un'altra multa

Facebook multata con 150mila euro in Francia ‘Ha raccolto dati degli utenti senza consenso’

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Il garante privacy francese ha sanzionato Facebook con una multa di 150 mila euro per due motivi: raccolta massiccia dei dati personali degli utenti a fini pubblicitari e per aver tracciato senza consenso la navigazione gli utenti internet, con o senza account sul social network, attraverso siti terzi con un cookie.

Dopo la sanzione dell’Antitrust italiana, Facebook è finita di nuovo sotto la lente d’ingrandimento di un’Authority europea, per la precisione del Garante per la privacy in Francia. La Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL) l’ha sanzionato con 150 mila euro per due motivi:

  • “Facebook ha effettuato una raccolta massiccia dei dati personali degli utenti a fini pubblicitari”.
  • “Ha tracciato, senza il consenso, la navigazione degli utenti francesi, con o senza account, attraverso siti terzi grazie ad un cookie”.

La proceduta avviene attraverso un cookie (Datr) e “non permette agli utenti di Internet di essere chiaramente informati e di capire che i dati vengono raccolti in modo sistematico durante la navigazione” su altri siti web.

La Cnil aveva avviato l’indagine nel 2015 con le autorità di altri quattro Paesi europei (Spagna, Belgio, Paesi Bassi e la regione di Amburgo, in Germania) e ha ritenuto le risposte fornite dal gigante del web “insoddisfacenti”.

Dunque la violazione della privacy degli utenti francesi non è sfuggita alla CNIL, l’autorità amministrativa indipendente nata in Francia nel 1978 proprio per far rispettare la corretta applicazione della legge sulla protezione dei dati personali: è l’omologa del Garante per la protezione dei dati personali in Italia.

La replica di Facebook

“Facebook ha sempre rispettato la legge europea sulla protezione dei dati attraverso la nostra istituzione in Irlanda”, ha dichiarato Lena Pietsch, portavoce del social network, “Vogliamo continuare a discutere di questi problemi con la CNIL”, ha concluso la società, che ancora non ha deciso se fare appello alla sanzione comminata dal garante per la privacy francese.