Euro digitale, un progetto per l’indipendenza finanziaria europea
L’euro digitale rappresenta una delle più ambiziose innovazioni nel panorama economico-finanziario continentale. Promosso dalla Banca Centrale Europea (BCE), mira a introdurre una valuta digitale di banca centrale (CBDC) per i cittadini dell’Eurozona. In pratica, si tratterebbe di una forma digitale dell’euro, accessibile a tutti, che garantisce gli stessi diritti e la stessa fiducia delle attuali banconote, ma fruibile anche per i pagamenti elettronici.
Di questo argomento si è parlato oggi al nuovo appuntamento in streaming con “Voci sul futuro”, organizzato da Ansa e Asvis, in occasione del Festival dello Sviluppo sostenibile 2025, con la partecipazione di Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della BCE, Alessandro Cascavilla, economista e professore di Macroeconomia e Scienze delle finanze, e Enrico Giovannini, Direttore scientifico e co-fondatore dell’Asvis.
Come ha spiegato Piero Cipollone, che è anche coordinatore del progetto, l’euro digitale consentirebbe di ridurre la dipendenza dell’Europa da circuiti di pagamento gestiti da grandi aziende non europee.
Oggi, infatti, ogni transazione elettronica – online o in un supermercato – si appoggia a circuiti internazionali come Visa o Mastercard, che comportano il pagamento di commissioni e la cessione di dati sensibili. Con l’euro digitale, queste operazioni si svolgerebbero all’interno di un sistema europeo, rafforzando la indipendenza digitale e finanziaria dell’Unione.
“Qualunque transazione online, o sotto casa al supermercato, deve essere fatta con le carte di credito pagando commissioni. Il sistema dei pagamenti dipende da aziende che non risiedono in Europa. Capite bene che sarebbe opportuno avere un sistema che dipende solo da noi non dagli altri“, ha aggiunto Cipollone.
“L’euro digitale potrebbe trasformarsi in un pilastro della futura architettura economica e finanziaria europea, del futuro che vogliamo noi, non che viene deciso da altri”, ha sottolineato Giovannini.
Prime transazioni entro il 2028?
Dal punto di vista tecnico, la BCE sta procedendo speditamente. La fase di preparazione è in corso e segue i tempi previsti. Tuttavia, il passaggio successivo richiede un via libera politico da parte delle istituzioni europee, attraverso l’approvazione di un apposito regolamento.
“Se ciò avvenisse a inizio 2026, cioè nella migliore delle ipotesi sul processo legislativo europeo, per metà 2028 potremmo cominciare ad avere le prime transazioni“, ha affermato Cipollone.
Si tratterebbe di un traguardo fondamentale verso una nuova fase dell’integrazione economica europea, incentrata su strumenti più equi, accessibili e indipendenti.
Inclusività e accessibilità: il ruolo chiave di Poste Italiane
Uno degli aspetti centrali del progetto riguarda l’inclusione digitale, soprattutto per le fasce meno abituate all’uso della tecnologia, come gli anziani. Per raggiungere tutta la popolazione, la BCE sta studiando soluzioni per “l’ultimo miglio” della diffusione, ossia quel tratto cruciale che porta il servizio al cittadino, ovunque si trovi.
In questo contesto, Poste Italiane potrebbe giocare un ruolo strategico. Con milioni di clienti, una capillare rete di uffici postali e un’esperienza consolidata nei servizi finanziari attraverso PostePay, l’azienda è tra i circa 70 partner selezionati per la fase di sperimentazione dell’euro digitale. Poste potrebbe offrire assistenza, facilitare la distribuzione del wallet digitale e contribuire all’adozione su larga scala della nuova valuta.
La Bce “sta pensando all’ultimo miglio“, ha spiegato Cipollone, ossia a delle partnership con cui la valuta digitale potrebbe essere diffusa: “e in Italia la soluzione potrebbe essere Poste, perché la società ha milioni di clienti e può facilmente fornire supporto per l’accesso all’euro digitale“.
Una moneta digitale per tutti gli europei
L’euro digitale è pensato per essere universale, come ha sottolineato Cipollone: “una banconota digitale da usare ovunque in Europa, per tutti i casi d’uso”. Non solo uno strumento di pagamento, ma anche una leva per la democrazia economica.
Proteggere i dati degli utenti, evitare il trasferimento di ricchezza verso gli Stati Uniti attraverso le stablecoin, e mantenere i depositi nel sistema bancario europeo sono solo alcune delle sfide che questa innovazione intende affrontare.