La richiesta

Elezioni europee, la Ue chiede alle piattaforme di indentificare i deepfakes generati dall’AI

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La Commissione Ue ha chiesto alle grandi piattaforme online come X, TikTok, Facebook e Instagram di identificare “chiaramente” i contenuti generati dall’intelligenza artificiale.

La Commissione Ue ha chiesto alle grandi piattaforme online come X, TikTok, Facebook e Instagram di identificare “chiaramente” i contenuti generati dall’intelligenza artificiale come deepfakes come misura di contrasto alla disinformazione in vista delle elezioni europee di giugno.

Questa raccomandazione è una delle misure previste da Bruxelles per rispettare, a pena di pesanti multe, il nuovo regolamento sui servizi digitali (DSA) pienamente in vigore da febbraio.

La Russia è regolarmente accusata di tentativi di manipolare l’opinione pubblica attraverso la promozione di false informazioni sui social network.

A due mesi e mezzo dalle elezioni europee, la Commissione europea chiede ai principali social network e motori di ricerca di “rafforzare le loro procedure interne, in particolare creando team dotati di risorse adeguate” per ridurre i rischi di diffusione di informazioni false.

Per quanto riguarda i “deepfake” (suoni, foto e video manipolati), occorre “valutare e mitigare i rischi specifici legati all’intelligenza artificiale”, ad esempio “etichettando chiaramente i contenuti generati dall’intelligenza artificiale”.

La DSA impone obblighi specifici a 22 piattaforme molto grandi, tra cui i social network (X, TikTok, Facebook, Instagram, Snapchat), la piattaforma di condivisione video YouTube, i motori di ricerca Google e Bing e l’enciclopedia online Wikipedia.

“Preservare la libertà di espressione”

Nelle linee guida pubblicate martedì si chiede loro di “promuovere l’informazione ufficiale sui processi elettorali” e “implementare iniziative di educazione ai media” o addirittura “ridurre la monetizzazione e la viralità dei contenuti che minacciano l’integrità dei processi elettorali. Anche la pubblicità politica deve “essere chiaramente identificata come tale”.

Bruxelles chiede inoltre che siano messi in atto “meccanismi di risposta agli incidenti” al fine di ridurre il loro possibile impatto sui risultati elettorali.

Con i DSA, “l’Europa è il primo continente a dotarsi di una legislazione volta a combattere i rischi sistemici delle piattaforme online che possono avere reali effetti negativi sulle nostre società democratiche”, ha sottolineato martedì il commissario europeo al Digitale, Thierry Breton.

“Stiamo utilizzando pienamente tutti gli strumenti offerti (dai DSA) affinché le piattaforme non vengano utilizzate per manipolare le nostre elezioni, preservando al tempo stesso la libertà di espressione”, ha aggiunto.

Migliori pratiche

Le linee guida rappresentano le migliori pratiche attuali per mitigare i rischi legati ai processi elettorali, ha spiegato la Commissione. Le grandi piattaforme che non li seguono dovranno dimostrare di aver attuato misure “ugualmente efficaci”.

In caso di violazione, l’esecutivo europeo può richiedere ulteriori informazioni o aprire un’indagine formale che potrebbe portare a pesanti sanzioni. Bruxelles prevede di organizzare uno “stress test” con le parti interessate alla fine di aprile.

La Commissione europea aveva già avviato un’indagine formale a dicembre contro il social network X (ex Twitter) per presunte violazioni delle norme europee sulla moderazione e trasparenza dei contenuti.

Il 14 marzo ha chiesto spiegazioni a otto importanti servizi online, tra cui TikTok, Facebook, Google, YouTube e X, su come gestiscono i rischi associati alla distribuzione di contenuti manipolati. L’avvertimento riguarda anche Instagram, Snapchat e il motore di ricerca Bing.

In caso di violazioni, la DSA prevede sanzioni fino al 6% del fatturato annuo dei gruppi interessati, o addirittura il divieto di operare in Europa in caso di violazioni gravi e ripetute della norma.