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Ex Ad di Volkswagen incriminato per frode per il Dieselgate, Crisi Catalogna, L’ultimo tentativo di Mattarella per formare un governo

Dieselgate, ex Ad di Volkswagen incriminato per frode

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – L’ex amministratore delegato del gruppo automobilistico tedesco Volkswagen, Martin Winterkorn, e’ stato formalmente incriminato dagli Stati Uniti per frode per la vicenda dei software illegali installati sui veicoli diesel per superare i test relativi alle emissioni inquinanti. Winterkorn, riporta il quotidiano “New York Times”, era tra i sei alti dirigenti della Volkswagen indagati nell’inchiesta federale della Corte del distretto federale di Detroit. I sei devono rispondere di cospirazione ai fini di frodare il governo degli Stati Uniti nella sua applicazione degli standard contro l’inquinamento atmosferico, e di cospirazione per aver commesso una frode elettronica, oltre che per violazione della legge stessa. Lo scorso anno per limitare i danni di immagine derivanti dallo scandalo la casa automobilistica tedesca aveva patteggiato il reato di importazione illegale di quasi 600 mila veicoli dotati di apparecchi che aggiravano gli standard di emissioni, pagando 4,3 miliardi di dollari di penale oltre a sottoporsi ad un regime di osservazione per tre anni. Winterkorn, che ha 70 anni, e’ stato l’Ad di Volkswagen per otto anni prima di dare le dimissioni poco dopo lo scandalo che risale alla fine del 2015.

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Colombia, “taglia” Usa sugli ex guerriglieri Farc oggi deputati

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – Nonostante le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) abbiano cessato ufficialmente di esistere a seguito degli accordi di pace siglati a fine 2016, alcuni dei suoi componenti – compresi quelli che hanno ottenuto un posto al parlamento colombiano – sono ancora nelle liste dei ricercati degli Stati Uniti. Lo scrive il quotidiano colombiano “El Tiempo” segnalando che il Dipartimento di stato Usa ha ancora nel mirino quindici componenti dell’ex guerriglia. E nonostante la Farc (Forza alternativa rivoluzionaria della comune) sia oggi un partito politico a tutti gli effetti, Washington e’ ancora disposta a pagare fino a cinque milioni di dollari per dare informazioni utili a scoprire dove si trovino. L’intera somma potrebbe andare a chi permette di arrestare Rodrigo Londono, detto “Timochenko”, il segretario generale del partito, candidato alla presidenza fino a quando problemi di salute non lo hanno costretto a disertare l’appuntamento del 27 maggio. Altri cinque milioni possono essere riscossi, scrive “El Tiempo”, se si consegna alla giustizia il numero due del partito, l’ex guerrigliero conosciuto col nomignolo di “Ivan Marquez”.

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Usa, Giuliani contraddice Trump su licenziamento ex direttore Fbi Comey

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – Il consulente legale del presidente Donald Trump, l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, ha contraddetto in un punto sostenendo che tra le ragioni per il licenziamento dell’ex direttore del Federal Bureau of Investigation (Fbi), James Comey, figurasse anche il fatto che l’allora capo dell’Fbi si fosse rifiutato di ammettere pubblicamente quanto detto al presidente in privato: e cioe’, che Trump non era personalmente indagato nell’inchiesta sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”. “Aveva diritto a farlo”, ha affermato Giuliani intervistato dall’emittente “Fox News” in merito alla condotta di Comey. La dichiarazione di Giuliani contraddice quanto sostenuto ripetutamente in proposito dal capo della Casa Bianca e dai collaboratori che hanno sempre difeso la linea del licenziamento di Comey per come aveva gestito l’inchiesta sulla Russia. Se Comey, pero’, pesano una serie di altri sospetti e accuse, legati alla sua gestione delle indagini a carico della democratica Hillary Clinton e alla divulgazione delle sue presunte conversazioni private con il presidente Trump.

