L'indagine

Fase 2, gli italiani tornano a comprare libri in negozio. Editori in crisi, ebook non è risorsa per tutti

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Le librerie riaprono e gli italiani tornano a comprare in negozio. I piccoli e medi editori però temono una crisi profonda: uno su dieci valuta di chiudere entro il 2020, uno su cinque non lo esclude. Ebook e store online risorsa solo per i grandi gruppi editoriali.

Durante la prima settimana di allentamento del lockdown, dal 4 all’11 maggio 2020, gli italiani hanno ripreso a muoversi e a spendere. Si comprano libri in negozio, ma per gli editori la crisi è forte.

Lentamente e in un contesto di forte incertezza, sia per il presente, sia per il futuro della crisi epidemica ed economica, si evidenziano dei primi segnali positivi per i consumi.

Dai dati diffusi dall’Osservatorio Stocard, si è registrato un aumento di spesa in alcuni settori merceologici, tra cui il bricolage, le librerie, i negozi di animali, i prodotti per la casa, per l’infanzia e per l’elettronica di consumo.

Tornano gli acquisti in negozio

Fatto 100 il numero di acquisti nella settimana di normalità pre Coronavirus (10-16 febbraio), le librerie registrano il 42% di acquisti nella settimana che va dal 4 all’11 maggio, in notevole aumento rispetto al 27% della week precedente. I negozi di elettronica riportano il 63%, contro il 52% della settimana precedente.

Dati che lasciano un certo margine di ottimismo e fiducia per il futuro, soprattutto alla luce dell’impatto pesantissimo che la crisi sanitaria ha lasciato sul comparto dell’editoria italiana, principalmente piccoli e medi imprenditori.

Eppure, per il comparto libri, quasi un editore su dieci (il 9%), tra i piccoli e i medi, sta valutando la chiusura già quest’anno, mentre un altro 21% la considera probabile: è quanto emerge dalla quarta rivelazione dell’Osservatorio sull’impatto Covid-19 dell’Associazione Italiana Editori (AIE) con dati raccolti dal 19 al 23 aprile.

Editori in crisi

In termini di attività editoriale e di titoli pubblicati, sempre tra i piccoli e medi editori italiani, tra marzo e aprile si è stimato un taglio del 35%, mentre per maggio-giugno i rinvii potrebbero salire al 59%.

Per la fine del 2020 si attende una riduzione del 32% dei titoli pubblicati, cioè 21.000 opere in meno.

Il calo del fatturato è molto pesante: il 72% dei piccoli e medi editori stima una perdita a marzo superiore al 30%, il 56% superiore al 50%, il 29% superiore al 70%.

Solo il 14% degli editori indicano un aumento nella vendita di ebook superiore al 40%; le vendite negli store online sono cresciute di oltre il 40% solo per il 2% degli editori e quelli sul sito della casa editrice di oltre il 40% solo per il 16%.

In termini di occupazione, il 35% degli editori ha chiesto ai dipendenti di smaltire le ferie non godute, il 34% ha messo alcuni dipendenti in cassa integrazione, il 31% tutti.

Sulla ripartenza post Covid-19 e il rilancio del settore, in pochi ci credono. Secondo le rilevazioni, infatti, solo il 2% dei piccoli e medi editori ritiene che quest’anno manterrà il fatturato del 2019 grazie a un recupero nella seconda parte dell’anno. Il 57% scommette nel 2021, il 33% non prima del 2022.