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Elettronica di potenza, l’UE investirà fino a 90 miliardi di euro l’anno entro il 2030

Che cos’è l’elettronica di potenza

L’elettronica di potenza è l’insieme delle tecnologie che regolano e controllano i flussi di energia elettrica all’interno dei sistemi energetici moderni. Pur essendo spesso invisibile agli occhi degli utenti finali, rappresenta l’“intelligenza” nascosta dietro ogni fase del ciclo elettrico: dalla produzione da fonti rinnovabili allo stoccaggio, dalla trasmissione all’utilizzo finale. Questa tecnologia consente di ottimizzare l’efficienza, la stabilità e la flessibilità delle infrastrutture energetiche, rendendole più resilienti e intelligenti.

Perché è cruciale per la transizione energetica

Con la produzione di energia da fonti rinnovabili destinata ad aumentare del 79% entro il 2030, l’Europa si trova davanti alla necessità urgente di modernizzare il proprio sistema elettrico. L’elettronica di potenza è il motore tecnologico di questa trasformazione, fondamentale per integrare le rinnovabili nella rete elettrica in modo sicuro e flessibile; migliorare l’efficienza operativa delle reti intelligenti e delle infrastrutture energetiche; proteggere i sistemi da attacchi cibernetici, sempre più frequenti nel contesto delle guerre ibride; ridurre la dipendenza strategica da tecnologie chiave di Paesi terzi, in particolare dalla Cina.

In sostanza, senza elettronica di potenza, un sistema energetico sostenibile, efficiente e sicuro semplicemente non può esistere.

Il processo di elettrificazione, guidato dalla crescita del 45% delle rinnovabili in Europa tra il 2010 e il 2022, richiede un profondo cambiamento del sistema elettrico. Inoltre, in un contesto internazionale sempre più instabile, è necessario declinare gli obiettivi UE di decarbonizzazione in strategie che rafforzino la competitività delle filiere tecnologiche e riducano le dipendenze strategiche. Prioritizzare le proprie filiere tecnologiche significa costruire ecosistemi forti e inclusivi, garantendo crescita sostenibile, stabilità sociale e soprattutto indipendenza strategica. Solo con una governance unitaria e visione condivisa l’Europa potrà riaffermare la propria leadership globale, mettendo la tecnologia al servizio del progresso, della sostenibilità e della sicurezza dei cittadini”, ha spiegato in una nota Alessandro Viviani, Associate Partner e Head of GreenTech Hub di TEHA Group.

Gli investimenti europei in elettronica di potenza e il posizionamento globale

Nei prossimi cinque anni, l’Europa investirà complessivamente 1.550 miliardi di dollari in energie rinnovabili, sistemi di accumulo e reti intelligenti. Di questi, tra i 310 e i 465 miliardi saranno destinati all’elettronica di potenza. Si tratta di una quota significativa che evidenzia il riconoscimento crescente del ruolo strategico di queste tecnologie.

Attualmente, l’Europa è il secondo esportatore mondiale di elettronica di potenza (19,6 miliardi di dollari), subito dopo la Cina (58,3 miliardi). Tuttavia, il continente presenta un problema strutturale: le importazioni crescono più rapidamente delle esportazioni (+162% contro +103% negli ultimi dieci anni), accentuando un disavanzo commerciale e una pericolosa dipendenza tecnologica.

Dall’elettronica di potenza fino a 705 miliardi di valore aggiunto per l’Ue tra 2026 e 2030

Secondo lo studio “Le tecnologie net-zero per la competitività e la sicurezza dell’Europa” del TEHA Group, una strategia industriale mirata potrebbe trasformare l’elettronica di potenza in un asset economico straordinario. Nello scenario delineato:

Tutto questo senza necessità di spese pubbliche aggiuntive, ma con un cambio di paradigma nella governance industriale e tecnologica.

Rischi strategici e la sfida cinese

La Cina rappresenta oggi il principale concorrente dell’Europa nel settore. Ha investito in modo massiccio (1,2 miliardi di dollari in sussidi diretti tra 2015 e 2022, R&D 3,2 volte superiore all’UE), consolidando il proprio primato in diverse tecnologie come gli inverter fotovoltaici, dove controlla il 76% del mercato globale.

Il rischio di dumping e sovrapproduzione da parte della Cina potrebbe mettere fuori mercato le imprese europee più deboli.

Da qui la necessità per l’Europa di adottare un approccio di Total Security, che includa anche difesa cibernetica, resilienza industriale e indipendenza tecnologica.

Le proposte per rafforzare la filiera europea

Il documento propone un piano articolato per rendere l’elettronica di potenza un pilastro della sicurezza energetica europea:

  1. riconoscimento normativo: aggiornare il Net Zero Industry Act per includere esplicitamente l’elettronica di potenza tra le tecnologie strategiche;
  2. criteri ESG obbligatori: introdurre requisiti di sostenibilità e responsabilità nelle gare di appalto e nei meccanismi di supporto pubblico;
  3. sicurezza e resilienza: abbassare le soglie di dipendenza da fornitori esterni e rafforzare la filiera europea nei documenti strategici come il “White Paper for European Defence – Readiness 2030”;
  4. no-price criteria: introdurre elementi come sicurezza, sostenibilità e resilienza nei meccanismi di incentivazione pubblica, oltre al mero criterio economico.

    L’elettronica di potenza non è solo una tecnologia chiave per il futuro energetico dell’Europa, a leggere lo studio di TEHA Group è uno strumento di alto valore strategico per garantirne l’autonomia, la competitività e la sicurezza. Investire in questo settore significa rafforzare le fondamenta stesse dell’Europa del domani, costruendo un’economia più sostenibile, sicura e indipendente.

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