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Roma 2016, la smart city nei programmi dei candidati: il piano di Roberto Giachetti (PD)

Dopo aver presentato le idee di Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle, oggi proponiamo il progetto smart city di Roberto Giachetti, in corsa per la poltrona di sindaco della Città di Roma per il Partito Democratico (PD).

Un programma, quello presentato dal romano Giachetti, “12 cantieri per cambiare Roma, che punta tutto sulla smart governance cittadina, sulla mobilità intelligente, su una strategia economica che punti all’innovazione e le startup, sul verde e l’inclusione diffusa.

Trasformare Roma in una città più giusta e competitiva è l’incipit della sua sfida elettorale. Secondo il candidato democratico si deve investire in cultura, sui giovani e le imprese innovative: “Roma non sfrutta le sue potenzialità. È la città di grandi gruppi di innovazione e di una rete ricchissima di imprese artigianali. È la città delle industrie della creatività e della cultura. È tra le principali realtà del Paese sulle startup innovative. È una delle grandi destinazioni turistiche del pianeta. In un tempo in cui l’innovazione è la chiave per il posizionamento competitivo, la sua rete universitaria rappresenta, poi, un formidabile asset per la crescita”.

Ma come fare?

Giachetti propone 12 punti cardine del suo programma per avviare la città in una transizione ‘smart’. Si parte dall’amministrazione stessa, “rafforzando le attività di programmazione e controllo”, costruendo un “Campidoglio ‘intelligente’ che, anche grazie alle nuove tecnologie, sia capace di offrire servizi migliori ai cittadini, coordinare al meglio la propria attività, conoscere la città in profondità”.

Parlando di mobilità sostenibile, si parte dal trasporto pubblico: terminando le nuove linee della metropolitana in cantiere, continuando ad investire sulle ferrovie urbane e sulle linee del tram, in smart mobility e soluzioni di trasporto intelligente (ITS), su piste ciclabili e percorsi pedonali, sul Grab (grande raccordo anulare delle biciclette) ovviamente e le soluzioni di sharing mobility (car sharing, bike sharing e car pooling) a cui si aggiungono “le nuove tecnologie per contribuiscono alla regolazione del traffico, ad informare i cittadini su trasporto pubblico, traffico e parcheggi, a controllare le infrazioni”.

Il capitolo, anzi, “il cantiere” dell’urbanistica propone interventi che non consumino più suolo pubblico, che tutelino le aree verdi, che mettano in conto rigenerazione e riqualificazione urbana, con un utilizzo massiccio in edilizia (smart buildings) di tecnologie per l’efficienza energetica e la promozione delle fonti energetiche rinnovabili.

L’inclusione sociale nelle intenzioni di Giachetti sarà una leva-collante e patto tra periferie e centro, tra fasce sociali e generazioni diverse, mentre in termini economici Roma si immagina città più aperta agli imprenditori, gli investitori e gli innovatori, con il cantiere “Roma, città dell’impresa”: “che comprenderà misure per facilitare la creazione e la crescita dell’impresa, azioni di promozione delle opportunità produttive del territorio e di attrazione degli investimenti, una politica dei luoghi per sostenere chi produce”.

La sostenibilità ambientale, invece, è intesa come ‘responsabilità collettiva’; che favorisca la nascita di una “grande Capitale naturale”, a partire dai grandi parchi urbani e dal sistema fluviale, a sua volta da rafforzare con una gestione dei rifiuti anch’essa intelligente, grazie, Giachetti assicura, “a una raccolta differenziata migliorata nella gestione e nei tempi, attraverso il ricorso al porta-a-porta in tutti i municipi”.

Possiamo essere la Silicon Valley del turismo mondiale”, si legge invece al punto 8 del programma, che poi prosegue spiegando: “In un tempo in cui il turismo vive una fase di trasformazione epocale ed in cui la digitalizzazione sta cambiando completamente il modo in cui si decide di fare e vivere un viaggio, Roma deve raccogliere questa sfida ed essere una protagonista delle modalità di turismo offerte dai servizi digitali e dalle tecnologie che permettono di fruire in modo innovativo del patrimonio storico culturale”.

Come per la Raggi del M5S, anche per Giachetti i problemi inerenti la realizzazione del programma sono tanti e complessi, dalla caduta di Ignazio Marino alle tegole giudiziarie, dal reperimento delle risorse finanziarie al buco di bilancio.

Secondo il candidato del PD i debiti ammonterebbe addirittura a 18 miliardi di euro, ma una strada da percorrere ci sarebbe: “Ci vuole un grande lavoro, che faremo sin dal primo giorno in Campidoglio. Per questo censiremo il patrimonio e lo metteremo a reddito, condurremo una lotta all’evasione per recuperare risorse, lotteremo contro gli sprechi curando una spending review, avvieremo negoziati con lo Stato per ottenere risorse per gli investimenti strategici per il futuro della città”.

Elezioni a Roma, la smart city nei programmi dei candidati: le idee di Virginia Raggi

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