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Efficienza energetica. Tutte le nostre case in “classe D” entro il 2033, con taglio consumi del 25%. Ce la farà l’Italia?

La direttiva al vaglio del Parlamento europeo

La riduzione delle emissioni inquinanti e la neutralità climatica entro il 2050 sono obiettivi potenzialmente raggiungibili anche grazie ad un livello crescente di efficienza energetica. Un traguardo che è alla nostra portata, a patto che le istituzioni europee e nazionali riescano a muoversi assieme su questo percorso, con decisione e rapidità (il tempo a disposizione non molto).

La direttiva europea per l’efficienza energetica nel settore dell’edilizia e delle costruzioni prevede azioni concrete in tal senso. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, sono diverse le revisioni apportate al testo iniziale. Primo obiettivo: entro il 2030 tutte le case e gli appartamenti in Europa dovranno raggiungere la classe energetica E (consumi pari a 91-120 KWh al metro quadro).

Non solo, secondo l’Unione europea, entro il 2033 il livello di efficienza energetica dovrà salire alla classe D (consumi pari a 71-90 KWh al metro quadro), con un taglio sui consumi del 25% circa, mentre tra il 2040 ed il 2050 si dovrebbe tutti giungere ai tanto agognati edifici zero emissioni.

Il voto sulla direttiva dovrebbe arrivare all’Europarlamento (Commissione Industria) entro il 24 gennaio prossimo, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione entro marzo 2023.

Case energeticamente inefficienti e che inquinano, la situazione in Italia

Ricordiamoci che il 40% di tutta l’energia consumata nell’Unione europea è dovuta al riscaldamento e al raffreddamento di case ed edifici. In questo contesto, colpisce che più del 75% delle costruzioni in cui abitiamo, lavoriamo, studiamo e ci curiamo non inefficienti dal punto di vista energetico.

L’Italia, in particolare, ha un parco immobili (composto per il 92% da edifici residenziali e per il restante 8% da immobili destinati ad altri usi) piuttosto vetusto: il 62% degli edifici abitativi e il 38% di quelli destinato ad altri usi si colloca in una classe energetica compresa tra F e G.

Secondo stime di Silvi Costruzioni Edili pubblicate da italia-informa.com, in Italia nell’ambito dell’edilizia vi è una scarsa attenzione per l’efficientamento: il tasso annuo di ristrutturazione profonda in Italia è di appena lo 0,9%, una percentuale che consente comunque di ridurre i consumi in una forbice di valori compresi tra i 4,2 e i 5,8 TWh all’anno.

In altri termini, con l’attuale percentuale di ristrutturazione profonda, le “emissioni edilizie” si riducono in una forbice di valori compresi tra 0,85 e 1,17 MtonCO2. 

Un dato che complica il percorso italiano nell’efficientamento energetico del settore abitativo, Per raggiungere un taglio delle emissioni del 55% entro il 2030, come obiettivo europeo, il tasso di ristrutturazione profonda dovrebbe aumentare del 50% nel nostro Paese, passando dall’attuale 0,9% all’1,4%.

Un lavoro piuttosto complicato da avviare in questa fase storica (sia per mancanza di volontà politica, sia per miopia generale).

Inoltre, sempre a livello europeo, più di un terzo (36%) di tutte le emissioni inquinanti è generato proprio dal settore dell’edilizia pubblica e privata.

L’obiettivo generale è arrivare ad avere un parco edifici europeo a zero emissioni entro il 2050. A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici costruiti dovranno essere ad emissioni zero (altra revisione è il taglio dell’obiettivo zero emissioni dal 2027 per gli edifici pubblici).

I vantaggi dell’efficienza energetica

A dicembre 2022, il Parlamento ha votato per l’introduzione dell’obbligo per gli Stati Membri del rilascio entro un mese di autorizzazioni per l’installazione di impianti a energia solare sugli edifici (ad eccezione degli impianti più piccoli, inferiori a 50kW, per i quali sarebbe sufficiente una semplice procedura di notifica). L’installazione di impianti solari sarebbe esente dall’obbligo di effettuare una valutazione di impatto ambientale. Il processo di rilascio di un permesso per l’installazione di pompe di calore non dovrebbe superare un mese.

I miglioramenti dell’efficienza energetica potrebbero ridurre non solo le emissioni di CO2, ma anche la fattura annuale di 330 miliardi di euro dell’UE per le importazioni di energia. Per questo motivo i legislatori dell’UE stanno lavorando a un aggiornamento dell’obiettivo di efficienza energetica del 32,5% per il 2030, concordato nella direttiva sull’efficienza energetica del 2018.

I nuovi obiettivi, approvati dal Parlamento nel settembre 2022, prevedono una riduzione di almeno il 40% del consumo finale di energia e del 42,5% del consumo di energia primaria. Il consumo finale di energia si riferisce all’energia utilizzata dai consumatori finali (come il consumo di elettricità da parte delle famiglie), mentre il consumo di energia primaria rappresenta la domanda totale di energia all’interno di un Paese (ad esempio il carburante bruciato per produrre elettricità).

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