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Email design, gli errori da evitare nella gestione delle immagini

Di seguito riproponiamo integralmente il contributo di Andrea Russo per il blog di MailUp:

Le email sono come iceberg: spesso concentriamo tutte le energie nel creare gli elementi principali (come CTA, testi, oggetto, qualità delle immagini) e dimentichiamo di ottimizzarne tanti altri, non immediatamente visibili dall’utente finale, che contribuiscono in egual misura al suo successo. Elementi che sanno fare la differenza tra un messaggio “basic” e uno davvero ben fatto.

Oggi ci addentreremo negli errori in cui è possibile incappare nella gestione delle immagini nelle email. Spesso poniamo l’attenzione solo sulla resa grafica dell’immagine: ore di lavoro da parte dei grafici o dei designer, a cui segue un semplice clic di upload sulla piattaforma di Email Marketing.

Eppure, per ottenere performance ottimali, non basta che le immagini siano esteticamente belle e in buona risoluzione.

Occorre prevedere almeno due step aggiuntivi:

Addentriamoci quindi tra i 4 errori più comuni compiuti nel gestire le immagini nelle email. L’ordine è casuale.

  1. Utilizzare immagini troppo pesanti

Chiunque ama soffermarsi su una bella immagine, soprattutto se ben definita. Tuttavia dobbiamo tenere sempre in conto del mezzo che stiamo utilizzando. Supponiamo che il client di posta non effettui nessun blocco preventivo delle immagini: possiamo allora affermare che in genere, a meno che non siano inviate come attachment assieme alla comunicazione, le immagini vengono scaricate solo a seguito dell’apertura dell’email.

Una volta che l’email si apre nel client o nel browser, parte una richiesta al server dove sono salvate le immagini perché vengano scaricate e quindi visualizzate. Ovviamente questo significa che la banda della connessione viene occupata dallo scambio dei dati client/server.

Ora, partendo dal fatto che l’ampiezza di banda non è infinita (anzi, per l’Italia si hanno risultati abbastanza modesti), si può capire quanto sia importante non inserire immagini eccessivamente pesanti.

Lato mobile, per fortuna, il nostro Paese se la cava decisamente meglio: recenti dati diffusi da OpenSignal fanno emergere una media di 27 Mbps per il 4G. Il che significa che una sola immagine del peso di 1MB sarebbe scaricato in circa 0,3 secondi.

Sia in un caso che nell’altro, pensa al tempo che sei disposto ad attendere l’apertura di una pagina web: secondo Kinsta, il 74% degli utenti abbandona le pagine che non si caricano entro 5 secondi, mentre i dati qui sotto, di Soasta, mostrano come le conversioni comincino a crollare già prima del 2 secondi.

Da questi pochi dati risulta evidente come sia di fondamentale importanza, per non allungare eccessivamente i tempi di caricamento, processare correttamente le immagini affinché risultino sufficientemente leggere da essere velocemente scaricabili, salvaguardandone al tempo stesso la risoluzione per evitare l’effetto sgranato.

 

Le nostre raccomandazioni:

  1. Esagerare con le dimensioni

Molto spesso capita di inserire nell’email delle immagini create per tutt’altro proposito – magari per una campagna pubblicitaria o per il sito web. Senza gli opportuni accorgimenti, le dimensioni (altezza e larghezza) di queste immagini non saranno ottimali o funzionali al messaggio.

Entriamo nel dettaglio: il tag HTML img permette di definire altezza e larghezza di un’immagine (se non sai che cosa sono i tag HTML, parti da questo post). Ad esempio, la seguente riga di codice specifica che l’altezza dell’immagine sarà 123 pixel e la larghezza 456 pixel.

<img src=”[percorsoImmagine]” height=”123″ width=”456″>

Una volta fissato uno o entrambi i parametri, a prescindere dalle dimensioni reali, il browser mostrerà l’immagine con altezza e larghezza specificati. Ciò significa che se l’immagine sul server ha dimensioni inferiori a quelle impostate nel tag sarà ingrandita, e se è più grande sarà rimpicciolita.

Se, dunque, viene utilizzata un’immagine con dimensioni non ottimizzate per email, si daranno due casi, entrambi con risultati pessimi:

  1. Immagine più grande del necessario: peso maggiore e inutile consumo di banda, con ricaduta nella casistica del punto 1
  2. Immagine più piccola del necessario: ingrandimento forzato, perdita di qualità ed effetto sgranato

Schermo retina o schermo normale?

