Key4biz

Ex dipendenti contro Facebook e Google, Crisi Catalana, Brexit, Macron in Corsica

finestra sul mondo

Usa, ex esperti di Facebook e Google si coalizzano per combattere le compagnie che hanno costruito

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Un gruppo di esperti di tecnologia, ex dipendenti dei colossi Facebook e Google, allarmati dagli effetti negativi dei social network e degli smartphone, si sono coalizzati per sfidare le compagnie che hanno contribuito a costruire. Il gruppo, rivela il quotidiano “New York Times”, ha deciso di creare un sindacato, il “Center for Humane Technology” (centro per la tecnologia umana) che, insieme al comitato di controllo sui media “Common Sense Media”, sosterra’ campagne contro la dipendenza da tecnologia, a cominciare da 55 mila scuole pubbliche negli Stati Uniti. La campagna si intitola “La verita’ sulla tecnologia” e sara’ finanziata con 7 milioni di dollari da “Common Sense Media” e altri fondi che raccogliera’ il “Center for Humane Technology”. Contribuiscono con 50 milioni di dollari anche il gruppo Comcast e DirectTv. Lo scopo e’ educare gli studenti, i genitori e gli insegnanti sui rischi legati alla tecnologia, come la depressione derivante da un uso sfrenato dei social network. Il tema e’ diventano di grande attualita’ nel paese e a gennaio 2018 due grandi gruppi di Wall Street hanno chiesto alla Apple di studiare gli effetti sulla salute dei suoi prodotti, nonche’ di semplificare la limitazione per l’accesso di bambini ai loro iPhone e iPad. Pediatri e specialisti della salute mentale hanno chiesto a Facebook la scorsa settimana di chiudere il servizio di messaggistica istantanea pensato per bambini a partire dai 6 anni. Gruppi di genitori hanno, infine, lanciato l’allarme sul servizio YouTube Kids, un prodotto indirizzato a bambini che a volte mostra contenuti che possono turbare.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Argentina cattura peschereccio spagnolo per pesca illegale

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – La nave da pesca spagnola “Playa Pesmar uno”, con a bordo 34 membri dell’equipaggio, e’ stata bloccata dalle autorita’ marittime argentine per pesca illegale mentre trasportava circa 320 tonnellate tra naselli, merluzzi gialli, calamari e razze. La notizia e’ stata riferita oggi da tutti i principali quotidiani spagnoli, che riferiscono come il valore del carico si aggirasse intorno al milione di dollari. L’imbarcazione, lunga 63 metri e larga 12,e’ stata fermata nella zona economica esclusiva Argentina (Zeea) dal vascello della guardia costiera “Gc 27 Fique”, nei pressi di Comodoro Rivadavia. Il peschereccio battente bandiera spagnola aveva lasciato Montevideo, capitale dell’Uruguay, l’11 gennaio scorso, ed e’ stata individuata dalla Prefettura navale argentina mentre pescava illegalmente nelle acque sotto la giurisdizione argentina. Il fermo della nave spagnola si colloca nell’ambito delle “operazioni per la protezione delle risorse ittiche organizzate dal ministero della Sicurezza e svolte dalla Prefettura”, si legge in un comunicato riportato dai media spagnoli. “Lavoriamo con le forze federali per proteggere le risorse che appartengono a tutti gli argentini”, ha dichiarato il ministro della Sicurezza Patricia Bullrich in una nota in cui si ribadisce che il governo argentino sta “rafforzando ulteriormente” la propria presenza nelle acque “per garantire la sicurezza e il rispetto della legge”.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Ambiente, Casa Bianca ritira la controversa nomina di White a capo del Comitato per la qualita’ ambientale

