l'intervista

F. De Leo: “L’Italia tiri fuori il meglio di sé. Il NextGenEU? L’occasione della rinascita, ma servono innovazione e trasparenza”

a cura di Raffaele Barberio |

Dobbiamo continuare a guardare avanti, nonostante la pandemia, raccogliendo le sfide del cambiamento. Ci sono molte più persone di quello che immaginiamo che sono pronte ad accettare la sfida del cambiamento. Occorre solo cercare di ascoltare le loro voci ed impegnarsi a promuovere le loro istanze. Ma queste sono le responsabilità di una classe dirigente.

Consueto appuntamento settimanale con Francesco De Leo, Executive Chairman di Kauffman & Partners (Madrid), per ragionare su dove vanno i mercati e su dove va l’Italia. Su come si lancerà il piano Next Generation EU e sul se e come l’Italia sarà capace di voler superare i vecchi schemi del passato per convertirsi ad una nuova visione del futuro, coraggiosa, innovativa e gestita con trasparenza. Quanto peserà il deficit di classe dirigente? Quanto influiranno le valutazioni dei mercati sul comportamento dell’Italia, quali giudizi darà l’Europa?

Come si vede c’è di tutto e di più: è una partita complessa e forse l’Italia potrebbe trovare il coraggio di dare il meglio di sé. Vediamo il suo punto di vista ed i messaggi di mobilitazione che ne derivano.

Key4Biz. Siamo a ridosso della pausa estiva. Tra qualche settimana si ripartirà e non sappiamo se con lentezza o con sprint. Cosa è cambiato rispetto agli inizi della pandemia?

Francesco De Leo. La pandemia ci ha portati inevitabilmente a concentrarci sulle piccole e grandi sfide di ogni giorno. E del resto non potrebbe essere altrimenti, perché in tutti noi subentra un istinto di sopravvivenza. Purtroppo in questi casi le circostanze spingono a restringere i nostri orizzonti. Ebbene questo è ciò che non deve accadere. Dobbiamo invece continuare a guardare avanti, raccogliendo le sfide del cambiamento.

Key4Biz. Facile a immaginarlo, meno semplice ad attuarlo…

Francesco De Leo. Certo, per carità, lungi da me imporre semplificazioni fuori luogo, ma noi dobbiamo guardare con attenzione ciò che accade intorno a noi e cogliere i segnali ispiratori. Tre dati su tutti. Il primo è che gli investimenti in venture capital (VC) nei primi sei mesi dell’anno sono stati i più alti di sempre (270 miliardi di dollari). Il secondo è che l’emissione di green bond nei primi 4 mesi dell’anno ha superato l’intero ammontare dell’anno precedente (720 miliardi di dollari). Il terzo è che, sulla base delle proiezioni disponibili il Modello Y di Tesla, che sarà introdotto sul mercato europeo il prossimo mese di agosto, si appresta a diventare l’auto più venduta di sempre nel corso del 2022, con un picco di 750 mila unità.

Key4Biz. Eppure il settore delle auto, così come lo abbiamo immaginato e visto sino ad ora, sembra aver preso una brutta china?

Francesco De Leo. Solo in Europa nel corso dell’ultimo anno si sono venduti 2 milioni di auto in meno e la difficile reperibilità (shortage) di microchip per il settore obbligherà a rivedere le aspettative dei mercati al ribasso. Ci sono 14 milioni di posti di lavoro nel settore automobilistico che potrebbero essere a rischio se non si affronteranno i problemi in chiave strutturale.  Ogni giorno, da qui fino alla fine di agosto, almeno 16 società fra le quotate dello Stoxx Europe 600 riporteranno i rispettivi risultati. Inutile dire che c’è molta tensione fra analisti ed investitori, con il rischio che il gap fra aspettative e risultati rischi di tradursi in una correzione significativa dei corsi di Borsa.

Key4Biz. L’industria dell’auto andrà in crisi, ma magari ci potremo consolare con il digitale?

Francesco De Leo. Non sarà proprio così. L’Europa accusa un ritardo strutturale nel rollout del 5G per l’eccessiva leva finanziaria che sta affossando il settore delle telecomunicazioni, con il rischio di innescare una decelerazione della transizione digitale con effetti destabilizzanti sulla competitività dell’eurozona. L’Europa è a un bivio, perché se il futuro è alle porte è pur vero che il passato pesa come un macigno. Se si vuole avere qualche chance di abbracciare il cambiamento, è bene che l’Europa si faccia trovare pronta, superando contrapposizioni e diffidenze. E i fondi del Next Generation EU sono un punto di partenza, ma da soli non sono sufficienti. Occorre maggiore coordinamento e collaborazione fra Paesi e fra pubblico e privato.

