DIRITTO D'AUTORE

elex. Dda online: prevenire è meglio che litigare

di Giovanni Maria Riccio, Studio Legale e-Lex |

Troppo spesso il mondo della pubblicità è distratto sulla protezione accordata dal diritto d’autore. E troppo poco si sa delle nuove forme di tutela e di sfruttamento delle opere. Un seminario a Roma prova a fare chiarezza.

La più importante casa automobilistica italiana si rivolge ad una nota agenzia pubblicitaria, commissionandole uno spot pubblicitario. L’idea di fondo della pubblicità (lo script) è “partorita”, come sempre avviene, da un art director. I tempi, però, non sono ancora maturi per lo spot e la casa automobilistica decide di congelare il progetto.

#elex è una rubrica a cura dello Studio Legale E-Lex – Belisario, Scorza, Riccio & Partners, si occupa di leggi, norme e aspetti legali che riguardano il mondo del digitale con particolare attenzione al tema della privacy e dei diritti degli utenti.
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Dopo qualche mese, il committente ritorna però alla carica, ma l’art director non c’è più. È ancora vivo (per sua fortuna), ma è stato posto in cassa integrazione dall’agenzia pubblicitaria nell’ambito di un processo di riduzione del personale. Ecco che allora la campagna viene affidata ad altri creativi dell’agenzia, che riprendono ambientazione e protagonisti pensati dall’originario art director.

La campagna, originale e di impatto, fa incetta di premi, ma qualcuno dimentica di menzionare l’originario art director. Che, allora, si rivolge al Tribunale di Torino chiedendo di essere riconosciuto come autore (o, per essere più corretti, come coautore) della réclame. E, sorprendentemente, i giudici torinesi gli danno ragione, includendo – per la prima volta, per quanto è dato sapere – lo script tra le opere protette dal diritto d’autore.

Perché ricordare questo caso, che pure ha avuto un’ampia eco mediatica? Perché, evidentemente, è essenziale discutere dei rapporti tra diritto d’autore e creatività.

Quanto sono protetti dal diritto (d’autore, in particolare) art director, pubblicitari e creativi in genere?

È forte, infatti, l’impressione che il loro ruolo abbia assunto progressivamente una centralità nei processi industriali a cui non fa da contraltare un’analoga tutela giuridica. Troppo spesso i tribunali faticano a riconoscere protezione alle pubblicità intese come unicum, preferendo accordare tutela – con vincoli talore fortemente limitanti – ai singoli elementi di cui la pubblicità si compone (slogan, elementi grafici, ecc.).

Al tempo stesso, però, gli stessi creativi sono, alle volte, poco attenti al proprio lavoro. Non sono in tanti a preoccuparsi di come depositare le proprie opere, di come evitare che altri possano approfittarsi del loro lavoro. Una scarsa consapevolezza, poi, che abbraccia anche gli elementi che possono essere utilizzati all’interno delle pubblicità. Tutto quello che è su internet è pubblico e, quindi, è di tutti? Sillogismo sballato e pericoloso.

Quanti sanno quando le opere altrui cadono in pubblico dominio o in quali casi è possibile riprendere immagini o suoni e dormire sonni tranquilli? Quanti conoscono le licenze creative commons? Quanti pensano che cedere i diritti di utilizzazione economica sulle proprie opere significhi cedere anche i diritti morali, tra cui la paternità?

Di tutti questi argomenti parleremo oggi pomeriggio, alle 18, a Roma, presso lo studio E-Lex, Belisario, Scorza, Riccio & Partners, nel corso di un seminario, destinato a creativi e pubblicitari, organizzato dall’ADCI (Art Directors Club Italia).

Al termine, è previsto un aperitivo. Se, però, siete pigri, non vi interessa bere o troppo lontani dalla capitale, potete seguirci su YouTube o su Periscope.

Prevenire è meglio che litigare, non dimenticatelo.