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eTourism. Bit2017, destinazione turistica e abusivismo. Intervista a Marco Bianciardi

Marco Bianciardi

Da Domenica 2 a Martedì 4 Aprile 2017 si terrà a Milano la Borsa Internazionale del Turismo: da oltre trent’anni BIT favorisce l’incontro tra decision maker, esperti del settore e buyer accuratamente selezionati e profilati, provenienti da varie aree geografiche e settori merceologici. Le sedi dell’evento saranno Fieramilanocity (l’innovativo quartiere fieristico cittadino) e il MiCo (uno tra i più grandi centri congressi d’Europa e del mondo).

Vi presento qui Marco Bianciardi, Presidente di Federalberghi Siena e vice presidente vicario di Federalberghi Toscana, che alla Bit, con Daniele Masala, al suo fianco, parlerà di un argomento molto delicato: Destinazione turistica e abusivismo.

Alex Kornfeind: Quando si pensa ad una destinazione turistica non la si associa mai all’abusivismo fintantoché non si finisce di leggere notizie in merito alle evasioni fiscali di centinaia di appartamenti e bed and breakfast nelle più importanti città o destinazioni turistiche famose. In un’epoca dove le tecnologie dovrebbero essere d’aiuto come è possibile una proliferazione così massiccia dell’abusivismo?

Marco Bianciardi: Le tecnologie hanno giocato un doppio ruolo nell’abusivismo, se parliamo di internet e del web, il primo è quello di aver dato a tutti uno strumento molto potente e di facile gestione. Chiunque conosce e sa come funziona per esempio: AirBnb, Booking, Expedia, HomeWay, dal giovane studente che vuole guadagnare qualcosa con il suo appartamento, all’anziana signora che vuole “arrotondare” la sua pensione! Il secondo ruolo, che poi è l’altra faccia della stessa medaglia, è che queste tecnologie potrebbero essere usate dai vari organi di controllo per identificare e far emergere tutto l’abusivismo! In questo caso il difficile non è interfacciare il data base web disponibile con il data base ufficiale delle varie realtà ricettive e da li capire subito chi esercita l’attività regolarmente e chi no, ma riuscire una volta identificato l’abusivo a dichiararlo tale.

Alex Kornfeind: C’è poco controllo?

Marco Bianciardi: Chi è tenuto al controllo deve anche provvedere a fornire prove inequivocabili che l’abusivo è realmente tale. Inoltre se parliamo di domicilio, proprietà privata, (nel 99% dei casi di questo si parla) non c’è possibilità di accesso forzato a meno che, chi deve controllare non sia provvisto di un formale mandato dell’autorità giudiziaria, in quanto per la nostra Costituzione sono diritti fondamentali dichiarati inviolabili! Perciò le tecnologie possono da un lato aiutare l’una o l’altra parte ma anche se giocano un suolo fondamentale alla fine da sole non sono sufficienti per contrastare questo fenomeno.

Alex Kornfeind: La mossa di AirBnb, nel chiedere la tassa di soggiorno, ha soddisfatto le associazioni degli albergatori?

Marco Bianciardi: Le associazioni di categoria, hanno da sempre lanciato il loro grido di allarme, cercando in tutti i modi di tutelare chi si attiene alle regole, tributarie, normative, di sicurezza etc. Questo grido è risuonato più volte anche nelle varie amministrazioni locali, portando in evidenza quanto il ricettivo sommerso, una volta accertato, sanzionato e regolamentato, avrebbe potuto versare nelle casse della tesoreria! In questo caso è stato facile ricevere l’attenzione dei vari uffici tributari ed in effetti ci sono stati vari comuni che da subito si sono attivati per reclamare queste entrate ed è qui che AirBnb ha pensato, come si dice, “di mettere una pezza” versando ai Comuni la tassa di soggiorno. Le associazioni degli albergatori non sono assolutamente soddisfatte perché chiaramente considerano questo passaggio, come un contentino per soddisfare i Comuni che in questo momento, consci della difficoltà che hanno nel richiedere questa tassa a chi non è regolare, sono ben contenti di ricevere questi importi che altrimenti non riceverebbero comunque, della serie:“Meglio un uovo oggi che una gallina domani!”.

Alex Kornfeind: Quindi in certi casi la Pubblica Amministrazione potrebbe fare di più?