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Catalogna, governo si prepara contro la riforma della legge sulla Presidenza

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – La sessione plenaria della Camera catalana in programma per oggi affrontera’ il tema della riforma della legge della Presidenza per includere la possibilita’ di un’investitura telematica. Ne parlano oggi tutti i principali quotidiani spagnoli, che aggiungono come, tra le modifiche, potrebbe figurare anche l’inserimento di una clausola che consenta ai presidenti di poter esercitare i loro poteri al di fuori del territorio spagnolo. L’iniziativa otterra’ sicuramente i 70 voti dei degli indipendentisti, compresi i voti delegati di Carles Puigdemont e Toni Comi’n, in attesa che la giustizia tedesca e belga decidano rispettivamente sulle loro estradizioni. Intanto l’esecutivo di Mariano Rajoy ha gia’ avvertito che non si lascera’ cogliere di sorpresa e dispone gia’ delle risorse per impedire la riforma legislativa catalana. L’idea e’ di presentare un ricorso davanti alla Corte costituzionale nel momento in cui iniziera’ il dibattito, in quanto alla Moncloa si ritiene che il dibattito in se’ sia gia’ perseguibile “andando contro la dottrina della Corte costituzionale”. “I servizi legali dello Stato hanno gia’ preparato il ricorso contro la riforma della legge sulla presidenza della Generalitat, che sara’ presentato al momento in cui questa verra’ dibattuta” riferiscono fonti interne alla Moncloa. La scorsa settimana la Corte costituzionale spagnola aveva personalmente intimato a Roger Torrent, presidente del Parlamento catalano, e agli altri membri dell’Ufficio parlamentare di “astenersi” da “avviare un’azione” per promuovere l’investitura telematica di Carles Puigdemont, ex presidente della Generalitat.

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Gran Bretagna, la premier Theresa May sopravvive al primo importante test elettorale dopo il voto dello scorso anno

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – Il governo conservatore della premier britannico Theresa May e’ passato indenne attraverso il primo importante test elettorale dopo le elezioni generali del giugno 2017: lo scrive il quotidiano laborista “The Guardian” commentando i risultati del voto svoltosi ieri giovedi’ 3 maggio per il rinnovo dei consigli locali di 150 comuni e municipi soprattutto nelle aree metropolitane di Londra, Manchester, Birmingham, Liverpool, Leeds e Newcastle; in alcune cittadine si e’ votata anche per scegliere il sindaco; le elezioni anno riguardato solo amministrazioni locali in Inghilterra ed in nessuna altra parte della Gran Bretagna. Mentre lo spoglio delle schede e’ ancora in corso nella mattinata di oggi venerdi’ 4 maggio il Partito laborista, scrive il “Guardian”, sembra essere riuscito a strappare ai loro principali rivali Conservatori diverse localita’: ma nonostante un aumento del’1 per cento complessivo dei propri voti registrato nella capitale Londra, il Labour ha fallito l’assalto alle roccheforti Tory come quelle di Wandsworth e di Kensington e Chelsea; le recenti polemiche sull’anti-semitismo strisciante nella sinistra britannica sembrano poi aver sbarrato la strada ad una vittoria laborista anche nel municipio londinese di Barnet, dove risiede una numerosa comunita’ ebraica. Il principale esito di questa tornata elettorale, sottolinea il “Guardian”, e’ comunque la pressoche’ totale scomparsa dei consensi a favore del Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip), che ha perso almeno 86 seggi: dopo il referendum vinto sulla Brexit, l’Ukip sembra proprio aver perso ogni ragione d’essere ed a trarne il piu’ vantaggio a quanto pare e’ stato il Partito conservatore; in termini di seggi ottenuti, la maggiore avanzata e’ stata quella dell’eterno terzo incomodo del panorama politico britannico, il Partito liberal-democratico che ha conquistato 40 nuovi eletti. In generale quindi, nota i quotidiano laborista, i due maggiori partiti sono rimasti grossomodo bloccati ai blocchi di partenza. Di questo verdetto popolare, commenta il giornale, si giovera’ soprattutto la premier Theresa May: nelle scorse settimane i sondaggi facevano presagire un risultato assai peggiore per il suo Partito conservatore, tanto da farle temere la possibilita’ di una sfida interna alla sua leadership, dopo il voto; questa ipotesi ora sembra proprio essere stata accantonata, conclude il “Guardian”.

