il dibattito

Euro Digitale, Berlino frena: le banche tedesche preferiscono l’EPI (European Payments Initiative)

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La Germania dice no all’euro digitale “totale” e punta tutto sull’EPI, l’alternativa privata europea ai colossi americani dei pagamenti. Una scelta che apre crepe nel progetto della BCE e riaccende il dibattito. Senza la componente online, la moneta digitale rischia infatti, di nascere monca e di lasciare spazio a big tech e stablecoin.

Il progetto dell’Euro Digitale, fiore all’occhiello della strategia economica europea, inizia a trovare resistenze. Il primo stop arriva dal fronte tedesco. Le principali banche del Paese hanno, infatti, scelto di schierarsi con Fernando Navarrete, relatore del Parlamento europeo, che nel suo Rapporto ha preso le distanze dalle linee guida iniziali di Commissione e BCE.

Secondo Milano Finanza, la posizione degli Istituti tedeschi è tutt’altro che casuale: dietro il rifiuto si intravede la volontà di dare slancio all’EPI (European Payments Initiative), la piattaforma di pagamenti digitali paneuropea promossa da banche tedesche, francesi e olandesi, ma che fatica ancora a trovare il consenso dell’intera Unione.

Il nodo: Euro digitale online vs Euro digitale offline

Entrando nel dettaglio, nel testo proposto da Navarrete emerge una distinzione chiave tra euro digitale online ed euro digitale offline. Quest’ultimo, secondo la sua impostazione, dovrebbe entrare in gioco solo in assenza di soluzioni private alternative, come, appunto, l’EPI.
Un primo step dell’iter legislativo che rischia di trasformare il progetto originario in una versione “ridotta”, priva della componente online che ne rappresentava il cuore tecnologico e operativo.

Ma può una valuta digitale che non consente pagamenti su e-commerce o piattaforme online davvero dirsi “digitale”? In realtà, sarebbe una moneta dimezzata, e l’Europa, limitandosi a un modello solo offline, finirebbe per lasciare campo libero a big tech e stablecoin, indebolendo la propria autonomia strategica.

La posizione delle banche tedesche

Le banche tedesche, però, insistono su un altro punto: “l’euro digitale non deve indebolire l’attuale sistema di pagamento, ma integrarlo in modo significativo.”
In quest’ottica, un euro digitale “limitato” non costituirebbe una minaccia per la stabilità dei mercati né un ostacolo regolamentare. E se la BCE, favorevole all’EPI, dovesse assumere il doppio ruolo di emittente e fornitore dei servizi di pagamento, l’euro digitale diventerebbe semplicemente uno strumento in più, con limiti di possesso ben definiti.

Si riaccende il dibattito sull’ Euro digitale

Molti osservatori sostengono questa linea, puntando sull’interoperabilità tra circuiti diversi. Tuttavia, l’eccessiva frammentazione del mercato europeo e il dominio dei circuiti extra-UE rendono il progetto EPI un obiettivo ancora lontano.
In questo contesto, l’euro digitale potrebbe invece rappresentare una leva strategica per rafforzare la sovranità economica dell’Europa, ampliare l’offerta di servizi nell’Eurozona e ridurre la dipendenza dai circuiti di pagamento americani.

Non a caso, anche la Bundesbank è tornata recentemente a esprimersi a favore di una doppia versione, online e offline, dell’euro digitale, auspicando un equilibrio tra innovazione e stabilità.

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