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Elettronica di consumo, continua il rialzo dei prezzi a causa della crisi dei chip. +9% rispetto al 2022

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Tra i prodotti di elettronica che hanno fatto registrare online i rincari maggiori troviamo i PC che nel corso dell’ultimo anno sono arrivati a costare il 18% in più.

I prodotti di elettronica hanno dei costi più alti della media di circa il 9% rispetto all’anno precedente a causa della non superata crisi dei chip.

Secondo un recente studio di Idealo, tra i prodotti di elettronica che hanno fatto registrare online i rincari maggiori troviamo i PC che nel corso dell’ultimo anno sono arrivati a costare il 18% in più. In dettaglio, prendendo come riferimento i costi di maggio del periodo 2021-23, un PC che in media costava 855 euro nel 2021, è arrivato a costare circa 1.000 euro nel 2022 e oltre 1.160 euro nel 2023. Si tratta, dunque, di un aumento di prezzo del +36% nel giro di due anni.

I numeri

Nel corso del 2023 sono costate di più anche le schede madri e le fotocamere digitali mirrorless (+17%), i tablet e i processori (+16%), gli smartphone (+15%), gli access point (+14%) e i router (+10%).

Tra le poche categorie dell’elettronica a segnare una leggera decrescita dei costi rispetto allo scorso anno, si segnalano le stampanti multifunzione (-3%) ed i televisori (-8%).

“I prezzi, dunque, tendenzialmente continuano a crescere e questo anche perché continua a salire la domanda nel settore”, spiegano i dati. In media, le ricerche legate alla categoria elettronica – sempre sul podio tra quelle più interessate dal mondo e-commerce – sono cresciute ulteriormente dell’11% nel corso dell’ultimo anno. Da segnalare, in particolar modo, l’interesse nei confronti delle schede madri, cresciuto di oltre l’80%, quello per i server NAS superiore al 30% e quello per console di gioco, smartphone e processori superiore al 20%.

Europa: 8 miliardi di euro di sovvenzioni statali per la ricerca sui chip

Il problema dello scarso approvvigionamento dei chip riguarda tutto il mondo dall’inizio della pandemia da Covid-19. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha firmato nel 2022 il decreto che autorizza lo sblocco da 52 miliardi di dollari per il finanziamento di strutture di ricerca, fabbriche e produzione riguardanti i semiconduttori. Ad aprile l’Europa ha approvato Chips Act, un piano che mobilita oltre 43 miliardi di euro tra investimenti pubblici e privati, nato con il fine ultimo di raddoppiare l’attuale quota dell’UE nel campo dei semiconduttori entro il 2030, portandola dal 10% al 20%  e tagliare la dipendenza dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici.

In più la Commissione ha approvato la scorsa settimana un nuovo progetto per sostenere la ricerca, l’innovazione e la prima attuazione industriale nel settore della microelettronica: il progetto “IPCEI ME/CT”. Preparato e notificato congiuntamente da quattordici Stati membri: Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna, il progetto prevede che gli Stati membri forniranno fino a 8,1 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, che si prevede sbloccheranno ulteriori 13,7 miliardi di euro in investimenti privati. Come parte di questo IPCEI, 56 aziende, tra cui piccole e medie imprese (PMI) e start-up, avvieranno 68 progetti.

IPCEI ME/CT

L’IPCEI ME/CT riguarda progetti di ricerca e sviluppo che coprono tecnologie microelettroniche e di comunicazione lungo tutta la catena di valore, dal materiale e gli strumenti alle progettazioni dei chip e ai processi di produzione.

Questi progetti mirano a consentire la trasformazione digitale e verde, creando soluzioni innovative di microelettronica e comunicazione e sviluppando sistemi di elettronica a basso consumo energetico e risparmio di risorse e metodi di produzione. Contribuiranno all’avanzamento tecnologico di molti settori, tra cui le comunicazioni (5G e 6G), la guida autonoma, l’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico. Inoltre, sosterranno le aziende attive nella produzione, distribuzione e utilizzo di energia nella loro transizione verde.

I primi nuovi prodotti potrebbero essere introdotti sul mercato già nel 2025 e il completamento del progetto complessivo è previsto per il 2032, con tempistiche variabili in funzione del progetto e delle aziende coinvolte. Si prevede la creazione di circa 8.700 posti di lavoro diretti e molti più indiretti.