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Fair Share, Marco Scialdone (Euroconsumers) ‘Provvedimento ingiustificato, rischio boomerang per le Telco’

Il “Fair Share” non è certo un tema nuovo nel mondo delle Tlc. Già nel 2012, grandi aziende telecomunicazioni avevano chiesto alla Commissione Ue di obbligare i grandi fornitori di servizi digitali a sostenere parte dei costi della rete di telecomunicazioni europea. Sia nel 2012 che nel 2022, le argomentazioni portate avanti dalle grandi società di telecomunicazioni si basavano su un insieme di presupposti imprecisi ed errati, che possono essere facilmente verificati. Il rischio, in definitiva, è che gli OTT si comprino gli operatori Tlc e facciano da sé anche il trasporto. Ne abbiamo parlato con Marco Scialdone, Head Litigation and Academic Outreach di Euroconsumers.

Key4biz. Cosa pensa Euroconsumers del Fair Share, oggetto di una consultazione appena conclusa a Bruxelles? Sarebbe un vantaggio per i consumatori?

Marco Scialdone. Una delle sezioni del documentoThe Future of Connectivity Ensuring a connected world that serves consumers” (scarica il PDF) che abbiamo presentato nell’ambito della consultazione pubblica dalla Commissione Europea chiusasi venerdì scorso è dedicata a sfatare i miti che riguardano il fair share. Come Euroconsumers siamo contrari alla proposta, non perché disconosciamo l’importanza dello sviluppo delle reti di telecomunicazione, ma perché riteniamo che non ci sia stato un impact assesment corretto da parte della Commissione. Si tratta, inoltre, di un’iniziativa che può avere delle conseguenze non volute molto pesanti sulla net neutrality. Il che rappresenta un rischio non accettabile per i consumatori.

Key4biz. In sintesi? 

Marco Scialdone. In sintesi, da un lato mancano evidenze scientifiche circa la necessità di questa misura, come evidenziato anche dal BEREC nella sua analisi preliminare, dall’altro, sembra esserci una grande confusione tra le piattaforme, che sono quelle che erogano il servizio, e il traffico generato.

Key4biz. Perché?

Marco Scialdone. Perché il traffico è generato dalla richiesta dei consumatori e degli utenti, non dalle piattaforme. Quindi, è la tipologia di servizi che gli utenti richiedono e che si aspettano di ritrovare online che genera traffico. Se un domani, ad esempio, il consumatore decide che non è più interessato ai film di Netflix ed è invece interessato soltanto a leggere documenti di testo, quello genererà una certa tipologia di traffico. Insomma, non è Netflix, da sola, a spingere il traffico. Anzi, si può dire che il fatto che si siano diffuse reti sempre più performanti ha spinto il consumatore a richiedere contenuti di qualità maggiore e, dunque, di maggior impatto in termini di volume di dati trasmessi.  

Key4biz. Paradossalmente, gli operatori guadagnano dal traffico.

Marco Scialdone. Certamente. Il traffico che viene pagato dai consumatori. Qui la questione è diversa: in linea con quanto accaduto con la Direttiva Copyright e con il nuovo diritto riconosciuto agli editori, sembra intravedersi la tendenza del regolatore ad addossare ad un certo comparto industriale il peso delle difficoltà che un altro settore dell’economia si trova ad affrontare. Nel caso della Direttiva Copyright era l’editoria tradizionale, nel caso del fair share sono gli operatori di telecomunicazioni. È un approccio per così dire “redistributivo”. Qual è il settore che adesso ha tanti soldi? Gli OTT. E allora deve contribuire a settori collaterali che ne hanno meno e sono in difficoltà. Mi sembra che sia questa la filosofia di fondo.

Key4biz. E in questi 7 o 8 anni le telco non sembra si siano rinnovate. 

Marco Scialdone. È paradossale che le telco si lamentino di dover vivere in un mercato altamente competitivo e che per questo sono costrette ad abbassare i prezzi. In buona sostanza si mette in dubbio che la competizione sia un valore da salvaguardare per un mercato efficiente. Per le organizzazioni di consumatori questo è inaccettabile. Per i consumatori la concorrenza ha prodotto una situazione ottimale abbassando i prezzi e aumentando la qualità delle reti. 

Key4biz. L’ultima proposta della industry delle Tlc è di tassare i grandi generatori di traffico che producono più del 5% del traffico complessivo. Perché il 5%?

Marco Scialdone. Probabilmente avranno verificato che quella percentuale copre i 4 o 5 maggiori player della rete. Ultimamente, soprattutto nel digitale, ci stiamo abituando a regolamenti che si applicano a pochi soggetti, a tal punto da sembrare più provvedimenti amministrativi che norme generali ed astratte.  Subentra poi un secondo aspetto di cui tenere conto.

Key4biz. Quale?

Marco Scialdone. Se alcune aziende devono pagare per il traffico che generano, potrebbero alla fine decidere di diventare loro stesse degli operatori. Google potrebbe direttamente diventare un operatore di telecomunicazioni. Se devo pagare per trasportare il mio traffico, allora lo trasporto direttamente io. Mi compro una compagnia e lo faccio io. A quel punto potrei decidere che alcune cose passano soltanto sulla mia rete. Ma questo vorrebbe dire distruggere direttamente il principio di un’Intenet aperta e neutrale.

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