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Editoria, la Filiera della carta propone la detrazione del 19% per l’acquisto di libri

Gli indici di lettura di libri in Italia sono fra i più bassi al mondo: i lettori di almeno un libro non scolastico nei 12 mesi precedenti nella popolazione con più di 6 anni sono calati dal 46,8% (2010) al 42,0% (2015) (elaborazione AIE su dati Istat). I lettori abituali di quotidiani rappresentano oggi il 33,4% della popolazione (36,6% nel 2014) e per i periodici tale quota raggiungeva il 50,5% nel 2014, mentre oggi si attesta al 44,5% (Audipress).

L’istituzione di un’agevolazione per chi legge o di un invito al “consumo” per chi non legge può efficacemente avvenire anche attraverso il riconoscimento di una detrazione dai redditi delle persone fisiche delle spese in acquisto di libri, quotidiani e periodici, in qualsiasi forma siano essi veicolati, secondo un meccanismo in tutto corrispondente a quello previsto per altri tipi di spese giudicate rilevanti per la vita di ogni giorno (ad esempio per l’acquisto di farmaci e per spese di istruzione secondaria e universitaria).

La misura fiscale proposta contribuirebbe in modo equilibrato, e in forma non distorsiva della concorrenza, a sostenere la lettura presso il pubblico, soddisfacendo le esigenze di intrattenimento, di studio, di informazione e di accrescimento culturale e professionale della popolazione, in tutte le sue fasce di età: anche i soggetti privi di reddito (bambini e ragazzi in età scolare) possono godere del beneficio attraverso i propri genitori. Lo sviluppo culturale e sociale che ne deriverebbe contribuirebbe tra l’altro all’esercizio di diritti costituzionalmente garantiti, come quello di eguaglianza e di libertà di espressione, e al diritto allo studio.

Si propone, quindi, una modifica all’art. 15, comma 1 del DPR 22 dicembre 1986 n. 917, inserendo la possibilità di detrazione delle predette spese e individuando, ai fini del contenimento dell’onere a carico dello Stato e degli oneri procedurali, un limite massimo e una franchigia minima di spesa agevolabile. Occorre peraltro considerare che le possibili minori entrate iniziali possono essere ragionevolmente compensate a regime, almeno in parte, da un maggior gettito derivante dall’aumento dei consumi.

 

La proposta

 

Si suggerisce una detrazione dalle imposte sul reddito delle persone fisiche per gli acquisti di libri, quotidiani e periodici in formato cartaceo o digitale, pari al 19% dell’importo speso nel corso dell’anno.

Il fatturato complessivo sviluppato verso privati consumatori per le vendite dei libri, quotidiani e periodici cartacei e digitali effettuate attraverso i consueti canali corrisponde a circa € 1.850 milioni.

Ai fini della copertura, tale importo deve essere peraltro ridotto considerando gli acquisti effettuati da persone fisiche esenti da imposte o con imposte complessive non capienti, gli acquisti effettuati da persone fisiche che non utilizzeranno del tutto o utilizzeranno solo in parte la detrazione e gli acquisti effettuati non da persone fisiche. Inoltre l’esigenza di copertura complessiva può essere ulteriormente ridimensionata individuando un tetto massimo della spesa per cui far valere la detrazione del 19% (1.000 euro) e una franchigia di spesa complessiva oltre la quale scatta la facoltà di detrazione (50 euro).

Ipotizzando un incremento già al primo anno di avvio dell’iniziativa, è ragionevole ritenere che le predette considerazioni e i previsti limiti di valore consentono di limitare la copertura a un valore annuo inferiore a 200 milioni di euro. Importo, peraltro, più basso di quello stanziato per il Bonus Giovani e di gran lunga più ridotto rispetto a quello in progetto per il sostegno al mondo del cinema.

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