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Enterprise 4.0. La ‘Corporate Startup’ come strategia di gestione della propria trasformazione digitale

L’Italia rimane il secondo Paese manifatturiero d’Europa e fra i primi al mondo. In particolare spicca la capacità di mantenere una posizione di leadership in moltissimi segmenti di mercato o filiere di medio-alto contenuto tecnologico e rimaniamo uno dei soli cinque Paesi al mondo con una surplus commerciale positivo (superiore ai 100 miliardi di dollari, dietro solo a Cina, Germania, Giappone e Corea).

Ma nulla è scontato e si stanno già delineando i contorni delle due importanti sfide che il sistema manifatturiero dovrà affrontare nei prossimi anni e che decideranno del suo futuro per i prossimi decenni. Da un lato la competizione con i “poli geopolitici” americano e asiatico e dall’altro la capacità di essere tra i protagonisti della quarta rivoluzione industriale: la totale automazione ed interconnessione delle produzioni: la cosiddetta Industry 4.0.

L’industria 4.0 non si realizza automatizzando solo i propri processi di fabbrica ma trova il suo massimo compimento in un nuovo modello di generazione e distribuzione del valore per gestire in modo attuale il proprio posizionamento sul mercato. Non c’è nulla di immutabile tranne l’esigenza di cambiare. L’esplosione dei device mobili e dei social network hanno infatti portato allo sviluppo del Cloud e dei Big Data con conseguenti ripercussioni sulle imprese.

Adottare, ma soprattutto abbracciare, queste tecnologie significa per le aziende fare un grande salto in avanti rispetto al passato. Nulla sarà come prima: non cambia solo il rapporto impresa-individuo (il cliente è partner verso cui convergono i processi aziendali, pensati come processi al cliente), ma anche l’organizzazione interna dovrà essere ripensata. In discussione ci sono i modelli di business stessi.

In un mondo plasmato da connessioni volatili e schermi digitali, il concetto di proprietà muta radicalmente. In un certo senso, possedere per sempre qualcosa (in specifico i prodotti virtuali, come i software) non è più la priorità per i clienti. La ‘ownership’ viene sostituita dalla ‘membership’, l’accesso temporaneo a un bene o servizio. Dato questo orizzonte, le aziende orientati alla membership avranno un ruolo sempre più centrale.

La rivoluzione della membership economy è un fenomeno piuttosto recente, anche se affonda le sue radici in tanti cambiamenti avvenuti nell’ultimo decennio. Non a caso, il primo a predire questo shift è stato Jeremy Rifkin in un saggio visionario del 2001 intitolato The Age of Access. C’è voluto più del previsto per realizzare quanto previsto da Rifkin ma oggi i business più intelligenti e proattivi hanno già intrapreso la strada dell’evoluzione.

La “Corporate Startup” come strategia di gestione della propria trasformazione digitale. Digitalizzazione significa, in sostanza, mettere in rete tecnologicamente tutti i processi lavorativi e orientare la comunicazione in base agli attuali desideri informativi della società. Un vero e proprio vantaggio strategico insorge qualora i processi esistenti sono orientati sulla base delle modalità con le quali la società oggigiorno vuole essere servita in relazione al flusso di informazioni, integrando tutte le possibilità offerte dalla tecnica.

Un modello di business realmente digitale combina informazioni, risorse, prodotti, servizi e tecnologie in modi completamente nuovi: in questo modo dà la possibilità ai clienti di vivere esperienze innovative così come innovativi sono anche i risultati delle attività.

Ma come realizzare un progetto in modo veloce ed innovativo? Ad esempio sviluppando o integrando una Startup nella propria corporate l’azienda è possibile accelerare l’evoluzione proprio business aziendale.

Per approfondire:

https://www.neosperience.com/it/industria-40

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