Il caso

ETNO in caduta libera. Ignorata dai regolatori europei

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L’organismo lobbystico ignorato dai regolatori europei soffre di una crisi di identità che rischia di danneggiare gli stessi associati.

Singolare circostanza che coinvolge ETNO (European Telecommunications Network Operators) e un pezzo importante delle TLC europee.

L’ETNO è l’organismo di rappresentanza degli operatori di telecomunicazioni europei (prevalentemente incumbent). Tra i suoi membri spiccano Orange, Telefonica, Deutsche Telekom, TIM e tanti altri, con un fatturato aggregato di grande rilevanza e con una copertura di oltre il 70% del mercato delle telecomunicazioni europee.

Si tratta di un organismo che ha sempre svolto un ruolo di prestigio, specialmente nella prima metà di questo decennio, a cavallo con importanti battaglie del settore; un organismo con un ruolo delicato in rappresentanza di un settore considerato tra i più avanzati tecnologicamente.

Insomma nulla che lasciasse in qualche modo intravedere il tonfo di posizionamento e di percezione delle ultime ore.

A urlare ai quattro venti l’allarme è stata la stessa ETNO, con una nota di stamane in cui denuncia di non essere stato invitato al 5° Stakeholder Forum del BEREC.

Il BEREC è l’organismo che raccoglie le Autorità regolatorie europee e quindi fa oggettivamente molto scalpore il mancato invito, che non può essere considerato come una semplice dimenticanza.

Il BEREC ha evidentemente voluto mandare un segnale (e che segnale!) demolendo l’autorevolezza di un organismo che negli ultimi mesi ha perso smalto, peso e ruolo.

Francamente lascia ancor più sconcertati il fatto che sia la stessa ETNO a denunciare il mancato coinvolgimento, con una reazione del tipo “…lei non sa chi sono io…”.

Ricapitolando: BEREC ha inferto un ceffone a ETNO e quest’ultimo invece di fare buon viso a cattivo gioco, ha reagito in modo permaloso e sbandierando ai quattro venti un trattamento che avrebbe potuto gestire in altro modo.

Oppure più semplicemente il mondo delle Tlc sta cambiando così velocemente che le stesse regole di rappresentanza vanno forse ripensate e riformulate.

In tutti e due i casi sembra che ETNO non possa contare più sugli spazi del passato. Amen.