricevere ed elaborare le e-fatture secondo precisi standard.

Ma per arrivare all’obiettivo c’è chi ha scelto percorsi con tappe diverse. A illustrarli è l’ultimo bollettino sulle entrate tributarie internazionali diffuso dal dipartimento delle Finanze del Mef. Ad esempio, c’è chi come la Francia ha scelto un debutto graduale destinato a concludersi a inizio del 2020. Per la gradualità è stato scelto un criterio dimensionale relativo alle società coinvolte.

Dal 2017 è partita l’e-fattura con la Pa per le aziende con più di 5mila dipendenti, dall’inizio di quest’anno è stata invece la volta di quelle tra 250 e 5mila addetti. Le ultime a partire, appunto dal 2020, saranno le imprese con meno di dieci addetti. In Spagna è stata una legge del 2013 a prevedere l’uso delle fatture elettroniche e la loro registrazione contabile nei rapporti commerciali con la pubblica amministrazione.

Inoltre tutti gli enti pubblici sono obbligati a ricevere le fatture attraverso un punto di accesso comune. Poi, alla fine del 2016, un regio decreto ha stabilito la rilevanza elettronica dei registri Iva per incentivare lo scambio digitale dei documenti fiscali. E da luglio dello scorso anno, sono state circa 62mila le aziende in possesso di requisiti specifici a procedere all’invio delle dichiarazioni Iva in formato elettronico.

In Portogallo, il decreto 198/2012 ha introdotto un sistema di trasmissione telematica dei dati di tutte le operazioni rilevanti ai fini Iva. Successivamente, la legge 96/2015 ha regolamentato l’e-procurement nella pubblica amministrazione e così ha stabilito le modalità di utilizzo della fatturazione elettronica.

L’e-fattura per le partite IVA

Dal 1^ gennaio 2019 i titolari di partite Iva (liberi professionisti) saranno obbligati alla fatturazione elettronica, con alcune eccezioni. Le piccole partite Iva nel regime dei minimi o in quello forfettario saranno esonerate dall’obbligo di emettere fatture elettroniche nelle operazioni commerciali tra privati. Tuttavia quando agiranno come acquirenti di beni o servizi il forum italiano dell’e-fattura ha chiesto che siano considerati alla stregua di consumatori finali. Vedremo la decisione finale dell’Agenzia dell’Entrate nel provvedimento che pubblicherà tra circa una settimana.

Exit mobile version