Il quadro

Epopea Altman. Ecco cos’è realmente accaduto tra IA, mercato e geopolitica

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Spiegati i motivi di disagio e i timori dichiarati del consiglio di OpenAI, quando si è reso conto che Sam Altman stava correndo in giro per il mondo, dal Medio Oriente all'Asia, cercando di raccogliere miliardi per raggiungere i propri obiettivi e la propria personale visione strategica.

La vicenda di Sam Altman e della sua improvvisa uscita da OpenAI, seguita da un tira e molla di qualche giorno e infine dal suo repentino rientro in azienda, ci ha lasciato nell’incertezza di non aver capito cosa sia successo effettivamente dietro le quinte.

#1 Le cose non sono mai come appaiono

La singolare vicenda è stata presentata come una storia ordinaria di potere, come spesso accade nel mondo delle società Hi-Tech. Ma non è escluso, come vedremo, che nel caso Altman vi sia qualcosa di diverso dalla prorompenza di ego smisurati in scontro tra loro.

Ecco perché occorre guardare con attenzione a quanto è successo intorno ad OpenAI in questi mesi, collocando il tutto in un contesto di geopolitica, dal momento che è questo il terreno prevalente su cui si sta consumando e si consumerà sempre più lo scontro sull’intelligenza artificiale.

#2 Partiamo dall’inizio

Come è noto tutto è iniziato il 17 novembre scorso con il licenziamento di Sam Altman da parte del consiglio di amministrazione di OpenAI. Poi vi è stato un lungo tira e molla con cambiamenti di ora in ora. Rientra o non rientra?

Fino alla lettera di oltre 700 dipendenti della società che hanno scritto alla direzione dicendo che sarebbero migrati in massa verso Microsoft, dove sembrava che Altman stesse approdando, se questi non fosse stato immediatamente riammesso in seno ad OpenAI con lo stesso incarico di guida. Il risultato è stato l’immediato reintegro di Altman in OpenAI.

Ma ha colpito l’incredibile serie di colpi di scena, difficili da seguire, che si sono susseguiti ora dopo ora.

#3 I primi elementi di chiarezza: il nuovo algoritmo

Ora stanno gradualmente emergendo elementi nuovi, secondo cui Altman aveva annunciato alla società, appena il giorno prima di essere licenziato, che era sul punto di raggiungere una svolta significativa nell’IA.

Lo avrebbe fatto con una lettera in cui si annunciava una nuova scoperta tecnologica – un algoritmo denominato Q* (ma pronunciato Q-Star), capace di “minacciare l’intera umanità” (OpenAI researchers warned board of AI breakthrough ahead of CEO ouster: sources).

Un algoritmo con caratteristiche del tutto particolari, perché immediatamente considerato come una svolta in direzione della ricerca sulla nuova ondata di IA denominata Intelligenza Artificiale Generale o Artificial General Intelligence (AGI), un sistema che viene indicato come ben più intelligente degli esseri umani.

Il sogno di Altman era stato subito quello di sposare AGI assieme alla supply chain di chip AI, telefonini AI, robotica AI con le più grandi raccolte di dati al mondo e con sistemi LLM (Large Language Model).

Ora sappiamo anche il nome di lavoro di questo nuovo algoritmo: Tigris.

#4 Una rete di relazioni molto ampia

Per raggiungere questo obiettivo, Altman aveva bisogno di grandi risorse informatiche e consistenti finanziamenti. Ed è forse è per questo che, secondo alcuni osservatori, egli parlò con Jony Ive (Jony Ive, Sam Altman wants to create the ‘iPhone for AI, ex Design Chief di Apple, e come tale designer non solo dell’iPhone, ma anche testa pensante per colossi come Softbank (OpenAI and Joni Ive in talks to raise $1Bn from Softbank for AI device venture)e Cerebras, quest’ultima nota perché produce il chip per IA più veloce al mondo (An A.I. supercomputer whirs to life, powered by giant computer chips), grande come un piatto e più potente di qualunque altro chip tradizionale al mondo.