Un discorso a parte riguarda gli schermi retina introdotti da Apple nel 2010. La tecnologia retina si basa su una maggior densità di pixel per unità di superficie, per cui, secondo Cupertino, l’occhio umano non dovrebbe percepire i singoli pixel. L’immagine sarebbe quindi più omogenea e la visione più gradevole e meno faticosa.

Dal momento la densità dei pixel per uno schermo retina è all’incirca il doppio che per uno schermo normale, per non avere un effetto sgranato sarà necessario raddoppiare anche le dimensioni delle immagini. Ad esempio, se l’immagine nell’email ha dimensioni 250×145 px (i.e. <img height=”145” width=”250”), si dovrà usare un’immagine di 500×290 px.

Le nostre raccomandazioni:

  1. Inserire GIF animate non ottimizzate

Inserire un’animazione (come una GIF) nella propria comunicazione sicuramente dà molto risalto alla messaggio: si tratta di un mezzo estremamente efficace per attirare l’attenzione, in special modo se la realizzazione grafica è curata e originale. Inserire le GIF animate nelle email è facile, ma occorre prestare un pizzico di attenzione in più rispetto alle normali immagini statiche.

Scopri come inserire le GIF animate nelle email >

Un po’ di storia: il formato GIF, acronimo di Graphics Interchange Formatnasce nel 1987. L’idea di base è quella di definire un set predefinito di colori da includere assieme ai dati che compongono l’immagine per evitare, in fase di compressione, una perdita di qualità dell’immagine. Dal 1989 vengono aggiunte al formato due importanti novità: la trasparenza, ma soprattutto le immagini multiple che aprirono la strada alle animazioni.

Da allora i creativi di tutto il mondo hanno scatenato la loro fantasia creando GIF storiche (come quella dei lavori in corso) che piano piano hanno invaso il web. Ad oggi, lo stato di salute della GIF è eccellente: pensiamo non solo ai tanti modi in cui vengono incluse nelle email ogni giorno, ma anche alla fortuna di siti come giphy.com.

Come in tutte le cose, anche in questo caso però bisogna prestare attenzione al mezzo che si sta utilizzando. Innanzi tutto dobbiamo considerare che il peso in KB di una GIF animata aumenta velocemente in funzione sia del numero di frame dell’animazione, sia in base alle dimensioni. Quindi, in prima battuta, è bene riflettere attentamente sul tipo di animazione che si andrà a realizzare.

In secondo luogo, bisogna considerare che alcuni client non visualizzano affatto l’animazione.

Uno dei principali client (la gamma Outlook 2007-2013) visualizza solo il primo frame: è consigliabile quindi che il primissimo fotogramma sia completo e di senso compiuto, per rendere il messaggio comprensibile anche a chi non visualizza altro. L’esempio sotto riporta una GIF completa e, accanto, il primo fotogramma: il senso del messaggio è completamente svanito.

Le nostre raccomandazioni:

  1. Dimenticare l’Alt Text delle immagini

Sono sempre più rare, ormai, le email create senza immagini. Occorre però tenere in considerazione che alcuni client di posta, di default, non visualizzano le immagini, e che per diversi motivi alcuni utenti preferiscono disabilitarle: in questi casi, se l’email non ha modi alternativi per mostrare il messaggio, la comunicazione risulta irrimediabilmente compromessa.

Vediamo dunque come tamponare efficacemente questa criticità sfruttando il codice HTML, tramite le proprietà alt e title del tag <img> (torna a vedere qui a cosa servono i tag HTML).

In particolare:

Risulta dunque molto importante aggiungere sempre alle immagini che si ritengono strategiche (come il logo del brand, il visual, il prodotto, ecc.) queste due proprietà, valorizzandole con una descrizione di ciò che contiene l’immagine.

Le nostre raccomandazioni:

In conclusione

Perché un’email sia efficace al 100%, non basta che la sua resa grafica sia piacevole all’occhio. Occorre ottimizzare la gestione delle immagini in modo da prevenire problemi in fase di caricamento, di visualizzazione e di eventuale blocco da parte del client. Ecco quindi le best practice, ricapitolate:

Articolo originale di Andrea Russo per MailUp: “4 errori fatali nella gestione delle immagini (e come risolverli)”

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