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eMobility, in Europa aumentano le vendite di auto a batteria del 20%

Un mercato automobilistico in trasformazione

Il mercato europeo dell’automobile è in piena trasformazione. Fattori esterni ed interni (come l’emergenza pandemia e il rincaro delle materie prime, soprattutto energetiche, o l’inflazione e il rischio concreto di recessione economica) stanno spingendo l’industria dell’auto continentale verso una nuova fase di cambiamento, guidata sicuramente dall’elettrificazione e l’impiego di carburanti alternativi a basse emissioni di CO2.

A seconda della salute dei rispettivi mercati, i vari Paesi hanno registrato performance di mercato molto diverse tra loro.

Riguardo all’alimentazione delle vetture, secondo le nuove stime Acea sul terzo trimestre del 2022, le auto a benzina dominano il mercato con il 37,8% delle nuove immatricolazioni (-3,3% rispetto allo stesso periodo del 2021), seguite dalle auto elettriche ibride al 22,6% (+6,6% su base annua), da quelle a diesel, con il 16,5% (-4,7% su base annua), quindi dalle auto elettriche plug-in, con l’8,5%, e 100% a batteria, con l’11,9%.

Le auto elettriche ibride, plug-in e a batteria

Le auto elettriche 100% a batteria hanno messo a segno un buon aumento delle vendite, di circa il 20% su base annua, con una quota dell’11,9% a fine terzo trimestre di quest’anno (nel terzo trimestre 2021 rappresentavano il 9,8% delle nuove immatricolazioni in Europa).

Tutti i mercati nazionali europei hanno registrato una performance molto positiva per quel che riguarda le auto a batteria, ad eccezione di Danimarca (-2,6%) e Italia (-35,0%).

In crescita anche le nuove immatricolazioni di vetture elettriche ibride, che passano dal 21,2% del terzo trimestre del 2021 all’attuale 22,6%. In calo le vendite di vetture ibride plug-in, che lasciano sul terreno un 6% su base annua.

Qui l’Italia ha registrato l’aumento più forte (+20,8%), seguita da Francia (+15,6%) e Spagna (+11,3%), con la Germania in controtendenza (-1,5%).

Nel segmento plug-in tutti i maggiori mercati dell’Unione europea hanno registrato perdite. Italia e Francia hanno segnato cali a doppia cifra (-22,2% e -14,3% rispettivamente), mentre Germania e Spagna hanno mostrato cali più contenuti (-0,9% e -1,0%).

Il dato italiano di settembre

Anche l’Unrae ha pubblicato i dati sulle nuove immatricolazioni per il mese di ottobre 2022 e il segmento elettriche ibride e plug-in segna un ottimo risultato.

Le auto ibride salgono al 36,3% del mercato di ottobre e le plug-in al 5,2%, mentre quelle a batteria calano al 3,1%. Risultati certamente contenuti e che deludono rispetto ai trend estremamente positivi degli ultimi due anni.

Tra le cause di questo momento di pausa del segmento elettrico in Italia certamente ci sono i timori per la crisi energetica, per la recessione e l’inflazione che galoppa, ma anche ritardi gravi accumulati negli anni nella costruzione di una diffusa infrastruttura di ricarica su scala nazionale, il rincaro bollette e i dubbi sull’efficienza di reti e sistemi di accumulo, nonostante in realtà l‘elettrico è ancora più conveniente dei motori a benzina e diesel.

Secondo il presidente dell’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia, Michele Cresci, sono diversi gli interventi strategici da effettuare nell’immediato per risollevare il mercato automotive nazionale:

Un robusto stimolo al rinnovo di un parco circolante molto anziano e alla diffusione della mobilità a zero e bassissime emissioni; infrastrutturazione accelerata in tutto il territorio nazionale di punti di ricarica pubblici e privati, con indicazione chiara di tempi, luoghi, tipologie di colonnine da installare e soggetti incaricati agli investimenti: su questo punto siamo ancora in attesa del provvedimento attuativo del DPCM 4 agosto 2022 sulla incentivazione delle infrastrutture di ricarica private, che inspiegabilmente non è stato ancora emanato e che, visti i tempi, non può più attendere, oltre a necessitare un robusto rifinanziamento per gli anni a venire. E’ altrettanto urgente pianificare e accelerare la diffusione di impianti per la distribuzione di idrogeno verde per i veicoli destinati al trasporto merci e persone; revisione strutturale della fiscalità privata e aziendale. Il tutto con un chiaro orizzonte al 2026 e senza dimenticare le esigenze di equità sociale e coesione territoriale”. 

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