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Erba negli Usa

di James Hansen |

Produzione e consumo di marijuana più o meno regolamentati in 47 Stati su 50, ma il Governo federale non ha mai accettato il commercio di questa sostanza considerata ancora 'stupefacente'. Un mercato nazionale (legale) stimato in 30 miliardi di dollari l’anno.

James Hansen

Ad oggi, l’uso della marijuana è legale in forma variabile in quarantasette dei cinquanta stati degli Usa. Ventiquattro di questi l’hanno esplicitamente legalizzata anche a scopo ‘ricreativo’. Il più recente è l’Ohio, con una nuova legislazione che permette ai residenti dello stato di età superiore ai 21 anni di detenere fino a 2,5 ‘once’ di marijuana—poco più di 70 grammi—nonché di coltivare in casa sei piante di ‘erba’, dodici piante se ci sono due adulti stabilmente presenti.

In quattordici stati l’utilizzo della droga è permesso solo per motivi curativi e richiede pertanto una ricetta medica: un documento che, a quanto pare, viene perlopiù rilasciato con una certa facilità. Altri stati ancora permettono l’uso, sempre a scopo ‘medicinale’, di varie formulazioni di marijuana dal limitato contenuto di ‘THC’—tetraidrocannabinolo—il principio attivo della droga. 

I tre stati rimasti fuori dalla lista—senza alcuna legislazione ‘locale’ al riguardo—sono l’Idaho, il Nebraska e il Kansas. Oh, e anche lo ‘Stato’ con la esse maiuscola, gli Stati Uniti d’America… Sì, perché il Governo Federale non è per niente d’accordo con la scelta di liberalizzare. Il motivo di tale opposizione è semplice: Washington mantiene da quasi un secolo un notevole apparato burocratico incaricato di sopprimere il commercio e il consumo della marijuana. Le burocrazie non sono inclini al suicidio.

Comunque sia, il fatto che qualcosa non abbia funzionato con la guerra all’erba non è una recente novità. Già nel 1977 l’allora Presidente Jimmy Carter scrisse al Congresso per chiederne la liberalizzazione in quanto, secondo lui, le leggi contro la marijuana avrebbero arrecato “più danni ai suoi consumatori di quelli derivanti dall’uso della sostanza stessa”. Ciò malgrado, la volontà della classe politica di mostrarsi pubblicamente ‘favorevole all’uso della droga’ è rimasta limitata, anche quando, più tardi, un altro Presidente, Bill Clinton, confessò pubblicamente di avere “provato” la marijuana, senza però, precisò, “aver aspirato il fumo”…

Dal punto di vista del governo nazionale, è cambiato poco da allora. La burocrazia mantiene la sua opposizione, a volte con risvolti comici, come in un esilarante episodio del 2015 in cui un agente della DEA—la “Drug Enforcement Agency”—ha parlato davanti a una commissione legislativa del pericolo riguardante i conigli che, consumando la marijuana coltivata nei campi aperti, potevano ‘impazzire’, perdendo gli istinti naturali e diventando un pericolo per l’uomo…

Capita allora che, mentre gli stati legalizzano, il Governo nazionale—che controlla il sistema finanziario—vieta alle aziende di carte di credito di accettare pagamenti derivanti dalla vendita di marijuana, il cui commercio è considerato illegale da Washington, checché ne dicano gli stati… Così, un business che si ipotizza possa valere circa $30 miliardi all’anno—ma chi lo sa?—si conduce largamente in contanti.