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – L’amministrazione del presidente Donald Trump e’ prossima a ritirare la nomina di Kathleen Hartnett White a capo del Comitato per la qualita’ ambientale e della Casa Bianca. Ad ottobre il presidente aveva deciso di offrire la posizione a White, ricostruisce il quotidiano “New York Times”, ex responsabile dell’Autority per l’ambiente del Texas. White in quel ruolo si era distinta per aver sostenuto ad esempio che l’anidride carbonica dovrebbe essere considerato un “gas per la vita”, piuttosto che un inquinante. Il “Nyt” ricorda che le emissioni di anidride carbonica sono ritenute contribuire al riscaldamento globale della Terra. La conferma della nomina della White e’ in sospeso dalla fine del 2017 a causa dell’esito della sua audizione presso la Commissione per i lavori pubblici e l’ambiente del Senato, dove ha mostrato di sposare tesi controverse sui cambiamenti climatici e di non essere preparata su temi scientifici. In quell’occasione la White aveva dichiarato di non essere sicura che i cambiamenti climatici fossero un fenomeno reale per poi correggersi, precisando che non era sicura che l’impatto umano determini i cambiamenti climatici. I senatori democratici, inoltre, le avevano contestato affermazioni come “le energie rinnovabili sono inaffidabili e parassitarie”, e il riscaldamento globale e’ “un credo, una fede, un dogma che ha poco a che fare con la scienza”. La Casa Bianca, che intendeva ripresentare la nomina della White, sta pensando ora di rinunciare poiche’ non ci sarebbero abbastanza voti a sostenerla.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Catalogna, Puigdemont convoca rappresentanti JxCat a Bruxelles

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente della deposta Generalitat catalana e leader del partito indipendentista Junts per Catalunya (JxCat), Carles Puigdemont, ha convocato oggi un incontro di lavoro a Bruxelles con i membri del proprio gruppo parlamentare per valutare i possibili negoziati che avranno luogo con gli alleati del partito Sinistra Repubblicana di Catalogna (Erc). Lo hanno riferito ieri tutti i principali quotidiani spagnoli che aggiungono come la delegazione dell’Erc si sia recata ieri a Bruxelles per cercare una “formula efficace” per uscire dall’attuale stallo politico. L’incontro si e’ concluso senza ulteriori accordi, nonostante piccoli passi avanti che verranno discussi oggi da Puigdemont con i membri di JxCat. I rappresentanti dell’Erc si sono recati a Bruxelles “per ascoltare la formula proposta dal presidente Carles Puigdemont e per rendere possibile un’effettiva investitura e formare un governo”, riferiscono fonti interne all’Erc. Mentre Junts per Catalunya continua ad amareggiarsi per la mancata investitura di Puigdemont, la formazione di Oriol Junqueras (Erc) cerca di negoziare un’uscita dal blocco istituzionale in cui si trova la Catalogna, la formazione di un governo e la fine dei 155, affermano fonti del partito.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Brexit, la premier Theresa May esclude qualsiasi partecipazione all’unione doganale Ue per spegnere la ribellione degli euroscettici

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro britannico, Theresa May, nella serata di ieri domenica 4 febbraio ha categoricamente escluso che dopo la Brexit la Gran Bretagna possa restare nell’unione doganale europea: tutti i principali quotidiani del paese oggi riportano la decisa presa di posizione della premier, vista come un modo per soffocare sul nascere la ribellione contro la sua leadership da parte degli esponenti euroscettici nel governo e nel Partito conservatore. Il quotidiano “The Telegraph” in particolare ricorda che il Gabinetto britannico questa settimana terra’ due cruciali riunioni dedicate ai negoziati in corso con l’Unione Europea sul futuro dei rapporti commerciali dopo il divorzio della Gran Bretagna e sottolinea come negli scorsi giorni erano andati crescendo i timori che i deputati conservatori piu’ euroscettici stessero preparando un colpo di mano per disarcionare la May, se la premier avesse in qualsiasi modo ceduto alle pressioni ed alle richieste dell’Ue e dei membri piu’ filo-europei del suo governo. Cosicche’ ieri sera una fonte dell’ufficio del primo ministro al No.10 di Downing Street ha dichiarato: “Noi dobbiamo restare liberi di poter sottoscrivere accordi commerciali con il resto del mondo”; ed ha ripetuto due volte che “non e’ la nostra politica restare all’interno dell’Unione doganale” dell’Ue. Coerentemente con questa resa di posizione, riferisce il “Telegraph”, oggi lunedi’ 5 febbraio il ministro per il Commercio internazionale, Liam Fox, annuncera’ di aver nominato due alti diplomatici e di aver affidato loro l’incarico di elaborare piani per stringere accordi commerciali con paesi al di fuori dell’Ue dopo la Brexit: Antony Phillipson, che attualmente e’ il diplomatico britannico di rango piu’ alto a New York, diventera’ il Commissario al commercio per il Nord America, mentre all’attuale attache’ commerciale in India Crispin saranno affidati i futuri rapporti economici con l’intera Asia Meridionale.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Francia, i Repubblicani vincono le legislative parziali in due dipartimenti francesi

