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Emendamento Tim, botta e risposta Boccia-Malan. Vedi il documento della discordia

FRANCESCO BOCCIA (PD)

“È inaccettabile che si riprenda dopo la pausa estiva con le vecchie pratiche che tutti abbiamo criticato. Chiedevamo di cambiare il modello dei nostri lavori. E invece il cosiddetto decreto Tim è stato nuovamente inserito in un altro decreto omnibus, il cosiddetto decreto Incentivi. Oltre al numero abnorme di decreti emanati in questa legislatura, oltre 38 in soli dieci mesi, assistiamo alla pratica ormai consueta della trasformazione di decreti del governo che vengono fatti decadere perché trasformati in emendamenti ad altri decreti. Nel merito poi non capiamo perché ci sia stata la necessità di varare un decreto, non ne capiamo le necessità d’urgenza. La verità è che nel decreto Tim si stanziano due miliardi e mezzo ma nessuno sa da dove vengono, e la relazione tecnica non lo chiarisce, e si vuole impedire al Parlamento e all’opposizione di discutere nel merito. Non è possibile che questo sia il modo di legiferare, e mi chiedo cosa succederà in sede di approvazione della manovra di bilancio”. Così Francesco Boccia, capogruppo del Partito democratico al Senato, intervenendo in aula durante la discussione sul decreto Incentivi per le imprese. (Qui sotto l’emendamento della discordia, clicca per ingrandire).

L’emendamento Tim pomo della discordia

“Chiediamo che l’emendamento Dl Tim venga ritirato dal governo e chiediamo si discuta di Tim in Senato con un confronto approfondito sulle scelte di politica industriale. Vogliamo che il Mef ci dica a cosa servono quelle risorse e che il ministero dello Sviluppo economico ci dica quali sono le scelte di politica economica per quel comparto”, conclude Boccia.

La replica di Lucio Malan (FdI)

Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, ricorda che durante la conferenza dei capigruppo non sono state sollevate obiezioni quando è stata annunciata l’inclusione del decreto Tim in un altro decreto. Il governo intende procedere nel modo più ordinato possibile per la legislazione, spiega Malan. Il gran numero di decreti è una conseguenza dell’attività legislativa intensa che ha introdotto una serie di misure con effetti positivi.

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