L'indagine

Energia: il 10% degli italiani ha cambiato gestore negli ultimi anni

di |

Studio Doxa rivela debolezza delle liberalizzazioni in Italia nel settore dell’energia. In attesa della nuova legge, solo il 10% degli intervistati ha cambiato fornitore di energia elettrica e gas.

Liberalizzare il mercato dei servizi in Italia non è semplice e quel poco che si è fatto non è andato nel verso giusto se, ad esempio, come conferma un’indagine Doxa, solo il 10% degli italiani ha dichiarato di aver cambiato fornitore di energia elettrica e gas.

Dati che sono stati illustrati oggi, in occasione del convegno “Liberi di scegliere o disorientati? Cittadini e imprese al bivio delle liberalizzazioni”, organizzato a Roma da Comin&Partners presso i Musei Capitolini.

All’incontro hanno partecipato tra gli altri Guido Bortoni, il Presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, Andrea Camanzi, il Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, il Consigliere dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, Riccardo Cesari, e il Commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Antonio Preto.

Energia, banche, telefonia, assicurazioni, trasporti, all’indagine Doxa, si è affiancato anche lo studio sulle liberalizzazioni realizzato da Comin & Partners e I-Com, presentato da Gianluca Comin, fondatore della società di consulenza Comin & Partners, e Stefano Da Empoli, presidente di I-Com.

Entrambi i documenti (disponibili in download) disegnano un’Italia delle liberalizzazioni che non funziona, con solo il 16% degli intervistati che ha ammesso di aver cambiato gestore telefonico, contro un 10% per i servizi energetici (luce e gas), 8% nelle assicurazioni e 3% nel settore bancario. In termini di costi, nel 77% dei casi gli intervistati si dicono molto soddisfatti di aver cambiato fornitore di energia, mentre per la telefonia si sale all’84%.

I mercati migliori, in Europa, sono quello della Gran Bretagna, seguito dalla Germania, la Spagna e la Francia. Come ricorda lo studio, però, la Gran Bretagna è il Paese che ha fatto maggiori progressi, con un calo della restrittività dei settori a rete vicino al 50%, ma alle sue spalle c’è l’Italia (-31,2%) che fa meglio della media Ue (-27,5%).

Per il futuro, durante il convegno, è stato ricordato l’iter difficile del Ddl Concorrenza, firmato dal ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, al momento al centro di una serie di audizioni alla Camera, dopo il passaggio alle commissioni Finanze e Attività produttive, che, se tutto andrà bene, sarà la prima legge per il mercato e la sua maggiore apertura a favore della concorrenza, le aziende e l’utente finale.