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Facebook, Haugen: “Il Metaverso? E’ una rinuncia ai dati personali. Si rischia un altro monopolio”

“Il Metaverso che il capo di Facebook sta costruendo costringerebbe le persone a rinunciare ancora di più ai propri dati personali, potrebbe creare dipendenza e consegnare alla ‘galassia’ di 1 Hacker Way a Menlo Park un altro monopolio nel mondo online”.

Dopo le pesanti accuse rivolte alla piattaforma di Mark Zuckerberg al Congresso il mese scorso, l’ex dipendente di Facebook, Frances Haugen, ha espresso anche preoccupazione per il progetto del Metaverso, il nuovo mondo “virtuale che Zuck vorrebbe creare”.

Secondo quanto dichiarato in un’intervista all’Associated Press la “talpa” del popolare social network si tratta di un “mondo virtuale” che costringerebbe le persone a rinunciare a più informazioni personali, creerebbe dipendenza e darebbe alla compagnia un altro monopolio nel mondo online.

“Facebook dovrebbe avere un piano di trasparenza per il metaverso prima di cominciare a mettere su tutta questa roba. Possono nascondersi dietro a un muro, fare errori involontari, dare la priorità ai propri profitti prima della sicurezza”, ha dichiarato ancora. Il metaverso è una sorta di internet che prende vita, più o meno, in un ambiente in 3D. Mark Zuckerberg lo ha descritto come “ambiente virtuale” dove si può entrare, invece di guardarlo da uno schermo. In questo modo, ha riorientato il modello di business dell’azienda, puntando sul futuristico mondo della realtà virtuale e rinominando la società Meta.

Ieri la “whistleblower” di Facebook è stata audita al Parlamento europeo a seguito dell’audizione davanti ai legislatori europei di Bruxelles. Qui il video completo

Chi è Frances Haugen: la talpa di Facebook

Ex dipendente di Facebook, Frances Haugen è salita alla ribalta all’inizio di ottobre quando è apparsa in uno spettacolo in prima serata sulla televisione americana e ha affermato che l’azienda sceglie costantemente di dare priorità alla sua redditività e crescita a scapito del benessere dei suoi milioni di utenti in tutto il mondo.

Haugen, che lavorava nel dipartimento di integrità civica dell’azienda, ha fatto trapelare migliaia di documenti sensibili e inediti al Wall Street Journal e alla Securities and Exchange Commission per sostenere le sue affermazioni.

L’ingegnere dei dati ha accusato Facebook di promuovere un modello di business che promuove l’incitamento all’odio e la disinformazione, danneggia la democrazia e semina la divisione sociale attraverso la diffusione incontrollata di contenuti polarizzanti, ma altamente redditizi.

Ha parlato dell’impatto negativo di Instagram sulla salute mentale degli adolescenti e del ruolo abilitante di Facebook nella violenza etnica in Etiopia e Myanmar. Ha anche affermato che il gigante della tecnologia ha ingannato gli investitori presumibilmente dipingendo un’immagine ingannevole dei suoi sforzi per frenare la disinformazione. Più di recente, ha invitato il fondatore e CEO Mark Zuckerberg a dimettersi.

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