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Energia Italia 2022. Lanzetta (Enel Italia): “La sfida con la Cina sulle rinnovabili si vince sulla qualità”

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Sul tema dell’elettrificazione e delle reti è intervenuto alla Conferenza internazionale Energia Italia il Direttore Italia del Gruppo Enel, Nicola Lanzetta, secondo cui la corsa alle rinnovabili non ci esporrà all’influenza cinese se giocata sulla qualità tecnologica.

Nel corso degli ultimi anni, a causa dell’effetto dei processi di digitalizzazione, si sta osservando una rapida sovrapposizione tra le telecomunicazioni e l’energia. Un fenomeno che sta cambiando drasticamente il modo in cui si produce, si distribuisce e si consuma energia elettrica.

Sul tema dell’infrastruttura e delle sfide future che ci attendono è intervenuto alla Conferenza internazionale Energia Italia il Direttore Italia del Gruppo Enel, Nicola Lanzetta.

Un aspetto cruciale dell’elettrificazione è certamente la rete. Noi come Paese possiamo dire che siamo già su un’ottima strada. Abbiamo 1 milione di impianti che generano e immettono in rete energia elettrica, anche attraverso fonti rinnovabili, in particolare con i pannelli fotovoltaici.

Oggi questa rete è un sistema digitale che è in grado di garantire il buon funzionamento del nostro sistema elettrico. Più andiamo avanti verso l’elettrificazione più sarà necessario potenziarla.

Entro il 2024 Enel Italia investirà 10 miliardi di euro proprio nella rete, affinchè sia più resiliente, sostenibile ed affidabile, ma anche più intelligente. Ad esempio, i 28 milioni di contatori smart installati sono dei veri e propri computer a disposizione delle nostre case.

Enel sta riformulando se stessa, passando dai fossili alle rinnovabili, da società di produzione di energia a società di servizi. Un cambiamento di pelle, ha spiegato Lanzetta: “Siamo una multinazionale dalle radici saldamente in Italia, paese che rappresenta ancora il 45% delle attività. Siamo in un mondo che si sta lanciando nel cambiamento a grande velocità. Oggi stiamo gestendo il percorso dell’elettrificazione perché questi cambiamenti consentono di progredire e di rispettare le aspettative sociali e le ambizioni del sistema economico. Nascono nuove filiere in quest’ambito. Giustamente si dice che rischiamo di passare da una dipendenza di commodity a una tecnologica, e questo potrebbe renderci dipendenti come sistema paese da chi produce pannelli ad esempio. Dobbiamo affrontare una grande sfida, che si vince appunta creando una nuova filiera. A Catania stiamo realizzando un upgrade della fabbrica di pannelli. Entro il 2024 la fabbrica passerà da 200 MW a 3 GW, produrrà 15 volte in più di oggi pannelli. Giocheremo la sfida cinese sulla qualità. Sono pannelli che a parità di superficie producono di più, hanno un’efficienza del 25% contro una media di mercato del 17-18%. Le nostre aziende devono avere il coraggio di dire che la filiera nazionale è affidabile e rappresenta una grande opportunità di innovazione e crescita”.

La transizione energetica implica dei costi e allo stesso tempo distrugge le vecchie posizioni di rendita. La sfida in questo caso è capire in che modo renderla non un mero costo ma un investimento vantaggioso. “Fino a qualche mese fa potevamo anche permetterci il lusso di discutere sulla transizione energetica, oggi non più – ha affermato Lanzetta – perché è fondamentale non solo realizzarla ma anche nei tempi più brevi possibili. Il costo dei combustibili fossili attualmente è molto più alto di quello della transizione verde: oggi il 40% della nostra energia è generato dalle rinnovabili, se diventasse il 70% noi avremmo un risparmio del 45-40% sulla nostra bolletta”.

Enel ha deciso di anticipare la transizione energetica di un decennio, un’altra grande sfida che l’azienda vincerà perché va in contro a tutte le esigenze storiche che si stanno delineando a partire dai fatti tragici che stiamo vivendo in queste settimane. Entro il 2025 abbandoneremo le centrali a carbone e questo sarà un passo decisivo. il nostro obiettivo in Italia per la decarbonizzazione è chiuderle entro questo periodo, non è facile ma si può fare”.

Alla politica chiedo un aiuto: se c’è un ostacolo alla nuova politica energetica è la mancanza di cultura dell’energia, di far capire a tutti che non si tratta di ideologia ma di investimenti, innovazione e crescita”.