Truenumbers è l’appuntamento quotidiano con la rubrica curata dal portale www.truenumbers.it, il più importante sito editoriale di Data Journalism in Italia, fondato da Marco Cobianchi. Una rubrica utile per saperne di più, per approfondire, per soddisfare ogni curiosità, ma sempre con la precisione che solo i numeri sanno dare. Per leggere tutti gli articoli della rubrica Truenumbers su Key4biz clicca qui.
Nel 2024 si vogliono recuperare 11,1 miliardi, nel 2023 sono stati 8,5 in più
Evasione fiscale e contributiva, entra nel vivo la programmazione da parte dell’Agenzia delle entrate per contrastare l’evasione fiscale che in Italia nel 2021 è stata di 83,6 miliardi di euro, di cui circa 73,2 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,4 miliardi di mancate entrate contributive: una diminuzione di 2,7 miliardi (-3,1%) rispetto al 2020. La buona notizia è che c’è una strategia per la lotta all’evasione condensata in un documento di 230 pagine. Si tratta del Piao, ossia il Piano Integrato di Attività e Organizzazione relativo al triennio 2024-2026, che attuerà un giro di vite sulle attività di accertamento e di riscossione tributaria. Con quali previsioni e con quali strumenti? Vediamo.
Il piano delle Entrate: +1,85% negli importi di recupero nel triennio
Il Fisco si aspetta di poter recuperare 11,1 miliardi nel 2024, 11,2 miliardi nel 2025 e 11,3 miliardi nel 2026, come vediamo dal grafico sopra. La percentuale di aumento degli importi sul triennio è quindi dell’1,8%. Gli obiettivi per i prossimi 3 anni sono inferiori ai risultati raggiunti negli anni precedenti. La lotta all’evasione fiscale in Italia ha fatto recuperare 19,6 miliardi nel 2023: nel 2024 il fisco punta ad incassarne 8,5 in meno.
Ma non c’è riduzione dell’evasione fiscale in Italia senza un aumento dei controlli e dei controllati e infatti l’Agenzia guidata da Ernesto Maria Ruffini prevede di aumentare il numero dei soggetti sottoposti ad analisi della Guardia di Finanza da 65mila nel 2024 a 75mila nel 2026. I controlli totali, però, non riguarderanno solo le persone (oggettivamente molto poche) ma anche società, procedure, dichiarazioni documentali e via dicendo. In questo caso i controlli saranno pari a 1 milione nei 3 anni considerati dal piano.
Rischio corruttivo: in Calabria e Sicilia il 100% delle province è a rischio molto alto
Altro dato interessante: il Fisco mette sotto osservazione il territorio italiano individuando le province, dove la probabilità di rischio corruttivo è maggiore. Il rischio corruttivo è definito dalla stessa Agenzia delle Entrate, come “l’esposizione indebita e a fenomeni corruttivi o di maladministration per diversi motivi legati all’attività del Fisco”. In altre parole si tratta della presenza di comportamenti o pratiche improprie legate sia alla corruzione vera e proprio sia alla inefficienza nell’attività fiscale. In parole ancora più povere: sono le aree del Paese nelle quali chi è addetto alla riscossione delle tasse è più esposto ad essere corrotto.
L’Agenzia ha diviso le province italiane in base ad una scala che va da “basso” a “molto alto” sulla base degli indicatori elaborati dall’Anac, in base alle caratteristiche culturali, sociali ed economiche del territorio. Spoiler, l’eventualità è più alta al Sud che nel resto d’Italia.
Le aree provinciali a rischio corruttivo molto alto riguardano la provincia di Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone in Calabria; Salerno, Napoli e Caserta in Campania; Frosinone, Rieti e Latina nel Lazio; Isernia in Molise. Bari, Brindisi, Foggia, Bat (Barletta, Andria e Trani) e Taranto in Puglia; Sassari in Sardegna. Il rischio corruttivo è segnalato come molto alto in tutte e nove le province della Sicilia, ossia Ragusa, Messina, Trapani, Siracusa, Catania, Agrigento, Caltanissetta, Palermo ed Enna. Calabria e Sicilia sono quindi le due uniche Regioni dove la percentuale delle province che raggiungono un indice di rischio molto alto è del 100%.
I dati si riferiscono al: 2023-2026
Fonte: Agenzia delle Entrate