Dibattito

Fair share, Breton insiste per tassare le Big Tech su fibra e 5G

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Thierry Breton, commissario europeo al Mercato Interno, continua a difendere la proposta di far contribuire le Big Tech al finanziamento di fibra e 5G nella Ue e non vede problemi con la net neutrality.

L’Europa sta perdendo terreno nella corsa globale alle nuove reti a banda ultralarga. Servono quindi ingenti investimenti da parte delle telco per realizzare le nuove infrastrutture e raggiungere gli obiettivi di copertura fissati da Bruxelles. E’ per questo che Thierry Breton, commissario europeo al Mercato Interno, continua a difendere la proposta di far contribuire le grandi Big Tech al finanziamento di fibra e 5G nella Ue.

Una posizione, ribadita ieri, che pone Breton in contrasto con il BEREC, l’organismo che raccoglie tutti i regolatori della Ue, che non più tardi del mese scorso ha reso noto di non riscontrare alcun problema di concorrenza né fallimento di mercato che giustifichi alcun intervento in materia.

Tlc europee indietro

“La capitalizzazione di mercato delle telecomunicazioni dell’UE è costantemente inferiore a quella degli Stati Uniti. È meglio essere una società di telecomunicazioni negli Stati Uniti che in Europa”, ha detto Breton a una conferenza.

“In termini di diffusione del 5G, l’UE è in ritardo rispetto ad altre regioni del mondo. Solo per alcune cifre, la copertura della popolazione 5G è del 95% negli Stati Uniti contro il 72% nell’UE. Adeguato al PIL, l’investimento nel 5G nell’UE è inferiore a quello di altre regioni del mondo”, ha detto.

Breton ha poi aggiunto che l’Europa ha bisogno di investire in edge cloud computing, intelligenza artificiale e virtualizzazione delle reti. “Non c’è tempo da perdere ed è per questo che bisogna partire dall’infrastruttura. La nostra infrastruttura, le telecomunicazioni dal punto di vista della rete e della connettività è adeguata a rispondere all’obiettivo di matchare i nostri dati digitali? La mia risposta oggi è no”, ha detto Breton.

Per Breton net neutrality non è in discussione

Il commissario ha poi smentito che richiedere ad alcuni utenti di pagare più di altri significhi trasgredire alle norme sulla net neutrality, secondo cui tutti gli utenti devono ricevere un pari trattamento.

“Non toccheremo la net neutrality. Non è una questione di cambiare la net neutrality. Questo è un principio insito nei nostri valori e nella nostra Decade Digitale, quindi basta dire questa cosa”, aggiunge Breton.

Breton, che ha chiesto feedback a tutte le parti interessate sull’argomento in una consultazione appena conclusa, ha dichiarato di aver ricevuto 437 contributi. Entro la fine di giugno dovrebbe pubblicare un rapporto che indicherà i suoi prossimi passi.

Qualsiasi proposta legislativa deve essere discussa con i paesi dell’UE e i legislatori dell’UE prima che possa diventare legge.

La questione contrappone Deutsche Telekom, Orange, Telefonica e Telecom Italia a Google, Apple, Meta Platforms, Netflix, Amazon e Microsoft.

I ceo delle telco Ue incontrano Vestager e Breton

Intanto, ieri i ceo dell’industria europea delle telecomunicazioni – compreso Pietro Labriola, l’ad di Tim – hanno incontrato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea Margrethe Vestager e lo stesso commissario Thierry Breton.

Al centro della discussione anche il mercato unico delle tlc, si legge in una nota dell’Etno.

Tra gli argomenti trattati durante gli incontri anche “lo stato del settore europeo delle telecomunicazioni e la sua rilevanza per gli obiettivi politici dell’Ue e il rapporto tra evoluzioni tecnologiche e Open Strategic Autonomy”, si legge nel comunicato ripreso da Ansa.

E ancora: “il futuro del settore delle comunicazioni elettroniche e le relative politiche, in particolare la creazione di un mercato unico europeo delle telecomunicazioni”.