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Facebook, YouTube, Netflix e Amazon: 25 miliardi di fatturato in più per l’industria video

Il mercato mondiale degli Over-The-Top ha visto salire il fatturato dell’industria dei video di circa 25 miliardi di dollari.

Segno evidente che il consumo di contenuti si sta velocemente spostando verso il web, sulla scia della necessità dell’utente di avere una programmazione che sia costruita sulla base dei propri gusti, esigenze e tempi.

Secondo l’ultimo Studio di Boston Consulting Group (BCG), il settore video è in crescita di oltre il 20% con quote maggiori rispetto alla tv tradizionale che ha visto i suoi ricavi aumentare ma solo del 2%.

Per John Rose, senior partner di BCG e coautore del Report ‘The Impact of OTT on Video Production Around the World’, “il più grande impatto del mercato OTT sulle industrie televisive e cinematografiche è la rimozione di barriere – strategiche, economiche e nazionali – alla distribuzione di contenuti video”.

“La domanda di video di qualità da parte dei consumatori, il numero e la varietà di nuovi servizi che gli OTT offrono per incontrare questi bisogni, stanno aumentando il valore di mercato dei contenuti e destabilizzando il ruolo e il valore dei network lineari e degli aggregatori tradizionali“, ha osservato Rose.

Nonostante la rimozione delle barriere e l’accresciuta competizione, BCG sostiene che la crescita degli OTT ha prodotto un mercato che è, per molti versi, “finanziariamente più concentrato di quanto non fosse nell’ecosistema della Tv tradizionale”.

Secondo il Report, circa la metà dei 25 miliardi di dollari delle revenue annuali del mercato OTT vanno ai cinque colossi che coprono entrambi i modelli: con abbonamento o sostenuti dalla pubblicità.

Si tratta di Facebook, YouTube, Netflix, Amazon e Hulu.

In totale, BCG stima che il mercato OTT globale supporta circa 500 player anche se la maggior parte di questi sono concentrati su un singolo mercato domestico.

Maxdome in Germania e il servizio Iflix nel sudest asiatico sono considerati casi di successo locale.

La competizione è però molto dura.

“Solo in pochi mercati in cui è presente Netflix c’è un player locale che è riuscito a guadagnare più del 25% delle sottoscrizioni”, si legge nel Report.

Dal punto di vista dei contenuti, il report sostiene che gli OTT hanno guidato un “aumento del volume di produzione di alta qualità“, con il numero di produzioni originali solo negli USA che passa dai 200 del 2009 a oltre i 400 nel 2015.

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