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#eJournalism. Gli strumenti che aiutano i giornalisti a verificare i contenuti generati dagli utenti

Online news

La Knight News Challenge ha messo sul piatto 3,4 milioni di dollari per finanziare progetti volti a rafforzare Internet, la libertà di espressione e l’innovazione. Tra questi spiccano, in particolare, Swarmize e Checkdesk due strumenti per permettere ai giornalisti di verificare e utilizzare al meglio i contenuti generati dagli utenti.

Swarmize

Migliorare la raccolta e l’analisi dei dati per facilitare la collaborazione tra giornalisti, ricercatori e utenti. È questo l’obiettivo di Swarmize, uno strumento ideato da Matt McAlister, general manager del Guardian per il digitale, a fronte della consapevolezza che “il data journalism è diventato molto più sofisticato e i giornalisti hanno bisogno di strumenti più potenti per il tipo di ricerche e inchieste che vogliono realizzare”.

In realtà, Swarmize potrebbe avere delle implicazioni ben più ambiziose della mera raccolta e analisi dei dati, dando forma a un giornalismo in grado di emulare la rete nella sua capacità di creare connessioni e, attraverso queste, evolversi nel tempo.

“Se più piattaforme come la nostra assumessero le caratteristiche di Internet – ovvero se fossero connesse tra loro e con elementi esterni, e se mutassero e si evolvessero con l’utilizzo – allora il giornalismo stesso inizierebbe a plasmarsi diversamente e ad abituarsi a ciò”.

Una volta testato internamente al Guardian, Swarmize, nell’intento dei suoi creatori, sarà una piattaforma in divenire, un archivio “in corso” da cui attingere nel tempo per evitare che ciò che rimanga dei dati una volta pubblicato il pezzo sia, come spesso accade, soltanto un’infografica.

Checkdesk

Lanciato due anni fa in medio oriente, sempre grazie a un finanziamento della Knight Foundation, Checkdesk è un progetto di giornalismo collaborativo che allargherà i propri confini avviando una fase di sperimentazione anche in redazioni non mediorientali.

Nato da un’idea di Tom Trewinnard, manager di Meedan, si tratta di uno strumento che aiuta i giornalisti a verificare tempestivamente le cosiddette breaking news.

Quella della verifica è una sfida globale nel mondo dell’informazione, e le risorse a disposizione dei giornalisti sono limitate (ad eccezione del Verification Handbook): “vogliamo consentire alle redazioni di sfruttare al meglio la comunità dei propri lettori e le loro competenze per verificare le breaking news”, sostiene Trewinnard, che aggiunge:

“In determinate circostanze le redazioni non vogliono pubblicare qualcosa che non abbiano già verificato. Il punto circa la verifica collaborativa è che si tratta di una verifica post-pubblicazione”. Questo consente di lanciare comunque la notizia, ma creando “un dibattito e, spero, una collaborazione attorno al tema della verifica”.

 

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