Key4Biz. Da dove ripartire?

Francesco De Leo. Il problema più urgente è quello di individuare le sfide chiave, quindi darsi delle priorità ed agire in modo conseguente. Non tutti sono stati colti di sorpresa dallo shortage di microchip. Tesla non ha modificato la propria “guidance”, mentre Ford ha dovuto comunicare ai mercati di avere ridotto del 50% i propri piani di produzione per il secondo trimestre, che si è da poco concluso. È una questione di “mindset” e di come si affronta la competizione. Tesla ha condiviso in anticipo le specifiche del nuovo firmware per i microcontrollori, allargando per prima il perimetro dei propri fornitori, mettendosi al riparo dalle fluttuazioni nella fornitura dei microprocessori, ma non per tutti è stato così. E questo fa la differenza. Perché, a parità di condizioni, è prevedibile che nel corso di quest’anno Tesla sarà in grado di aumentare la propria quota di mercato, mentre chi non ha provveduto a mettersi al riparo dello shortage di microprocessori sarà costretto rivedere al ribasso le proprie stime. Leggere in anticipo la direzione del cambiamento e farsi trovare pronti non è semplice, né scontato, ma fa la differenza. Ancora di più in questa fase in cui si stanno affermando innovazioni radicali. Parlare di firmware, di microprocessori, di intelligenza artificiale in un settore come quello automobilistico poteva sembrare fuori tempo e fuori luogo appena pochissimo tempo fa, ma è quello che sta succedendo. E ora il terreno di confronto competitivo si è modificato per sempre e non lascia margini ad interpretazioni.

Key4Biz. Allora bisogna mettersi in gioco, come dice le, e con coraggio. Ma abbiamo ancora chance di rientrare in partita?

Francesco De Leo. Certamente si: le partite, come abbiamo visto, si vincono ai calci di rigore, e non potrebbe essere altrimenti, quando la competizione fra Paesi si gioca su scala globale. L’unico vizio che non ci possiamo permettere è quello di essere attendisti, o di giocare solo di risposta. Quando si entra in una fase di rapida accelerazione del cambiamento, come quella che stiamo attraversando da un anno a questa parte, stare fermi vuole dire arretrare. Il Governo Draghi è chiamato a dare dei segnali forti, inequivocabili, che un certo “provincialismo” italico, radicato nelle corde dell’establishment che mira esclusivamente al mantenimento dello “status quo”, sia progressivamente superato.

Key4Biz. E su cosa dovremmo puntare?

Francesco De Leo. Occorre puntare sui settori che stanno emergendo come la forza trainante della trasformazione in atto: innanzitutto l’Intelligenza Artificiale, quindi l’Energia, assieme all’elettrificazione del sistema dei trasporti su scala globale e, infine, le infrastrutture intelligenti. È consuetudine per gli investitori seguire una massima semplice nel dettato, ma impegnativa nelle implicazioni: “never throw good money after bad money” (ndr.  non gettare al vento denaro fresco per inseguire investimenti già in origine sbagliati).

Key4Biz. A cosa si riferisce?

Francesco De Leo. Non ho idea di come si potrebbe giustificare agli occhi del Paese, dell’Europa e dei mercati finanziari che i fondi del Next Generation EU siano impegnati per “tappare” buchi (come qualcuno ancora pensa), investendo in società decotte e settori maturi, già sin d’ora ampiamente ai margini del cambiamento digitale in corso. Non sfugge a nessuno che si stia consolidando la sgradevole sensazione che le lobby dell’immobilismo che hanno affossato il nostro Paese negli ultimi 20 anni siano oggi alacremente al lavoro, al solo scopo di mantenere intatto lo status quo. Se il Governo Draghi deve darsi come obiettivo quello di mettere in campo un progetto serio ed autorevole di rilancio del Paese, non può non tenere in conto che è fondamentale guadagnarsi sul campo l’apprezzamento dei mercati finanziari.

Key4Biz. Come?

