Key4biz

eHealth. ‘Come curare a casa un paziente non grave grazie alla fibra’. Intervista a Simone Bonannini (Open Fiber)

Quando andare in ospedale non è strettamente necessario e le visite, i controlli e le cure possono avvenire direttamente a casa, allora i vantaggi sono molteplici sia per i pazienti non gravi (vivono meno disagi, stress e il calore familiare contribuisce a guarire), sia per la struttura sanitaria (riduce fortemente i costi). Open Fiber insieme al Policlinico di Milanovogliono dar vita a questa realtà con la sperimentazione annunciata nella eHealth, minimizzando gli impatti negativi sulla quotidianità dei pazienti con una telemedicina affidabile.

Monitoraggio, assistenza e intervento da remoto possibili con soluzioni tecnologiche innovative e sicure, e soprattutto grazie alla fibra ottica, l’elemento abilitante per l’ospedalizzazione a domicilio. Sono queste le caratteristiche della sperimentazione, ci ha raccontato Simone Bonannini, direttore marketing e commerciale di Open Fiber.

Key4biz. Come è nata l’idea della sperimentazione?

Simone Bonannini. La mission di Open Fiber è portare la fibra ottica su tutto il territorio italiano, l’ha già fatto in molte case e gradualmente lo farà su tutto il Paese sia nelle aree “a successo di mercato”, dove si trova circa il 60% della popolazione italiana, sia in quelle, cosiddette, a fallimento di mercato. Ma abbiamo anche un altro sogno: migliorare la vita dei cittadini attraverso la fibra ottica, che non è utile solo a navigare ad alta velocità su Internet e a vedere senza problemi i film e serie tv in streaming. Open Fiber ha pensato di mettere a disposizione la propria rete per la telemedicina, dando vita a un nuovo paradigma: la patient experience.

Key4biz. E avete trovato nel Policlinico di Milano il partner ideale per l’esperienza del paziente

Simone Bonannini. Sì, con il Policlinico di Milano abbiamo pensato di ideare qualcosa in grado di migliorare l’esperienza del paziente. Ci siamo chiesti: esisteranno delle patologie che non costringono i pazienti a recarsi necessariamente in ospedale, con tutti i sacrifici del caso per la persona e i costi della sanità pubblica? Quando è possibile e come è realizzabile, tecnicamente, l’ospedalizzazione a casa?

Key4biz. Quali le risposte?

Simone Bonannini. Tutto ciò è possibile con un contatto video in alta definizione, che richiede caratteristiche di larghezza di banda ampia e la simmetricità di trasmissione, ossia la trasmissione video bidirezionale: tutte condizioni che possono essere garantite dalla fibra ottica e non dalle tecnologie più obsolete.

Così abbiamo deciso di iniziare a realizzare, grazie alla fibra ottica, soluzioni tecnologiche, affidabili e innovative, per il monitoraggio, l’assistenza e per l’intervento in maniera continuativa da remoto per pazienti con patologie croniche con un impatto minimo sulla vita della persona. Così si decongestionano le file all’ospedale e il paziente beneficia del contesto familiare e del comfort della propria abitazione. Se riesco a fare da remoto la misurazione della pressione e del diabete, della glicemia, l’elettrocardiogramma e anche vedere il paziente in video con una qualità dell’immagine in alta definizione, allora il medico con questa modalità può fare un primo livello di diagnosi e prescrivere cure a distanza. Se non fosse sufficiente, il paziente potrebbe andare in ospedale per una visita più approfondita.

Key4biz. Perché la rete in fibra di Open Fiber è abilitante per l’ospedalizzazione a domicilio?

Simone Bonannini. Open Fiber si sta facendo promotore di una sperimentazione che vede la collaborazione di diversi partner: noi mettiamo a disposizione la rete in fibra abilitante per l’ospedalizzazione a domicilio. Senza la nostra rete non è possibile realizzarla, perché la connessione in fibra a banda ultralarga è stabile, meno soggetta a interruzioni di servizio e inconvenienti tecnici rispetto a tecnologie più obsolete. Affidabilità, bassa latenza e elevata resilienza sono caratteristiche intrinseche della fibra ottica e prerequisito essenziale quando si tratta di salute. Tra i partner c’è chi metterà a disposizione soluzioni wearables: per esempio, indumenti indossabili con sensori in grado di effettuare un elettrocardiogramma, come se si fosse in ospedale e non parliamo di uno smartwatch che monitora il battito cardiaco. Inoltre sarà possibile effettuare un’analisi integrata dei dati da parte dei medici, che potranno rispondere in tempo reale.

Key4biz. La sperimentazione quale gruppo di pazienti del Policlinico di Milano coinvolgerà?

Simone Bonannini. La sperimentazione coinvolgerà un gruppo di pazienti del Policlinico, che saranno monitorati a domicilio e potranno interagire con i loro medici grazie alla rete Open Fiber. Stiamo pensando al reparto di cardiologia per i pazienti non gravi, la geriatria, nefrologia, pneumologia, ad alcune malattie degenerative e rare.

Questa sperimentazione in collaborazione con il Policlinico di Milano è la più importante nel settore eHealth messa in campo da Open Fiber con un utilizzo così determinante della fibra.M

Exit mobile version