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Energia elettrica: la domanda crolla dell’11% nell’Ue, è il momento delle rinnovabili

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Il blocco delle attività economiche nel mondo ha determinato un taglio netto della domanda di energia elettrica, come mai prima d’ora dal 1945. Giù anche le emissioni di CO2. Le fonti rinnovabili si candidano a coprire il 40% della generazione globale di elettricità nel 2020.

Un crollo della domanda di energia elettrica così verticale e profondo non si vedeva dalla fine della Seconda Guerra mondiale, secondo lo studio “Global energy review” diffuso dalla Iea, l’Agenzia internazionale dell’energia.

L’epidemia e il conseguente lockdown delle attività economiche, culturale e sociali, di numerosi Paesi del mondo, hanno determinato un crollo dei consumi di energia elettrica, soprattutto per il blocco dell’industria, delle imprese e delle attività commerciali.

Lo studio ha stimato il calo della domanda di energia attorno al 6% per il 2020.

Nei Paesi maggiormente avanzati si registrerà il crollo della domanda più forte, mediamente del 9% negli Stati Uniti e dell’11% nell’Unione europea.

Ne consegue anche una diminuzione delle emissioni di CO2, di circa l’8%, che sarà accompagnata da un significativo switch verso le fonti di elettricità a basse emissioni di carbonio, come il solare, l’eolico, l’idroelettrico.

Le fonti energetiche rinnovabili sono destinate a essere l’unica fonte di energia che crescerà nel 2020, secondo Elettricità Futura, “soprattutto grazie al contributo del fotovoltaico ed eolico, che saranno in grado di incrementare la produzione di rinnovabile del 5% nel 2020, aiutata da una maggiore produzione di energia idroelettrica”.

Dopo aver superato il carbone per la prima volta nel 2019, quest’anno le fonti low carbon estenderanno il loro potenziale, riuscendo a coprire il 40% della produzione globale di elettricità, 6 punti percentuali in più rispetto al carbone.