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eJournalism. Come fare informazione online ‘a prova di querela’

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Nell’ultima edizione di digit si è parlato di come realizzare un sito di informazione dal punto di vista degli strumenti tecnologici da utilizzare e di come farlo senza incorrere in problemi legali.

#eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione).

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A introdurre il tema c’erano un giornalista scientifico e professore universitario grande esperto di usabilità e architetture della rete Emiliano Ricci e l’avvocato Deborah Bianchi esperta di diritto della rete e fresca autrice del libro ‘Difendersi da internet’.

Uno dei primi concetti introdotti nel workshop dal Prof. Ricci è stata ad esempio la distinzione fra sito e blog. Un punto non banale per comprendere la rivoluzione in atto nel modo di fare informazione e comunicazione attraverso gli strumenti digitali e la rete.

Dice Ricci: “Un sito è ancora un posto in cui la comunicazione è sostanzialmente unidirezionale, da uno a molti; un posto in cui si esprime l’identità e la voce del proprietario del sito, sia esso un’azienda, un’amministrazione pubblica o un’editore. Un sito è un oggetto in cui si è padroni dell’organizzazione dei contenuti. In un blog anche se si è in grado di organizzare i contenuti rimane fisso l’ordinamento cronologico dei contenuti. L’ordinamento delle notizie va sempre dalla più fresca alla più vecchia”.

Uno degli argomenti più dibattuti dal punto di vista degli aspetti legali dell’informazione online è quello della responsabilità di quello che si scrive rispetto al tipo di strumento informativo che si usa. Moltissimi blog, quasi la totalità dei blog presenti in rete, hanno ben visibile sulla propria home il cosiddetto disclaimer, quella notarella che recita testualmente:  “Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001……etc.etc.”. Una domanda precisa in tal senso è stata rivolta nel corso del workshop all’avvocato Bianchi.

Nel corso del workshop l’avvocato Bianchi ha parlato del rapporto fra giornale web e utente dal punto di vista giuridico. Un rapporto diverso e molto più complesso di quello che si instaura fra la testata analogica e i propri lettori. Sul web è possibile commentare in tempo reale gli articoli, ancora di più è possibile interagire in diretta e “quasi” senza alcun controllo con il giornale che si segue attraverso i social network. Tutto questo dal punto di vista giuridico rischia di essere per gli editori ‘un arma a doppio taglio’.

Uno degli aspetti più importanti nella realizzazione tecnico-pratica delle pagine di informazione online riguarda il concetto di usabilità. Nel corso del workshop il professor Ricci lo ha illustrato in più riprese raccontando in modo dettagliato come si realizzano alcuni dei principi di base per la costruzione dell’architettura di un sito di informazione. In questa parte del racconto di Ricci troviamo una serie di esempi e comparazioni su come sono stati utilizzati questi principi nella realizzazione di alcuni dei principali siti di informazione, per comprendere il grado di consultabilità di tali siti.

In conclusione del workshop l’avvocato Bianchi, anche grazie alle domande del pubblico, affronta il delicato e controverso tema del ‘diritto all’oblio’ e del ruolo dei motori di ricerca, e in particolare di Google in questo ambito. Secondo Bianchi : “Non è tanto Google a dover attuare la rimozione dei contenuti, quanto piuttosto dovrebbe essere l’host attivo a preoccuparsi di quello che veniva messo online. Il responsabile del giornale o comunque del sito web dove era stato pubblicato il contenuto ritenuto lesivo, era lui che doveva interfacciarsi con l’utente che faceva la richiesta di rimozione dei contenuti e cercare di capire se era giustificata oppure no”.

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