Cerebras dispone anche del software Swarm X, che consente di lavorare insieme in cluster atti a creare una base computazionale tale da gestire l’enorme volume di dati necessari per costruire un’intelligenza artificiale di nuova generazione è tecnologicamente più avanzata rispetto a quella di cui disponiamo oggi.

Per queste ragioni, Cerebras rappresenta tra l’altro una grande minaccia per Nvidia, il produttore dei supercomputer e dei chip AI più veloci del mondo.

I più potenti di questi supercomputer di Nvidia, il Summit e il Sierra, sono particolarmente determinanti per la difesa nazionale americana e non a caso sono custoditi presso l’impianto nucleare superprotetto di Oak Ridge, nel Tennessee. Va qui ricordato che quasi tutte le organizzazioni complesse che necessitano di grandi capacità di calcolo ricorrono a chip o computer di provenienza Nvidia.

E infatti, appena un anno fa, Nvidia valeva 300 miliardi di dollari, un quarto rispetto al valore attuale di 1,35 trilioni di dollari, che ha fatto registrare l’aumento più sorprendente dal 1971 del valore di un’azienda Nasdaq.

Nonostante i primati di Nvidia, Cerebras ha progettato un chip 20 volte più veloce. E per questo motivo non sono in pochi coloro che ritengono che l’IPO di Cerebras potrebbe mandare in briciole Nvidia.

#5 Intelligenza artificiale e sicurezza nazionale

Da tutti questi elementi cominciano ad emergere in questa storia aspetti di sicurezza nazionale.

Mentre l’Occidente (ovvero i Paesi del G7) si è concentrato sull’IA generativa, che non ha capacità cognitive, la Cina ha preso una strada diversa. Ha costruito l’unico computer ottico al mondo con tecnologia Quantum, un computer che può risolvere in 47 secondi un problema che richiederebbe a un supercomputer tradizionale ben 240 anni.

Questo spiega perché Sam Altman vuole costruire computer di nuova generazione appositamente pensati per l’era dell’IA. E per questa ragione Altman ha collaborato dallo scorso luglio non solo con la citata Cerebras, ma anche con l’incubatore degli Emirati Arabi G42 per la realizzazione di Condor Galaxy, il “più grande supercomputer al mondo per l’addestramento AI“.

G42, da canto suo, è collegato al più grande LLM (Large Language Model) arabo del mondo, un sistema che, come ChatGPT, genera nuovi contenuti linguistici e sta anche lavorando con Amazon per raccogliere ed elaborare informazioni sul DNA, con l’obietivo di sviluppare nuovi straordinari servizi globali di genomica, proteomica e bio-banking.

Per un data scientist dell’IA, i dati raccolti per queste innovazioni sono materiale prezioso che può sprigionare opportunità impensabili. L’Occidente nel suo insieme non ha la disponibilità di raccogliere tali quantità di dati significativi, né è facile reperire il denaro per finanziare ciò che Sam Altman voleva. Ma vi sono investitori internazionali disponibili e tra questi ci sono gli Emirati Arabi, la Cina – che sono già molto interessati ad Altman – e tutti gli altri soggetti che sostengono G42.

#6 Altman insegue il suo obiettivo e non intenderà rinunciarvi

Quando coloro che lavorano nel mondo dell’IA manifestano preoccupazione per la mancanza di “guardrail” nei comportamenti di Altman, gli riconoscono di fatto una precisa disponibilità: quella di esser disposto a correre il rischio di costruire qualcosa che come il dentifricio non potrebbe essere più rimesso nel tubetto. Ovvero, gli rimproverano di esser pronto a costruire qualcosa che potrebbe non essere più controllabile.

In questo lo avvicinano molto a un gigante come Oppenheimer che era disposto a frantumare gli atomi pur di vincere la seconda guerra mondiale, anche se questo lo avesse obbligato ad infiammare e incenerire la Terra.

Questo spiega perché alcuni considerino Sam Altman uno scienziato fuori le righe (l’establishment militare americano ci va giù più pesante…) e pronto a mettere a rischio tutti, pur di raggiungere il proprio obiettivo.