Francesco De Leo. Ci può essere una sola bussola, declinata su due requisiti di fondo: innovazione e trasparenza. Se non dovesse essere così, non credo passerà molto tempo prima che i mercati finanziari e l’Europa faranno sentire la propria voce con un rialzo dello spread ed una correzione al ribasso dei titoli quotati sul listino di Milano. Se si devono chiudere i conti con un passato con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, sarebbe meglio non sbarrare per sempre la porta al futuro che avanza.

Key4Biz. Su chi puntare?

Francesco De Leo. Occorre rafforzare i player di punta del nostro Paese, che hanno dato ampia dimostrazione di sapere stare al passo con il cambiamento e che già oggi sono in condizioni di competere su scala globale. Non si può buttare via tempo ed investimenti per cercare di “raddrizzare” partite (ovvero società) che sono già condannate dalla storia, su progetti ed iniziative non in condizioni di scalare di dimensione fuori dai confini nazionali. Non facciamoci trascinare a fondo da chi cerca di spacciare per progetti di rilievo nazionale, iniziative che rischiano di fare del nostro Paese “l’Itaglietta” di cui nessuno (e finanche i nostri detrattori) sentono più il bisogno. Stiamo con piedi e testa saldamente ancorati in Europa, con l’aspirazione di riuscire ad essere competitivi in un mondo sempre più globale ed interconnesso. Non ci sono mezze misure, o facili scorciatoie. E ricordiamoci che gli interessi nazionali si difendono meglio quando si affronta la competizione sui mercati e non nelle conversazioni da salotto: siamo già in un Paese con 58 milioni di commissari tecnici della nazionale, cerchiamo di non lasciarci trascinare da quello che Rumelt definirebbe “superstitious learning”, ovvero la facilità con cui siamo “naturalmente” inclini ad attribuirci meriti che in realtà sono solo frutto della sorte o di coincidenze fortunate.

Key4Biz. Con quali armi??

Francesco De Leo. Ci vorrebbe da parte di tutti una maggiore presa di consapevolezza delle scelte difficili che ci attendono ed un orientamento diffuso ad impegnarsi ad affrontare le sfide in campo aperto. È come se la pandemia avesse avuto come l’effetto di fare ripiegare il Paese su sé stesso, alla ricerca di quelle poche ed effimere certezze che, giorno dopo giorno, vengono spazzate via dalla crescente vulnerabilità di un mondo progressivamente più fragile. In due parole: dobbiamo sforzarci di uscire dalla nostra “comfort zone”.

Key4Biz. Lei da dove ripartirebbe?

Francesco De Leo. Dobbiamo riuscire a darci una dimensione europea ed avviare una nuova stagione di alleanze, cercando di non lasciarci distrarre da temi marginali, utili solo per fare i titoli dei giornali. Non si può giocare di rimessa. Occorre farsi trovare pronti agli appuntamenti che contano. Un po’ come ha fatto la nostra nazionale di calcio che ha vinto gli Europei 2021 giocando le partite chiave in trasferta, sfidando gli inglesi in finale a casa loro. È quello che ha fatto Pedro Sanchez, la scorsa settimana, con un viaggio in California, dove ha rilanciato il ruolo della Spagna come hub di innovazione. Bloomberg ne ha dato ampio risalto e gli ha riservato uno spazio ben al di là delle consuete attenzioni che si riservano ad un Primo Ministro europeo.

Key4Biz. E cosa ha portato a casa?

Francesco De Leo. Mentre tutti da noi erano presi a trattare temi utili solo a scopi elettorali interni, la Spagna si è mossa per prima per assicurarsi che Apple localizzi il proprio centro di ricerca sull’intelligenza artificiale proprio a Madrid. Non è un caso, perché in Spagna si producono più automobili che in Italia, ed è un settore (quello dell’Automotive) in cui l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo chiave nell’evoluzione della mobilità futura (Mobility as a Service, Maas). Ma Pedro Sanchez non si è limitato a questo. Ha ricordato che lo scorso anno, anche se in una situazione difficile per la pandemia, la Spagna è stata in grado di attirare 2,3 miliardi euro di investimenti esteri in venture capital e che alcune delle imprese di punta in ambito tecnologico, come Google, Amazon, Facebook e Netflix hanno fatto di Madrid il loro hub di sviluppo in sud Europa.

Key4Biz. E l’Italia?

