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Europa e Occidente non trovano soluzioni alle crisi perché si sono posti sul binario errato della concorrenza

Paolo Maddalena

Nell’ultima riunione del Consiglio europeo è emersa innanzitutto l’erronea impostazione sul tema dei migranti. Particolarmente errata è risultata la posizione della Meloni, la quale, con una prospettiva di corto respiro, ha concentrato il problema nella lotta agli scafisti e nella necessità di mantenere i migranti nei loro Paesi, anche con respingimenti e rimpatri.

Errata è risultata, in modo macroscopico, la posizione espressa dalla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, la quale ha ritenuto punti fermi, oltre il giustissimo obiettivo della tutela ecologica mondiale, tre obiettivi completamente sbagliati: sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia, contrastare l’immigrazione e rafforzare la competitività tra i singoli e tra gli Stati.

Sostenere la guerra in Ucraina significa soltanto marciare a pie veloce verso l’olocausto totale, e l’Europa dovrebbe invece impegnarsi a sostenere un cessate il fuoco, ovviamente ammettendo che in questa situazione non possano esistere ne vinti ne vincitori, in altri termini è indispensabile cancellare nella trattativa la parola vittoria, da sostituire con le parole compromesso di pace.

Erronea è anche la posizione della Von der Leyen sulla migrazione, che è una posizione di contenimento di un fenomeno che andrà progressivamente ingrandendosi, comprendendo anche la Tunisia, oltre la Libia e i Paesi del Medio Oriente.

Per cui l’unica soluzione realistica è quella della cooperazione internazionale che implichi dei grandi sacrifici a carico degli europei (che peraltro hanno da sempre sfruttato al massimo le risorse africane), al fine di portare questi Paesi, che si trovano in condizioni di povertà assoluta, a livelli accettabili dal punto di vista economico e sociale.

Fuori di questa soluzione è agevole ritenere che entro 4/5 anni il continente africano, che secondo le statistiche arriverà presto a 3 miliardi di abitanti, non avrà difficoltà ad invadere completamente il continente europeo.

Assolutamente illogico è l’insistere della Von der Leyen sul concetto della concorrenza che è la causa unica, principale e fondamentale dell’attuale disastro economico mondiale, in quanto consente agli individui e ai Paesi economicamente più forti di ridurre in condizioni di estrema povertà gli individui e i Paesi economicamente più deboli.

Se non si capisce che il maledetto pensiero, a suo tempo espresso da Milton Friedman, di considerare l’economia non più come economia dello scambio, ma come economia della concorrenza, costituisce un imperdonabile errore che comporta l’attuazione, seguita da tutto l’Occidente, della cosiddetta ricetta dello stesso Friedman, la quale prescrive: liberalizzazioni, privatizzazioni e eliminazione dello Stato sociale. Proprio il contrario di quello che occorre.

È questo il punto essenziale da ribaltare e finché le menti dei nostri politici resteranno offuscate da questo errato mantra della concorrenza, non ci sarà nessuna possibilità di soluzione dei problemi della guerra, del clima e dell’immigrazione. Anche in questo campo l’unico modello che può aiutarci è quello sancito, per i rapporti economici, dalla nostra Costituzione repubblicana e democratica.

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