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Fake news, a certificare la ‘verità’ la Polizia Postale

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In vista delle elezioni politiche il ministro dell’Interno Minniti affida il ‘pulsante rosso’ per riconoscere le fake news alla Polizia Postale. Gli utenti segnalano l’eventuale bufala online e, se certificata tale, viene comunicata sui canali social della Polizia. Una mossa perché i giornalisti non verificano più le notizie?

La Polizia Postale da oggi va anche a caccia di fake news. Cerca di verificarle, fin dove è possibile, e una volta smascherate ne dà visibilità sui siti e sui canali social del Commissariato di Polizia di Stato online. Il nuovo ruolo di fact-checking le è stato assegnato dal ministro dell’Interno Marco Minniti, che con questa mossa vorrebbe combattere buona parte delle bufale sul web in questa campagna elettorale che porta alle elezioni politiche del 4 marzo prossimo.

Ai cittadini-utenti viene data la possibilità di segnalare l’eventuale notizia falsa attraverso questo modulo presente sul sito del Commissariato PS online: è obbligatoria sola un’email valida, in più occorre indicare l’URL o social network su cui la presunta bufala è pubblicata. Spetta poi alla Polizia Postale premere o non premere il ‘pulsante rosso’ per bollare il contenuto come fake news.

Ma tecnicamente come fa?

Tecnicamente come viene accertata la ‘verità’

Ricevuta la notizia, la Polizia Postale verificherà, per quanto possibile, l’informazione, con l’intento di indirizzare la successiva attività alle sole notizie manifestamente infondate e tendenziose, ovvero apertamente diffamatorie.

La notizia, in particolare, verrà presa in carico da un team dedicato di esperti del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) che, in tempo reale, 24 ore su 24, effettuerà approfondite analisi, attraverso l’impiego di tecniche e software specifici per l’OSINT in rete, al fine di individuare la presenza di significativi indicatori che permettano di qualificare, con la massima certezza consentita, la notizia come fake news (presenza di smentite ufficiali, falsità del contenuto già comprovata da fonti obiettive; provenienza della presunta fake da fonti non accreditate o certificate etc.).

Tale speciale team curerà altresì un’autonoma attività di raccolta informativa, al fine di individuare precocemente la diffusione in rete di notizie marcatamente caratterizzate da infondatezza e tendenziosità, ovvero apertamente diffamatorie.

In sostanza la Polizia Postale svolgerà o cercherà, vedremo presto con quali risultati, il lavoro giornalistico, o meglio quel lavoro di fact-checking che in Italia solo rare testate giornaliste fanno. Perché faticoso, costoso e difficile. E spesso neanche si fa perché la fake news del giorno fa gioco all’editore di turno.