In questo contesto si colloca la lettera inviata al consiglio di amministrazione di OpenAI da parte di alcuni dipendenti (leggi la lettera in PDF), i quali indicano come all’interno di OpenAI vi fossero malumori nei confronti di Altman molto più radicati di quanto la cronaca quotidiana non abbia registrato. In particolare, Altman, avrebbe cominciato a lavorare su un progetto fondato sull’incorporazione di una super-intelligenza all’interno del corpo di un robot. E questo è, presumibilmente, il motivo per cui OpenAI ha iniziato a investire nella robotica umanoide già a partire da marzo.

#7 OpenAI non è solo una impresa privata

Ora è più facile comprendere i motivi di disagio o i timori dichiarati del consiglio di amministrazione di OpenAI, quando si è reso conto che Sam Altman stava correndo in giro per il mondo, dal Medio Oriente all’Asia, cercando di raccogliere miliardi per raggiungere i propri obiettivi e la propria visione strategica.

Come ha scritto Bloomberg, strutture come OpenAI non sono “imprese marginali“, sono “imprese che operano nel core del proprio settore” e sono sotto i riflettori  (Altman Sought Billions For Chip Venture Before OpenAI Ouster).

Qui è in gioco la ridefinizione globale della progettazione dei chip, la raccolta e l’archiviazione dei dati, la potenza computazionale e l’interfaccia tra intelligenza artificiale e robotica fisica. Insomma un bel po’ di roba, anzi i temi del mainstream attuale, che richiedono prudenza, accortezza e valutazione politica su tutto.

Il percorso allestito da Altman, se fossero confermate le premesse, avrebbe comportato una messa a dura prova dell’infrastruttura IT americana, determinando una contrazione della sua potenza, riducendo conseguentemente la capacità negoziale e la deterrenza degli Stati Uniti.

#8 Vacilla il predominio USA sull’innovazione

Quello che emerge dall’intera vicenda è che l’innovazione si sta spostando al di fuori degli Stati Uniti e che l’acquisizione massiva di dati rischia di essere al di fuori dalla portata delle autorità di regolamentazione. Senza dubbio le autorità statunitensi hanno registrato tutto questo e hanno avuto conferma del ruolo di Altman come collaboratore di G42. Dal punto di vista americano è come fraternizzare con il nemico, dal momento che la società emiratina è azionista di ByteDance, il gruppo che è presente a sua volta in TikTok (UAE’s G42 buys $100 million share in China’s ByteDance, parent of TikTok). Inoltre G42 possiede l’azienda Pax AI, che a sua volta ha relazioni strette con Pegasus, si proprio lo spyware noto a tutti nel mondo.

#9 Innovazione e mercato vincono sugli interessi nazionali?

Qui sorgono due domande. Altman era sotto sorveglianza mentre perseguiva questa sua personale grande visione? E, considerato quanto sin qui riportato, come poteva non esserlo?

La verità è che Altman non crede nei confini nazionali. Come tutti gli scienziati ha un solo obiettivo: costruire la migliore intelligenza artificiale possibile e farlo prima degli altri.

La sua visione ha probabilmente preoccupato il suo consiglio di amministrazione di OpenAI e ha innervosito Washington.

Considerato che gli Stati Uniti stanno cercando di rallentare l’innovazione tecnologica in altre parti del mondo, limitando tra l’altro la vendita dei migliori chip e computer di produzione nazionale, Sam Altman desta più di una preoccupazione agli occhi del governo americano quando dice: “Costruiremo con le nostre mani tutto quanto ci occorre, a partire dalla nostra catena di approvvigionamento e dal cosiddetto ecosistema che la circonda”.

Ce ne sarebbe quanto basta per mobilitare ITAR (International Traffic in Arms Regulations), l’autorità statunitense che controlla le esportazioni di tecnologie collegate ad esigenze militari e di difesa degli USA.

Anche se c’è stato un tempo in cui un qualunque cittadino americano sarebbe stato arrestato per aver venduto tali innovazioni high-tech, protette e vincolate, all’estero.

Mentre oggi non è così facile impedire a un americano intelligente o intraprendente, ancor prima di geniale, di innovare al di fuori degli Stati Uniti.