Francesco De Leo. La partita del Next Generation EU non si gioca solo dentro gli stretti confini nazionali, ma su scala globale e l’Italia non può rimanere indietro. Sarebbe meglio tenerne conto ed evitare di rimanere condannati dalla storia ad un ruolo marginale, perché non si è in grado di valutare quali siano i reali equilibri in gioco. I numeri contano e come sempre fanno la differenza, al di là degli effetti-annuncio inseguiti dalla politica di casa nostra e amplificati dalla stampa. Solo per farsi un’idea, a tre anni dagli inizi dell’attuale legislatura, la soglia di investimenti in venture capital nel nostro Paese non ha superato i 560 milioni di euro, meno di un quarto di quanto fatto dalla Spagna nell’ultimo anno: troppo poco e troppo tardi. Anche di questo il Governo Draghi dovrà tenere conto, per colmare il gap ancora troppo ampio che ci separa dall’Europa.

Key4Biz. E in conclusione, le reazioni dei mercati in che direzione vanno?

Francesco De Leo. I mercati tendono per loro natura a polarizzarsi, penalizzando chi si trova dalla parte sbagliata del cambiamento. Un caso su tutti, torno a dirlo, è la migrazione di valore che sta interessando il settore delle telecomunicazioni, con poco spazio lasciato ad interpretazioni di parte. Alla chiusura dei mercati, venerdì 23 luglio, Cellnex, la società di torri quotata in borsa a Madrid il 7 maggio 2015, capitalizzava 37,7 miliardi di euro, quasi come Telefonica, TIM e KPN messe insieme (40,2 miliardi di euro), o vicino a 3 volte la capitalizzazione di TIM, Leonardo-Finmeccanica e Fincantieri messe insieme (13,26 miliardi di euro). È doloroso doverlo ammettere. Del resto, chi non vorrebbe che fosse diverso. Ma i numeri parlano chiaro e qualche segnale cercano di darlo. Non c’è tempo per rintanarsi nel passato, occorre voltare pagina e rimanere agganciati al cambiamento, puntando su settori che promettono maggiori margini di crescita, come nel caso delle nostre società legate al settore dell’energia (ENEL su tutte) e delle infrastrutture di nuova generazione (Autostrade per l’Italia-ASPI). Andiamo verso il nuovo mondo, come successe più di 100 anni fa con la contemporanea introduzione dell’automobile, dell’elettricità e della telefonia, e non possiamo entrare nel futuro, appesantiti dalla legacy di un passato che non tornerà più. Prima se ne prende atto e prima il Paese può ripartire, avviando una stagione di rilancio senza precedenti. I conti si fanno alla fine ed indietro non si torna più. Si è già perso troppo tempo e poco ne rimane per agganciare il futuro che è alle porte. Del resto avete mai visto qualcuno che vada incontro al futuro guardando nello specchietto retrovisore?

Key4Biz. La sua sembra una chiamata alle armi. Come dobbiamo equipaggiarci?

Francesco De Leo. Abbiamo tutto quello che ci serve ed in primis coraggio e determinazione.  Ma, dobbiamo ammetterlo, siamo in deficit di leadership, come del resto mezza Europa. In questi momenti si avverte la mancanza di uomini come Sergio Marchionne, che a volte con una certa ruvidezza, ma in modo autentico e con estrema semplicità, sapevano ben tradurre le sfide che ci attendono. Vorrei chiudere, se mi permette, con le sue parole: “Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere. Non dimenticano i propri sogni nel cassetto, li tengono stretti in pugno. Si gettano nella mischia, assaporano il rischio, lasciano la propria impronta. È un mondo in cui ogni nuovo giorno e ogni nuova sfida regalano l’opportunità di creare un futuro migliore. Chi abita in quel luogo, non vive mai lo stesso giorno due volte, perché sa che è sempre possibile migliorare qualcosa. Le persone, là, sentono di appartenere a quel mondo eccezionale, almeno quanto esso appartiene loro. Lo portano in vita con il loro lavoro, lo modellano con il loro talento. Vi imprimono, in modo indelebile, i propri valori. Forse non sarà un mondo perfetto e di sicuro non è facile. Chi sceglie di abitare là è perché crede che assumersi delle responsabilità dia un significato più profondo al proprio lavoro e alla propria vita”.

Ci sono molte più persone di quello che immaginiamo che sono pronte ad accettare la sfida del cambiamento. Occorre solo cercare di ascoltare le loro voci ed impegnarsi a promuovere le loro istanze.

Ma queste sono le responsabilità di una classe dirigente…