Marco Bianciardi: Il problema è che così, con il beneplacito dei Comuni, si va a conferire l’autorizzazione ad esercitare l’attività a tutta la grande quantità di abusivi che con il pagamento di un solo tributo si ritrovano “regolari”! Mancano in questo ragionamento tutta una serie di tasse anche sul reddito ricevuto ma, cosa più importante, non si vanno a far rispettare tutte quelle normative, in special modo sulla sicurezza, che nell’ambito ricettivo sono fondamentali per esercitare l’attività.

Alex Kornfeind: Il turista il più delle volte sembra inconsapevole e non capace, soprattutto se straniero, nel distinguere una pensione o un bed and breakfast abusivo da uno invece regolarmente registrato. Un paio di accorgimenti da utilizzare per capire se ci si trova di fronte ad un abusivo?  

Marco Bianciardi: A priori non è facile, o forse è impossibile, distinguere un’attività regolare da una abusiva. Nel mondo del web possiamo trovare false residenze d’epoca, che con una licenza di casa per vacanze e un servizio da B&B si presentano agli occhi del potenziale ospite come un Hotel a 5 stelle, stelle che magari sono anche pubblicizzate ben in vista nel loro logo! Alla fine, se vogliamo guardare la questione solo con gli occhi del turista sarebbe sufficiente che l’abusivo sia comunque un professionista accorto del settore e offra con la sua attività un servizio eccellente in linea con quello che ha pubblicizzato, già con questo avremmo tolto un problema per lo meno di immagine sia per la categoria, che per la destinazione. Alla fine il problema normativo, fiscale passa in secondo piano, chiaramente finché tutto va bene e non si sono incidenti.

Alex Kornfeind: Recentemente a Venezia un turista infortunatosi in un albergo denunciò l’albergatore per la sistemazione impropria in una soffitta, per altro con accesso tramite botola, e a questi venne comminata un’ammenda di soli 1.200 euro per violazioni urbanistiche ed appropriazione indebita della tassa di soggiorno. Un inasprimento delle sanzioni pecuniarie potrebbe combattere la piaga dell’abusivismo?

 

Marco Bianciardi: La pena pecuniaria per quanto sia alta non eserciterà mai la sua forza se non avrà dietro di sé una organizzazione tale da poterla attuare. Praticamente senza controlli, senza metodi di controllo, senza organismo di controllo le sanzioni non servono a niente nemmeno a dissuadere chi sa bene che poi non sarà mai scovato perché non verrà mai cercato! Per cui il primo punto da seguire, secondo me, è una struttura organica atta al controllo che vigili costantemente su quello che viene fatto ed esegua più controlli possibili anche fatti sulla qualità del servizio offerto oltre che sulla validità di poter o meno esercitare l’attività. Il problema sta alla base, perché in certi ambiti, come quelli privati di civile abitazione, l’ho affermato prima, andiamo in contrasto con l’art.14 della nostra Costituzione.

Alex Kornfeind: La Pubblica Amministrazione potrebbe fare di più per combattere l’abusivismo? A Siena, la sua città, è in aumento oppure il fenomeno sta per essere circoscritto a pochi casi?

Marco Bianciardi: A Siena, come in molte altre città toscane e italiane, il fenomeno è ben lontano dall’essere circoscritto e purtroppo non accenna a diminuire nonostante il Comune si sia attivato con i controlli. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con la polizia investigativa in più occasioni e non posso che plaudire a questi uomini e donne che con il loro lavoro ed il loro impegno cercano in tutti i modi di contrastare questo sempre più dilagante abusivismo ricettivo. Mancano le risorse, mancano le persone, mancano i soldi, manca il tempo, manca un regolamento chiaro, semplice e inequivocabile che sia utilizzato da chi deve controllare per dargli modo certo di stabilire se un’attività sia legale o meno!

Il lavoro è lunghissimo e pieno di ostacoli, la legge che regolamenta il turismo è demandata alle regioni per cui ogni regione legifera a modo suo, anche questo non aiuta nessuno né il comparto, né i turisti che visitano il nostro Paese e che poco o nulla hanno di concezione sulle regioni.

Credo che questo fenomeno, prima o poi, collasserà su sé stesso, portando con sé sia il buono che il cattivo o forse alla fine, voglio sperare, sopravvivrà solo chi di questa professione ne avrà fatto una passione o ancora meglio una ragione di vita. Perché fare Ospitalità per me è una passione che qualche volta può anche andare al di là del mero profitto economico.

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