L'analisi

EntARTainment. Le nuove sfide per promuovere il cinema italiano all’estero

di Maria Giuseppina Troccoli, Dirigente Servizio Produzione Direzione Generale Cinema del MiBACT |

C'è bisogno di incentivare la strutturazione di paradigmi narrativi e produttivi nuovi ed accattivanti; non chiuderci in maniera autarchica e presuntuosa a pubblici diversi dal nostro per cultura e provenienza; foraggiare e mantenere in attività autori che hanno una vocazione più ampia e ambiziosa.

(Hanno collaborato Bruno Zambardino, Chiara Fortuna e Armando Maria Trotta)

E risaputo come il cinema e l’audiovisivo siano prodotti dell’industria culturale ad altissima vocazione internazionale. E’ altrettanto pacifico che quando si mettono in campo strumenti di promozione del cinema all’estero occorre tener conto di una duplice componente: quella economica intesa come possibilità di sviluppo del reddito nazionale attraverso l’esportazione dei prodotti audiovisivi; e quella culturale che mira alla diffusione all’estero della lingua e della cultura italiana, del nostro modo di vivere, dell’immagine e del prestigio dell’Italia.

La rubrica EntARTainment, ovvero libere riflessioni sull’economia dei media e della creatività tra nuovi linguaggi, mercati globali e moderne fruizioni. A cura di Bruno Zambardino Docente di Economia del Cinema e dello Spettacolo alla Sapienza e Direttore Osservatorio Media I-Com, in collaborazione con Armando Maria Trotta, autore cinematografico. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

A ben guardare, anche quest’ultima ha indirettamente un impatto economico, che si manifesta sia attraverso ricadute sull’export (la promozione dello stile di vita italiano produce effetti sulla domanda internazionale dei beni made in Italy), sia in termini di attrazione turistica.

Le azioni volte a rafforzare la internazionalizzazione del cinema e dell’audiovisivo possono assumere varie forme: sostenendo la partecipazione di film italiani a importanti mercati e festival internazionali (Cannes, Berlino, Toronto, Roma, Shanghai, Ventana Sur, Guadaljara) favorendo così sia gli incontri fra venditori e compratori internazionali, nonché le trattative per le coproduzioni;  attivando meccanismi di attrazione delle grandi produzioni internazionali sul territorio italiano tramite misure di incentivazione fiscale; finanziando l’organizzazione di festival e rassegne di cinema italiano in vari Paesi ritenuti strategici o fornendo un sostegno alla distribuzione del cinema contemporaneo nelle sale cinematografiche nei mercati esteri, (supporto ai titoli già acquisiti da distributori locali o direttamente ai circuiti di sale che li programmano); esistono infine iniziative di promozione del cinema classico (rassegne tematiche e monografiche nelle principali istituzioni internazionali), cui si accompagna in collaborazione con il MAE, la circolazione di titoli classici e contemporanei attraverso la rete degli Istituti di Cultura Italiani.

Linee di intervento potrebbero assumere un peso e un significato del tutto diversi se svolte con una strategia più unitaria e coerente e con una programmazione più efficace che tenga conto dei tempi necessari a raggiungere gli obiettivi previsti.

Due novità importanti potrebbero determinare una significativa inversione di tendenza sulla scia positiva legata al ritorno a Cinecittà delle grandi produzioni hollywoodiane invogliate dai nuovi incentivi fiscali varati dal Ministero (25% di “sconto fiscale” e plafond raddoppiato da 5 a 10M€).

La prima è che i due principali Ministeri competenti in questo ambito (MiBACT e Mise) hanno avviato un dialogo costruttivo per condividere un piano di azione in base al quale i vari soggetti in campo (spesso operanti in concorrenza o in sovrapposizione tra loro), dovrebbero svolgere un ruolo coordinato in un’ottica di maggiore complementarietà ed integrazione nei mercati di sbocco considerati maggiormente strategici.

Ci riferiamo alle attività svolte da Luce-Cinecittà piuttosto che alle azioni condotte dall’ANICA e da altre associazioni imprenditoriali, nonché dai progetti realizzati dalle varie organizzazioni sostenute dalla Dg Cinema nell’ambito delle sovvenzioni a favore della promozione all’estero, fino agli istituti di Cultura gestiti dal Mae o ai programmi di sostegno all’export delll’ICE. Si sta lavorando concretamente ad una regia unitaria che razionalizzi le varie funzioni, disegni gli assetti strategici prioritari, definisca le aree geografiche sui cui investire e soprattutto ponga in essere strumenti di monitoraggio permanente delle attività svolte. Tutto ciò dovrebbe consentire un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili oggi difficilmente quantificabili proprio perché disperse in innumerevoli capitoli di spesa.