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Francia, il 41 per cento dei francesi si fida del presidente Macron

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – Il 41 per cento dei francesi ha fiducia nel presidente Emmanuel Macron. E’ quanto afferma “Les Echos”, sottolineando che il capo di stato francese ha guadagnato 2 punti in un mese e ha perso 4 punti nel corso dell’anno. Macron riacquista terreno soprattutto tra i pensionati e le classi medie e popolari. Per la prima volta, raccoglie una maggioranza di opinioni favorevoli anche tra gli elettori di François Fillon (51 per cento), l’ex candidato dei Repubblicani alle ultime elezioni presidenziali. I francesi che apprezzano Macron lodano il suo impegno sulla scena internazionale, mentre i detrattori gli rimproverano principalmente una politica volta a favorire le classi piu’ agiate. Questa immagine viene spesso utilizzata dai partiti di opposizione e ha un certo effetto nell’opinione pubblica. Macron e’ comunque in una posizione migliore rispetto ai suoi predecessori. A un anno dall’inizio del suo mandato, François Hollande aveva 10 punti in meno di Macron. Tuttavia, il quotidiano economico ricorda che il governo deve ancora attuare riforme “molto pesanti”, come ad esempio quella delle pensioni.

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Francia-Germania, i ministri dell’economia puntano a una “posizione franco-tedesca comune”

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – Il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, e il suo omologo Tedesco, Peter Altmaier, vogliono lavorare a una “posizione franco-tedesca comune” per far fronte alle minacce degli Stati Uniti nel settore commerciale. Lo scrive “Les Echos”, sottolineando che lo “spirito di unita’” mostrato dai due ministri serve a ricucire lo strappo di questi ultimi giorni. Nel corso del suo incontro con il presidente statunitense, Donald Trump, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha proposto una rinegoziazione dei diritti di dogana su tutti i beni industriali. Un’apertura che ha “offeso” Parigi e la Commissione europea, che temono un approccio troppo “conciliante” da parte di Berlino. Mentre il presidente francese, Emmanuel Macron, ha affermato a Washington che “non c’e’ una relazione (commerciale, ndr) squilibrata” la Germania evoca un eccedente di piu’ di 50 miliardi di euro. Per evitare divisioni, Francia e Germania si sono unite: Parigi vuole evitare di far allargare il dibattito al settore agricolo per proteggerlo dalle importazioni americane, mentre Berlino e’ pronta a ridurre i tassi all’importazione in Europa per salvaguardare le sue esportazioni del settore automobilistico. Secondo Bruxelles, se l’Europa “dovra’ cedere terreno”, vorra’ una controparte riguardante un maggiore accesso ai mercati pubblici americani.

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Germania, durante la Guerra Fredda le Forze armate tedesche avevano previsto l’uso di armi chimiche

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – Secondo un documento riservato, venuto in possesso delle reti “Ndr”, “Wdr” e della “Sueddeutsche Zeitung”, le Forze armate tedesche durante la Guerra fredda avevano chiesto l’appoggio degli Stati Uniti in vista dell’adozione e del possibile impiego di armi chimiche. Stando al documento, l’allora Ispettore generale delle Forze armate federali, Friedrich Foertsch, avrebbe dichiarato: “Non possiamo fare a meno di tali mezzi”. Nel 1963 il ministro della Difesa, il cristiano democratico Kai-Uwe von Hassel (Cdu) chiese al governo statunitense di fornire 14.000 tonnellate di armi chimiche alla Repubblica federale. La controparte statunitense decise di bocciare la richiesta nel 1966. Le Forze armate tedesche, tuttavia, teorizzarono comunque l’impiego di armi chimiche, e fra il 1962 e il 1968 condussero simulazioni. Sino ad oggi il governo federale tedesco ha sempre smentito questo genere d’informazioni. Il ministero della Difesa ha riferito di non avere informazioni al riguardo, in quanto gli eventi risalirebbero a troppo tempo fa. “Oggi non ci sono armi chimiche sul suolo tedesco, ne’ tedesche ne’ sotto la responsabilita’ degli alleati della Nato”, recita una nota diffusa dal ministero. Il Protocollo di Ginevra del 1925 proibisce l’uso di armi chimiche. La Germania si era impegnata gia’ nel 1954 a rinunciare a tali armi, ma solo dopo la Convenzione sulle armi chimiche del 1997, il possesso, la produzione e l’uso di armi chimiche e’ stato proibito su scala globale.

