Gender Gap

Equal Pay Day, l’Appello Donne e Media al lavoro su proposta per il governo contro la disparità di genere

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Fino a Capodanno le donne europee lavoreranno ‘gratis’. Lo dice la Commissione Ue secondo la quale la disparità di retribuzioni tra donne e uomini è del 16,3%.

Dal 2 novembre fino alla fine dell’anno noi donne lavoreremo tutte gratis. Ebbene sì.

E’ quanto ci dice l’Unione europea che ha istituito ieri l’Equal Pay Day, un’iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica, le aziende, i manager e tutta la business community sul gap retributivo tra donne e uomini.

In parole povere, noi donne, pur svolgendo lo stesso lavoro degli uomini, veniamo pagate meno.

Questa cosa fa veramente storcere il naso. Intanto perché non è concepibile che per le stesse mansioni esistano stipendi diversi a causa del sesso e poi come fare a non considerare che molte donne che lavorano sono anche mamme e, se permettete, questo è il lavoro più bello e impegnativo del mondo e, nonostante ciò, tante sanno essere impareggiabili anche sul lavoro.

Questa è o no una marcia in più?

Gabriella Cims, Promotrice dell’Appello Donne e Media e Blogger dell’Huffington Post snocciola alcuni dati preoccupanti che riguardano l’Italia dove “il Gap occupazionale è al 20%; la differenza retributiva tocca il 30%, tra i laureati; la violenza sessuale è sempre più diffusa anche tra minori; gli omicidi di donne aumentano, e i media li riducono a ‘femminidici’”.

Ma veniamo ai dati forniti dalla Commissione Ue, che ha studiato gli stipendi orari medi nei paesi dell’Unione: la differenza tra le retribuzioni delle donne e degli uomini è del 16,3%.

A conti fatti, sono proprio 59 giorni di lavoro ‘gratuito’.

Dal 2006, in cui si registrava un 17,7%, i miglioramenti sono stati minimi.

Questa ingiusta e ingiustificata differenza si trasforma poi, nel lungo termine, in un gap pensionistico ancora più significativo del 39%.

Secondo il sondaggio Eurobarometro, un europeo su tre ritiene che, tra le ineguaglianze uomo-donna, quella sugli stipendi sia la prima da affrontare con urgenza.

A seguire, la lotta ai preconcetti sull’immagine e sui ruoli di uomini e donne e quindi l’esplosione della violenza verso le donne.

 

Perché è così difficile un’inversione di rotta?

Perché è così arduo valutare una donna, la sua capacità e preparazione al pari di quelle di un uomo?

Cims spiega che “il network dell’Appello Donne e Media (protagonista della prima riforma di genere della Tv Pubblica, in vigore dal 2011) ha puntato l’attenzione sulla necessità di superare gli stereotipi che svalutano la percezione che la società ha delle donne e dei ruoli che esse svolgono, ostacolando la capacità di formulare un’equa valutazione”.

Su questo cruciale snodo, l’Appello Donne e Media, in collaborazione con AIDDA (Associazione Imprenditrici e Dirigenti D’Azienda), con Key4biz, quotidiano online sulla digital economy, e con l’Osservatorio Interuniversitario di Genere, hanno chiamato a raccolta nei giorni scorsi a Roma, nella sede di rappresentanza del Parlamento Europeo, esperti nazionali attorno al tema, “Plurale Femminile, il valore dell’immaginario. Tv, Media, campagne pubblicitarie raccontano la realtà delle donne?”.

Cims informa che “è stato aperto un tavolo di lavoro che ha coinvolto le istituzioni nazionali e territoriali, tra cui il nuovo management Rai, il centro di ricerca Censis, Pubblicità Progresso, l’assessorato alle pari opportunità della regione Lazio, il Bic Lazio, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria”.

 

Sulla disparità di genere interessante la posizione della Fondazione Pubblicità Progresso di cui più volte il presidente Alberto Contri ha scritto per la rubrica Spot&Social di Key4biz.

Molto bello il messaggio lanciato dalla campagna ‘Punto su di te’, di cui si è parlato nell’articolo: Spot&Social, Pubblicità Progresso per la parità di genere: ‘Giusto valore al lavoro delle donne’.

 

Le prime conclusioni del tavolo di lavoro che si è tenuto a Roma le ha tratte la consigliera nazionale di parità, Francesca Bagni Cipriani, che ha incoraggiato le produzioni televisive, in primis la Rai, a “investire in programmi più consapevoli su questo fronte e più attrattivi anche per i giovani”.

Il workshop apre una roadmap di iniziative, un gruppo di lavoro con l’obiettivo, precisa Cims, “di costruire una proposta concreta per contribuire a modificare il trend di una società che, sottovalutando il potenziale delle donne, perde una chance esiziale per l’auspicata quanto difficile ripresa economica”.

Il Gruppo di lavoro raccoglierà i contributi che da qui a fine anno faremo pervenire in un proposta al Governo e alle Istituzioni.

Attraverso Key4biz, la rubrica di Gabriella Cims su Huffington Post, @appdonnemedia, la pagina Facebook AppelloDonneMedia, verranno raccontati i protagonisti, le proposte, le iniziative.