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eTourism. Bit2017, il mondo del food e il turismo digitale. Intervista ad Andrea Casadei

di Alex Kornfeind, Strategy Marketer |

Da Domenica 2 a Martedì 4 Aprile 2017 si terrà a Milano la Borsa Internazionale del Turismo. Intervistiamo Andrea Casadei, che alla prossima Bit descriverà il mondo del food attraverso il turismo digitale.

Da Domenica 2 a Martedì 4 Aprile 2017 si terrà a Milano la Borsa Internazionale del Turismo: da oltre trent’anni BIT favorisce l’incontro tra decision maker, esperti del settore e buyer accuratamente selezionati e profilati, provenienti da varie aree geografiche e settori merceologici. Le sedi dell’evento saranno Fieramilanocity (l’innovativo quartiere fieristico cittadino) e il MiCo (uno tra i più grandi centri congressi d’Europa e del mondo).

Ho il piacere di intervistare qui Andrea Casadei, esperto do innovazione digitale. Alla prossima Bit descriverà il mondo del food attraverso il turismo digitale.

Alex Kornfeind: L’enogastronomia è cultura, la cultura è turismo. Concorda con questa affermazione?

Andrea Casadei: Si, ma preferisco usare la parola esperienza al posto di cultura. Esperienza, assieme alla sapienza del saper fare, che è la base del prodotto enogastronomoco tipico di un territorio ed esperienza, assieme al valore di unicità, la cui ricerca è anche una delle principali leve motivazionali di un viaggio oggi.

Alex Kornfeind: Cosa spinge oggi un turista a scegliere un luogo, al posto di un altro, quando la ricerca spesso viene effettuata via mobile da smartphone?

Andrea Casadei: Abbiamo diverse ricerche che ci dicono che tramite mobile la ricerca di un’esperienza enogastronomica viene ormai prima delle ricerca di un sito culturale quando si comincia a pianificare i dettagli di un viaggio.

Alex Kornfeind: Il turismo digitale legato all’enogastronomia è solo appannaggio dei millennials o anche gli over 50/60 sono un po’ nerd in tal senso?

Andrea Casadei: Sono convinto che il food tourism non conosca età, anzi se prendiamo i dati sulle vendite di food online negli Stati Uniti scopriamo che il grocery è il settore industriale che vende sì meno di altri ma ha la maggiore trasversalità tra li utenti. Questo perché l’offerta di prodotti di alta gamma nel food, pensiamo ai grandi vini ad esempio, soddisfa una domanda, ed una capacità di spesa, che è molto più sul target over 50 che nei millennials

Alex Kornfeind: Quando si tratta l’enogastronomia il prezzo fa la differenza nella scelta di un luogo da visitare o il turista è disposto a spendere anche di più pur di vivere un’esperienza unica?

Andrea Casadei: Spende sicuramente di più di quanto non faccia nelle sua vita di tutti i giorni. Poi ci sono delle variabili commerciali che vanno tenute in considerazione a cominciare dalle cucine tipiche dei paesi che si visitano: a casa mia, se abitassi dall’altra parte del mondo, la pizza e la pasta verrebbero considerati “cibi etnici” e probabilmente avrei una percezione del prezzo molto più alta in termini di rapporto qualità prezzo di quello che poi troverei arrivando in Italia. Certo mi aspetterei mediamente di mangiare meglio nel luogo di origine che nel ristorante etnico sotto casa e purtroppo spesso non è così vero.

Alex Kornfeind: Ci racconta un caso di successo capace di far crescere una destinazione poco nota ai soliti circuiti turistici proposti dalle guide?

Andrea Casadei: Se intendiamo un caso di successo in Italia dovuto ad una pianificazione da DMO non ci sono casi di successo realmente significativi. Siamo molto lontani in termini di consapevolezza da quanto ci dice ad esempio la relazione conclusiva del 2° UNWTO World Forum on Gastronomy Tourism tenutosi lo scorso anno in Perù: “…Le chiavi del successo per la corretta gestione del turismo Enogastronomico da parte della destinazione e per ottenere il successo dell’offerta di prodotti enogastronomici al modo del turismo sono i seguenti: leadership, creatività, lavoro di squadra, visione a lungo termine, e il coraggio di definire degli obiettivi ambiziosi. Il lavoro di squadra comporta la collaborazione a tutti i livelli, vale a dire, tra pubblico e privato, pubblico-pubblico e privato-privato… e deve includere elementi di trasparenza e di tutela dei consumatori…”. In Italia siamo molto lontani ancora, anche se qualcosa si comincia a vedere e per assurdo è proprio la combinazione privato-privato che è la parte più arretrata.