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Al secondo turno delle elezioni legislative parziali che si sono tenute ieri nei dipartimenti della Val d’Oise (in Ile-de-France) e di Belfort (est), i candidati dei Repubblicani hanno battuto gli avversari della Re’publique en marche, il partito del presidente Emmanuel Macron. Ne parla la stampa francese. Il presidente dei repubblicani, Laurent Wauquiez, ha commentato i risultati attraverso un comunicato, definendo questi esiti come un “messaggio chiaro” inviato dalla “vera Francia” al presidente. “Le vittorie di questa sera segnano una tappa importante nel rinnovamento e la riconquista della nostra famiglia” si legge nel comunicato. A nulla sembra essere servito il sostegno dato ai candidati “marcheurs” dal premier Edouard Philippe e dal segretario Christophe Castaner, che avevano sostenuto con dei meeting i candidati. Dal canto loro, i Repubblicani hanno ricevuto un pieno appoggio da Wauquiez e da Valerie Pecresse, la presidente dell’Ile-de-France, che si sono mobilitati per aiutare i loro candidati. Secondo “Libe’ration” si e’ trattato di un “test”, sia per il partito presidenziale che per la destra. Debole l’affluenza: 28,91 per cento a Belfort e 19,09 per cento nella Val d’Oise.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Francia, domani il presidente Macron in Corsica per esporre la sua “visione” dell’isola

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Il 6 e il 7 febbraio il presidente francese, Emmanuel Macron, si rechera’ in visita in Corsica. Ne parla la stampa francese, ricordando la vittoria dei partiti nazionalisti alle ultime elezioni territoriali. “Les Echos” sottolinea che sabato si e’ tenuta una manifestazione “popolare” e “senza violenza” per ricordare al capo dell’Eliseo “il dato politico” delle votazioni. Lo scopo della visita presidenziale e’ quello di commemorare i 20 anni dalla morte del prefetto Erignac, ucciso in un attentato ad Ajaccio. Per l’occasione, il presidente presentera’ la sua “visione” per il futuro dell’isola. Tra le richieste degli autonomisti figurano il riconoscimento della lingua corsa, l’inserimento del concetto di popolo corso nella costituzione e il rilascio di alcuni detenuti legati ai movimenti separatisti. Secondo il quotidiano economico e trattative tra i nazionalisti e Parigi rappresenterebbero un “dialogo tra sordi. “Le Figaro” descrive un ambiente “teso”. Dall’entourage presidenziale fanno sapere che si tratta di uno dei viaggi piu’ “sensibili” del mandato. “Macron restera’ fermo sulle sue posizioni, ma anche consapevole delle specificita’ della Corsica” ha affermato l’Eliseo.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Cosa significa la nuova strategia nucleare degli Stati Uniti per la Germania