In questo ambito si sta rafforzando la collaborazione sia con alcune Regioni – in particolare con la Regione Lazio (Assessorato allo Sviluppo Economico) sia con l’Associazione italiana delle Film Commission, soggetto con il quale è in atto un costante e proficuo rapporto di scambio e cooperazione.

La seconda novità riguarda gli strumenti per rafforzare la nostra presenza sui mercati di cui vado particolarmente orgogliosa e di cui si iniziano a saggiare i primi risultati concreti. Mi riferisco all’attivazione di un inedito e costruttivo percorso di collaborazione con un numero crescente di strutture omologhe alla nostra in altri Paesi europei ed extra europei che ha condotto negli ultimi due anni ad una serie di fondi per il co-sviluppo delle sceneggiature. Siamo partiti da una constatazione che, pur sembrando scontata, non lo è affatto ovvero che il film beneficia di maggiori possibilità di sfruttamento e circolazione se la storia “parla” di qualcosa che il pubblico alla quale è destinato conosce o riconosce come propria, quanto meno nei Paesi coproduttori e, se la costruzione del piano produttivo nasce già in coproduzione fin dal momento dello sviluppo del film. Sviluppare storie per il grande schermo in grado di esercitare attrazione non soltanto in uno dei paesi contraenti ma in entrambi o addirittura in più nazioni è ormai un “must” se vogliamo rafforzare la nostra visibilità all’estero.

La Direzione Generale Cinema del Mibact – coadiuvata da Luce-Cinecittà e Centro Sperimentale in stretta relazione con altri Ministeri coinvolti e le associazioni professionali – ha già siglato una serie di accordi di questo tipo: a quelli già esistenti da tempo con il Brasile (gestito su incarico della Dg Cinema dal Centro Sperimentale di Cinematografia e rivolto soprattutto ad opere di registi esordienti) e con l’Argentina, la cui gestione è affidata a Luce-cinecittà, sono stati recentemente creati fondi bilaterali destinati allo sviluppo di opere cinematografiche con la Francia (500mila euro l’anno) e la Germania (100mila euro l’anno) e, novità delle ultime settimane, con il Canada.

Tale fondo, pari a 150mila euro, presenta alcune innovative peculiarità: è destinato allo sviluppo di documentari, non necessariamente destinati prioritariamente alla fruizione cinematografica, e non necessariamente lungometraggi; la durata minima del filmato è fissata, infatti, in 31 minuti. Il requisito previsto per tali prodotti audiovisivi è quello della nazionalità italiana, che sarà riconosciuta secondo i parametri previsti dalla normativa che regola il settore cinematografico (Decreto Legislativo 28/2004) per i documentari destinati alla sala cinematografica, e secondo quelli previsti dal c.d “Tax Credit audiovisivo” del 7 aprile 2015 per i documentari destinati alla televisione o al web. Parallelamente sono stati organizzati anche incontri bilaterali in occasione di festival e mercati con le competenti agenzie governative. Un “grand tour” fatto di soggetti e linee di dialogo, di idee e storie da raccontare, da valorizzare e da trasformare in progetti di co-sviluppo e coproduzione economicamente appetibili e sostenibili. Si lavora ad un unico obiettivo: sostenere “storie in via di sviluppo” e promuovere i nostri autori all’estero in modo da convogliare in un unico concept le esperienze e le sensibilità dei soggettisti provenienti da diverse nazioni.

Riteniamo che un contributo per invertire la tendenza preoccupante al calo del numero di coproduzioni (come rilevato nell’ultimo rapporto 2014 DG Cinema Anica) debba essere svolto anche attraverso questi accordi strategici il cui valore va ben oltre la dotazione finanziaria al momento resa disponibile, risiedendo soprattutto nella capacità di generare nel medio e lungo rapporti solidi con le istituzioni di questi paesi e la loro classe produttiva, facendo da apripista a successive e più stabili collaborazioni tra autori, produttori e distributori.

Incentivare la strutturazione di paradigmi narrativi e produttivi nuovi ed accattivanti; non chiuderci in maniera autarchica e presuntuosa a pubblici diversi dal nostro per cultura e provenienza; foraggiare e mantenere in attività autori che hanno una vocazione più ampia e ambiziosa.

Questi sono gli obiettivi da perseguire in una fase di rilancio del nostro cinema all’estero come dimostra la presenza in concorso al prossimo Festival di Cannes di Garrone, Moretti e Sorrentino. Attraverso questa opportunità i nostri sceneggiatori si aprono alle cinematografie estere ed esse, sempre di più, sono interessate a sfruttare le loro menti, così come i nostri paesaggi, le nostre maestranze, le nostre bellezze.

E’ questa la funzione principale dello Stato nel campo della promozione audiovisiva all’estero, ovvero creare le condizioni affinché si sviluppino relazioni di mercato e aumenti il credito di fiducia nei nostri confronti negli altri Paesi.