Del resto non è sempre facile dire agli imprenditori nazionali di non prendere soldi stranieri e di non collaborare con aziende straniere. Puoi chiedere formalmente loro di non sfidare aziende come Nvidia? La risposta è NO. Specialmente quando gli altri offrono così tanti soldi.

#10 L’IA viene sviluppata da qualcuno, ma i risultati appartengono al mondo?

Quello che è avvenuto la scorsa settimana a OpenAI conferma che nessuno dei giovani imprenditori leader di questo ampio perimetro dell’AI vede confini.

Come ha dichiarato Andrew Feldman, co-fondatore e CEO di Cerebras Systems: “L’IA non appartiene alla Silicon Valley e non appartiene nemmeno agli Stati Uniti; ora è una cosa che è nelle mani del mondo, perché è un fenomeno globale“. Tuttavia, le autorità statunitensi e i suoi alleati, secondo alcuni esperti americani di sicurezza, conosceranno presto la grande sfida ai tradizionali concetti occidentali di sicurezza e controllo che la visione di Altman rappresenta.

#11 Altman tra Xi Jiping e Biden

Due giorni dopo l’incontro tra Xi Jiping e Biden dello scorso 15 novembre (A timeline of events leading up to this year’s Biden-Xi summit), in cui i due leader hanno dichiarato di volersi rispettare reciprocamente, Sam Altman è stato licenziato.

Il DailyDot traccia con precisione l’ipotesi secondo cui Sam Altman sarebbe stato buttato fuori da OpenAI perché Xi Jiping avrebbe accennato a Joe Biden il fatto che l’azienda di Altman era coinvolta in un accordo di mega raccolta di dati con una società chiamata D2 (Double Dragon), che alcuni pensavano erroneamente fosse un gruppo cinese informatico controllato dal Dipartimento Cyber dell’esercito cinese (Did a secret deal with Chinese hackers unearthed by the NSA get Sam Altman fired at OpenAI?).

David Covucci, autore dell’articolo di DailyDot sopra citato, ha anche riferito che: “Questo gruppo D2 ha la più grande e agguerrita capacità di scansione e indicizzazione al mondo, di 10 volte superiore a quella di Alphabet Inc (Google), da qui l’accordo in modo da consentire che OpenAI potesse mettere le mani su enormi quantità di dati per la formazione dei propri algoritmi, dopo aver esaurito le risorse sin qui a disposizione”.

#12 Oltre OpenAI

Al di là delle vicende interne di OpenAI, c’è qualcosa di più profondo che sta accadendo. La Cina ha già definito e avviato un proprio percorso in direzione dell’intelligenza artificiale generale (AGI).

L’obiettivo è quello di andare oltre l’IA generativa a favore dell’IA cognitiva, ovvero un’intelligenza artificiale per soggetti pensanti, che possono operare indipendentemente dai suggerimenti o dalle impostazioni ricevute.

La Cina sta già dando all’IA il controllo sui propri satelliti e sui droni armati. Senza dubbio, Altman potrebbe essere molto attratto dal lavorare con quella capacità e i cinesi, da parte loro, vorrebbero presumibilmente lavorare con lui.

Questo potrebbe spiegare perché Larry Summers, l’ex segretario al Tesoro americano con collegamenti con la politica e il mondo degli affari degli Stati Uniti, sia finito nel nuovo consiglio di amministrazione di OpenAI.

Forse il governo degli Stati Uniti si è reso conto che non potevano fermare Altman, ma potevano rivendicare un posto al suo tavolo? Ma questa potrebbe essere una valutazione troppo restrittiva.

Cosa significa tutto questo per noi?

Esperti, ricercatori e scienziati come Sam Altman dicono di essere impegnati nella progettazione di intelligenza artificiale per “fare del bene”. Ma i progettisti di intelligenza artificiale non sono d’accordo su questa definizione troppo generica, che non specifica esattamente cosa sia “buono”.

Ciò che è evidente è che l’IA è anche parte integrante della corsa ai nuovi armamenti e tutto ciò potrebbe avere conseguenze non irrilevanti per la nostra civiltà.