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – La Revisione della postura nucleare pubblicata venerdi’ scorso dall’amministrazione del presidente Usa Donald Trump ha un impatto diretto anche sulla Germania. Presso la base delle Forze armate tedesche di Buechel, nella Renania-Palatinato, sono custodite circa 20 bombe atomiche statunitensi del tipo B61-4, ognuna delle quali ha quattro volte la potenza esplosiva della bomba di Hiroshima. Nella base aerea sono schierati Tornado tedeschi che trasporterebbero le bombe in caso di emergenza. La Germania partecipa cosi’ alla strategia di deterrenza nucleare della Nato. Le bombe di Buechel sono reliquie della Guerra Fredda. Negli anni Ottanta, 7.000 delle 70.000 armi nucleari del mondo erano schierate sul territorio tedesco. Oggi sono rimaste solo quelle nella base aerea dell’Eifel. La nuova strategia nucleare Usa prevede che le bombe vecchie di decenni siano sostituite da bombe B61-12, piu’ moderne e precise, dal 2021 in poi. Il governo degli Stati Uniti intende ammodernare il proprio arsenale atomico con armi dalla minore potenza distruttiva. ma di maggior precisione. Tali cambiamenti dovrebbero servire a dissuadere la Russia, secondo un rapporto del dipartimento della Difesa Usa: “La nostra strategia e’ garantire che la Russia comprenda che qualsiasi uso di armi nucleari, non importa quanto limitato, e’ inaccettabile”. Ma il rapporto si riferisce anche alla minaccia “imprevedibile” rappresentata dalla Corea del Nord. In Germania i sondaggi rilevano che la gran parte dei cittadini vorrebbe il ritiro delle bombe statunitensi dal territorio nazionale. “La decisione del governo degli Stati Uniti di nuove armi nucleari tattiche dimostra che la spirale di una nuova corsa agli armamenti nucleari e’ gia’ in corso”, ha affermato il ministro degli Esteri tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel (Spd). La Linke e i Verdi chiedono la rimozione delle atomiche Usa dal paese, e hanno trovato un alleato nel leader dei Socialdemocratici Martin Schulz. “Lavorero’ per garantire che le armi nucleari stoccate in Germania vengano ritirate dal nostro paese”, ha annunciato il leader dei Socialdemocratici. E’ assai improbabile, pero’, che cio’ si rifletta nell’accordo di coalizione tra l’Unione e l’Spd. In un documento della politica estera del gruppo di lavoro, i negoziatori di entrambe le parti si impegnano a sostenere la deterrenza nucleare della Nato. “Finche’ le armi nucleari svolgono un ruolo deterrente nel concetto strategico della Nato, la Germania ha interesse a partecipare alle discussioni strategiche e ai processi di pianificazione”, vi si legge. Un ritiro delle bombe da Buechel e’ considerato possibile dagli esperti della coalizione solo come risultato dei negoziati sul disarmo: “Il successo dei colloqui sul disarmo creano le condizioni per il ritiro delle armi tattiche nucleari di stanza in Germania e in Europa”.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Germania, i negoziati per la grande coalizione vanno ai tempi supplementari

