Cooperazione

Efficienza energetica e rinnovabili, cooperazione Eu-Brasil per il super computing

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Avviato ufficialmente il nuovo progetto frutto della cooperazione tra Europa e Brasile dedicato all’efficienza energetica, il supercalcolo e la promozione delle fonti rinnovabili e dell'economia a basse emissioni di carbonio.

Una delle priorità nel progetto di cooperazione tra Europa e Brasile (Eu-Brazil) è proprio il settore energetico, l’efficienza e la riduzione dei consumi. Per ottimizzare ulteriormente le risorse, aumentare i livelli di sostenibilità e cercare nuove strade per soddisfare la domanda di energia, l’Unione europea annuncia l’avvio del progetto “High Performance Computing per l’Energia (HPC4E) che sarà coordinato fino al 2017 dal Barcelona Supercomputing Center (BSC).

Low carbon economy, ricorso crescente alle fonti energetiche rinnovabili, efficienza energetica, sono i tre pilastri su cui si basa l’iniziativa europea, finanziata con 2 milioni di euro, concordata con i partner brasiliani per aumentare progressivamente la disponibilità energetica pulita (clean energy) per imprese, industrie e famiglie.

Seguendo le linee guida del programma Horizon 2020, l’HPC4E ha l’obiettivo di introdurre nel settore energy le soluzioni avanzate di super computing, ICT, ultrabroadband e data analysis, utili per ottenere via via risultati più efficaci nella lotta ai cambiamenti climatici, nel velocizzare la trasformazione delle città tradizionali in smart cities, nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini a partire da sostenibilità ambientale, dagli spazi verdi urbani e dalla mobilità elettrica ed alternativa, nella gestione delle infrastrutture, nella promozione delle fonti rinnovabili, nell’abbattimento degli agenti inquinanti e nell’impiego di materiali di nuova generazione.

In particolare, il progetto HPC4E si concentra su tre diversi livelli della catena energetica:

  • migliorare l’efficienza energetica a partire dello sfruttamento della forza del vento, l’eolico;
  • sviluppare combustibili a minor impatto ambientale e tagliare le emissioni di gas a effetto serra;
  • ridurre i costi ambientali e i rischi di esplorazione di nuove riserve di idrocarburi.

A livello globale, i sussidi ai combustibili fossili hanno superato i 500 miliardi di dollari nel 2015, mentre in Italia siamo attorno ai 13 miliardi di dollari (fonte Fondo Monetario Internazionale). Si tratta di aiuti diretti ed indiretti alla produzione, distribuzione e consumo di risorse energetiche quali il gas, il petrolio e il carbone.

Una cornice di riferimento complessa, che necessità di nuovi e più incisivi interventi da parte dell’Ue per spingere concretamente sulla decarbonizzazione delle economie, fermare la crescita delle emissioni di gas serra e contenere entro i 2°C l’aumento della temperatura globale. Solo lo stop ai sussidi e il parallelo aumento di risorse finanziarie per le rinnovabili consentirebbe infatti di ridurre le emissioni di CO2 di 750 milioni di tonnellate (cioè del 5,8% al 2020), contribuendo al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’UNFCCC, la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (tra cui il contenimento entro i 2°C della crescita della temperatura media globale per la fine del secolo).