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Eurozona, l’inflazione debole impensierisce la Bce

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – L’inflazione nella zona euro ha segnato un rallentamento nel mese di aprile. I prezzi al consumo sono aumentati solo dell’1,2 per cento, piu’ lentamente rispetto al mese precedente, come ha annunciato l’ufficio statistico Eurostat giovedi’. L’obiettivo di poco meno del due per cento definito dalla Banca centrale europea (Bce), cui e’ formalmente vincolata la politica fortemente espansiva dell’Eurotower, resta dunque ancora molto lontano. Attualmente, la Bce acquista 30 miliardi di euro mensili di titoli di Stato. Gli acquisti sono limitati a settembre 2018, e la banca centrale dovra’ presto decidere come procedere in seguito. Durante la riunione di fine aprile, la Bce non ha assunto alcuna decisione in merito, e si attendono quelle del Consiglio del 14 giugno a Riga e del 26 luglio a Francoforte, che saranno decisive. I mercati finanziari prevedono che il programma di quantitative easing, in corso da tre anni, sara’ sospeso entro la fine del 2018. Gli investitori si aspettano che il primo rialzo dei tassi si verifichi a meta’ del 2019. Piu’ l’inflazione e’ debole, piu’ lungo sara’ il processo. L’inflazione di energia, cibo e bevande e’ sceso dall’1 per cento del mese di marzo allo 0,7 per cento ad aprile. Questo e’ il valore piu’ basso da circa un anno. L’analista di Commerzbank Christoph Weil lo giustifica con un effetto stagionale. Il capo economista del “Kreditanstalt fuer Wiederaufbau”, Joerg Zeuner, ritiene l’economia della zona euro un po’ piu’ debole del previsto. Non da ultimo gioca un ruolo la preoccupazione per un eventuale conflitto commerciale con gli Stati Uniti.

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Italia, il presidente Mattarella fa un ultimo tentativo per formare un governo

04 mag 11:02 – (Agenzia Nova) – Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, lunedi’ prossimo 7 maggio fara’ un ultimo tentativo per convincere i litigiosi partiti politici a formare un nuovo governo ed evitare nuove elezioni dopo quelle del 4 marzo scorso da cui non e’ emersa una chiara maggioranza parlamentare: lo riporta il quotidiano economico britannico “The Financial Times”, in un reportage in cui il suo corrispondente da Roma, Tom Politi, riepiloga la situazione politica italiana dopo due mesi di trattative inconcludenti. “Le posizioni sono rimaste immutate”, ammette sconsolatamente un comunicato del Quirinale emesso ieri giovedi’ 3 maggio: “Il presidente Mattarella quindi terra’ nuove consultazioni nell’arco di una sola giornata per verificare se i partiti hanno altre prospettive di formare una maggioranza”. Il comunicato e’ stato diffuso prima ancora che si tenesse la riunione della direzione del Partito democratico (Pd), che nel pomeriggio di ieri ha definitivamente affossato ogni possibilita’ di accordo con il Movimento 5 stelle (M5s). Dopo che nei negoziati dello scorso mese e’ tramontata anche l’ipotesi di un governo tra i partiti populisti ed anti-sistema emersi vincitori dal voto di marzo, M5s e Lega, secondo il “Financial Times” il presidente Mattarella ora tentera’ di forgiare un governo di unita’ nazionale guidato da una personalita’ di sua scelta: ma anche questa opzione sembra assai ardua, perche’ M5s e Lega appunto le sono fortemente contrari sostenendo che si tratterebbe di un tradimento del voto popolare. Come probabilmente andra’ a finire il quotidiano britannico lo suggerisce riportando le parole del senatore Cinquestelle Danilo Toninelli: “L’unica strada rimasta e’ di ridare la voce ai cittadini con nuove elezioni”, a scritto nel suo account Twitter.

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