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – I Cristiano democratici tedeschi (Cdu), i Cristiano sociali (Csu) e i Socialdemocratici (Spd) si preparano a intraprendere l’ultima, difficile fase dei negoziati politici per una nuova coalizione di governo. Secondo le informazioni fornite dal partito, la Csu ha posticipato a data da definirsi la riunione dei suoi vertici proprio a causa delle difficolta’ di giungere a un programma comune. Fra le questioni aperte ci sono gli assegni di maternita’ a 1.200 euro, per un totale di 440 milioni, una migliore edilizia residenziale, con un relativo miglioramento degli incentivi e degli investimenti (fino a un miliardo di euro). Poi ci sono le problematiche inerenti il lavoro, la salute e la finanza. Tutti e tre i leader di partito si sono dichiarati prudenti circa l’esito dei negoziati. La vicepresidente dell’Spd Manuela Schwesig ha affermato che si aspetta che l’Unione sia piu’ favorevole al rafforzamento delle zone rurali. “Abbiamo promesso ai nostri membri che negozieremo fino a quando non lo otterremo, e lo faremo”. I Socialdemocratici dovranno poi presentare il risultato dei colloqui a piu’ di 440.000 membri del partito per il voto di approvazione finale. A tal proposito il primo ministro della Sassonia, il cristiano democratico Michael Kretschmer (Cdu) ha criticato le divisioni interne ai Socialdemocratici in una dichiarazione alla “Bild am Sonntag”: “E’ un totale fallimento della leadership il fatto che l’Spd sia in condizioni cosi’ gravi”. Il presidente dell’Spd Schulz ha ricevuto numerose critiche circa la sua pretesa politica di una carica di ministro o vicecancelliere, soprattutto all’interno del suo stesso partito. Fra gli altri temi discussi c’e’ stata la possibilita’ di evitare l’imminente divieto di circolazione delle auto diesel nelle citta’ e un’accelerazione dell’espansione lenta dell’elettromobilita’. Tuttavia, il ministro dell’Ambiente, la socialdemocratica Barbara Hendricks (Spd), ha ammesso: “Non sappiamo se saremo in grado di evitare i divieti”.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Aumentano le preocupazioni per la tenuta a lungo termine del debito pubblico dell’Italia

05 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Le banche italiane stanno svendendo i titoli del debito pubblico italiano ad un ritmo senza precedenti, alimentando le preoccupazioni sulla loro situazione in vista della fine del “quantitative easing” da parte della Banca centrale europea: lo scrive il quotidiano britannico “The Telegraph” citando i dati dell’agenzia di consulenza finanziaria Jeffries; secondo cui gli istituti di credito della Penisola nello scorso mese di dicembre hanno ridotto di 12,6 miliardi di euro i loro investimenti in titoli di Stato italiani e di un totale di circa 40 miliardi nell’ultimo trimestre del 2017, equivalente al 10,5 per cento dell’intero stock. La svendita arriva nel momento in cui la terza economia dell’eurozona si avvia alle elezioni politiche del 4 marzo prossimo. Secondo il “Telegraph” c’e’ anche il timore che la robusta crescita registrata negli ultimi mesi dall’industria manifatturiera dell’Italia possa indebolirsi a causa dell’apprezzamento dell’euro, che danneggerebbe quella domanda internazionale di beni di esportazione italiani su cui si base l’attuale ripresa della Penisola. Tuttavia sulle prospettive economiche e finanziarie dell’Italia le analisi degli investitori internazionali sono molto varie e discordi: il quotidiano britannico ad esempio cita Claus Vitisen di Pantheon Macroeconomics, secondo cui la debolezza dei titoli pubblici italiani sara’ solo passeggera; per JP Morgan Asset Management addirittura i titoli italiani sono sottovalutati ed offrono un interessante opportunita’ di investimenti per gli acquirenti; altri grandi investitori infine si stano mostrando “neutrali” sui titoli dell’Italia. Da parte sua pero’ un altro quotidiano britannico, The Times”, riferisce che il piu’ grande fondo d’investimento mondiale, lo statunitense Bridgewater, ha triplicato la sua scommessa in vista delle elezioni in Italia puntando circa 3 miliardi di dollari (2,4 miliardi di euro, ndr) sul ribasso delle azioni di una serie di societa’ italiane quotate in Borsa. Si tratta di uno dei maggiori investimenti a corto termine della storia del fondo Usa che amministra beni per 160 miliardi di dollari (120 miliardi di euro, ndr): la scommessa e’ che le elezioni del 4 marzo prossimo provocheranno il caos politico in Italia, la terza economia dell’Eurozona, con conseguente calo dei valori azionari; secondo l’agenzia Bloomberg, in tre mesi Bridgewater ha triplicato il suo investimento a corto termine, da 1,1 miliardi di dollari (880 milioni di euro, ndr) dello scorso ottobre.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Exit mobile version